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Postal History Look: Il Piacere della Ricerca

di Giannarosa Righetti Mazza
Usfi '91 – 25/27 ottobre 1991 Torino

 

E' di uso comune, nonostante vicini al traguardo degli anni duemila, immaginare, secondo vecchi schemi tradizionali, la figura del filatelico come lo ha raffigurato il pittore Sciltian in un famoso quadro, ricurvo su di un album ingiallito, intento a scrutare con lente gigante i suoi coloratissimi tesori, ovvero i suoi amati francobolli. Chi invece oggi sa di filatelia conosce bene “tutto ciò che fa mercato”, “investire e consumare” sono verbi che seguono una precisa regola universale. Nell'era delle immagini, per stimolare la fantasia dei collezionisti e rendere più chiaro il concetto di “fare filatelia” mi piacque molto ricercare un insieme di oggetti che rendessero più interessante la storia della filatelia ed illustrarne di volta in volta gli infiniti argomenti; un giornalistico “look”!!
Un esempio di come un tempo, le grandi case dinastiche di filatelici importanti, dediti ai commerci ed all'editoria, non trascuravano l'A B C per iniziare al collezionismo corretto neofiti ed appassionati, è il piccolo catalogo intitolato FRANCOBOLLI PER COLLEZIONE prezzo corrente n. 21 dell'anno 1924 (che oggi in gergo chiamiamo listino) edito dalla premiata ditta torinese ALBERTO BOLAFFI, medaglia d'oro all'esposizione internazionale dell'industria e del lavoro in Torino 1911. Prima di passare alle offerte commerciali che comprendono materiale per tutti i gusti e per tutte le borse, Alberto Bolaffi, con un preciso vademecum formativo, inizia l'affascinante favola cosi: “NOTE FILATELICHE”. Per quanto a lungo si risalga nella storia della civiltà, sempre si troveranno abbinati questi due desideri rispondenti a due reali necessità: corrispondere con gli amici e con i parenti lontani, battere moneta per facilitarne gli scambi commerciali. Se con la moneta “si scambiavano gli oggetti di prima necessità, con le epistole si agevolava il collocamento di quanto si aveva di superfluo e si procurava alla propria mente, alla propria intelligenza l'alimento spirituale”. Egli dedica inoltre dieci paginette sulla origine della posta, alla introduzione del francobollo nel mondo ed ai primi francobolli dei Ducati Italiani. “Tutti questi francobolli non rimasero in corso troppo tempo; i destini della patria si compivano, il francobollo del Regno Sardo, unico e solo, ebbe poi corso in tutta la penisola. E la raccolta dei francobolli, specie per noi italiani, dovrebbe essere cara ed oggetto di amorevoli cure. Il Foscolo esortava gli italiani alla storia, il vero filatelico deve esortare gli italiani alla filatelia. “E prosegue esaltando la forza e l'importanza del francobollo per ciascun paese nel commemorare uomini ed avvenimenti arte e storia. Più avanti poi riporta le decisioni per l'introduzione di macchine affrancatrici prese dal congresso Postale Universale di Madrid del 1920 e commenta “Non si potrà mai con un bollo a umido commemorare degnamente un avvenimento di qualche importanza.” Il capitoletto cosi si conclude “ La filatelia annovera fra i suoi cultori persone insigni per ceto e per elevatura di ingegno. E' cosa notoria che una delle collezioni più importanti è quella posseduta dall'attuale sovrano di Inghilterra il quale continua ad occuparsene personalmente con rara competenza. Ed ora coll'istituzione dei musei la filatelia si è elevata quasi a grado di scienza; come la numismatica è diventata un documento storico, oggetto di studio e di ricerca. L'argomento del secondo capitolo porta il titolo “ NORME PER I COLLEZIONISTI”. Chi ben comincia....è, dice il vecchio adagio, a metà dell'opera. Oltre a consigliare l'uso del catalogo generale suggerisce la lettura di altri cataloghi per la propria formazione filatelica. “DELLA COLLEZIONE” invita il collezionista a diffidare da consigli di amici poco pratici o da sedicenti negozianti più o meno interessati. “Per gli acquisti non ricercare solo la quantità, e trascurare la qualità. La qualità in filatelia è tutto.” E prosegue nel suggerire molta cura sul lavaggio, argomento che angustiava i collezionisti di allora: “I colori che sono uno dei fascini maliziosi di cui si avvolge la filatelia, vanno osservati e ben custoditi, non si ottengono punto varietà rare (!!) di colore lasciandoli e facendoli svanire. E prosegue “DELLA CONSERVAZIONE”. Una volta ottenuto un esemplare ben ripulito, non gli frullerà per capo l'insano desiderio di spalmarlo ben bene di gomma arabica, incollarlo sull'album perchè non s'abbia a smarrire in qualche cassetto. Lasci da parte l'insano progetto e pensi invece di provvedersi di una bustina di linguelle. Album, catalogo, filigranoscopio e pinzette unitamente alle linguelle, a un po' di costanza ed a molto amore, ecco in breve tutti gli ingredienti materiali e morali che un buon collezionista deve prendere per diventare, ed è già a mezza via, un buon filatelico. “DELLA CLASSIFICAZIONE E DEI FRANCOBOLLI” Bolaffi si dilunga sul paziente lavoro che il vero collezionista deve intraprendere per classificare e come attentamente diffidare dall'acquisto troppo vantaggioso. Con “DALL'ARTE DELLA RACCOLTA” conclude con le seguenti belle parole: “Perchè la collezione è scienza, ma anche arte, ed occorre avere o formarsi un temperamento di artista per poterla apprezzare, per godere di quella dolcezza che scende dal cuore e, come dice il poeta: intender non la può chi non la prova”.
Qualcuno aveva gettato questo prezioso libriccino, è stata una fortuna averlo recuperato.
 

(Il documento originale e gli oggetti sono ora di proprietà del Museo della Comunicazione di Roma)

 

     
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