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la Royal Mail verso la privatizzazione ?

di Monica Refe


Londra - Con l’emblema della corona su ogni cassetta rossa delle lettere, la posta reale era considerata uno dei simboli del Regno Unito come gli autobus a due piani, i taxi neri, le bombette e le cabine del telefono. Sinonimo di precisione, puntualità ed efficienza ancora oggi consegna 82 milioni di lettere e plichi ogni giorno, l’85% dei quali in tempo reale. Eppure, questa fetta di storia postale britannica rischia oggi di tramontare travolta da un deficit senza pari che ammonta ogni anno a tre milioni di sterline.

Era dagli anni Ottanta, dalla politica della Thatcher, che un colosso societario non approdava sul mercato e così dopo precedenti illustri di privatizzazioni storiche quali British Petroleum (1979), Aerospace,(1981) British Telecom (1984), British Airways e Airport e Rolls-Royce (1987) Gas (1988) ora anche il servizio postale di Sua Maestà la Regina sarà privatizzato e porterà la Gran Bretagna a privarsi di una delle sue aziende simbolo più rappresentative. Tale manovra prevede anche il passaggio del 10% del futuro pacchetto azionario ai lavoratori del gruppo che attualmente conta 176mila impiegati. Ricorrere ai capitali privati sembra dunque l'unica via possibile per mantenere in piedi l'azienda. Il governo per rendere possibile la privatizzazione si farà carico delle pensioni dei lavoratori stimato al momento in 10,3 miliardi di sterline. Ma modi e tempi della privatizzazione auspicata sono ancora nebulosi.

Per quanto riguarda i tempi la privatizzazione non avverrà probabilmente prima della prossima estate. Il governo sta inoltre valutando se procedere con una quotazione in borsa oppure tramite la vendita a un altro operatore del settore oppure mediante una cessione di quote a gruppi a controllo privato?

2006-2010: Una storia quella della reale posta inglese che ha mostrato i suoi primi cedimenti già nel 2006 quando schiacciata da un lato dalle nuove tecnologie di comunicazione email ed sms e dall’altro dalla concorrenza privata, ricorre alla carta della flessibilità di orario senza penalizzare la riduzione del personale. Misura questa che si renderà necessaria l’anno seguente a seguito di una proposta impopolare di tagli occupazionali che avrebbe interessato 40mila unità, ma uno sciopero nazionale, prontamente sedato, riuscì ad evitare. Inoltre la crescente concorrenza dei servizi postali privati ha fornito alla Royal Mail la soluzione nell’ ammodernamento della compagnia puntando tuttavia sul taglio del sistema previdenziale duro braccio di ferro tra le forze sociali scioperi, e riunioni a cui seguì lo scorso dicembre a una tregua natalizia ed ora, a distanza di un anno, piove l’ annuncio della privatizzazione che dovremmo attenderci a breve, ma non prima dell’estate!
 

 

 

 

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