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Concorso Nazionale per la Vittoria del grano

di Agostino MERLIN
Erinnofilo non dentellato, emesso in occasione del Concorso Nazionale per la Vittoria del grano lanciato nell’annata agricola 1925-26. (Bozzetto di Leonetto Cappiello)

Il Concorso fu bandito per la prima volta nell’annata agraria 1923-24 dal Ministero dell’Economia e dal Comitato Tecnico per l’Agricoltura con lo scopo di migliorare e modernizzare la coltivazione del grano così da aumentarne la produzione sino a portare l’Italia all’autosufficienza granaria o, comunque, a limitarne drasticamente le importazioni.

La produzione granicola nei primi decenni del novecento, infatti, arrivava a coprire poco più del 60% del fabbisogno interno, e quei 25 milioni di quintali di grano d’importazione - quasi la metà del deficit della bilancia commerciale nazionale - costituivano un fardello troppo oneroso da poter ancora sopportare.

Numeri decisamente allarmanti che da soli giustificavano le nuove politiche di “rilancio del frumento” messe a punto dall’allora Governo Fascista, ed improntate sull’aumento della produzione interna di grano senza però sottrarre terreni agli altri prodotti agricoli che, in alcune regioni, rappresentavano eccellenze da esportare.

Per raggiungere tale scopo si rese necessario procedere al recupero delle vaste aree non coltivate ancora presenti in Italia e, al tempo stesso, aumentare le rese unitarie per ettaro, promuovendo così un radicale cambiamento nella coltivazione del grano, ancora troppo legata a metodologie arcaiche e già da tempo abbandonate da quasi tutte le Nazioni sviluppate.

Uno dei primi concreti segnali lanciati dal Governo su questo tema fu l’avvio del cosiddetto progetto di “Bonifica integrale” di cui la bonifica dell’Agro Pontino ne fu il suo principale simbolo. Un’opera gigantesca varata a partire dal 1924 che, grazie al lavoro di una folta schiera di coloni (perlopiù Veneti, Emiliano-Romagnoli e Trentini) richiamati dalla promessa di una casa ed un podere da coltivare, permise il prosciugamento delle secolari paludi con il conseguente recupero all’agricoltura di oltre 77.000 ettari di territorio. Sempre in quest’ottica, di vitale importanza furono pure i diffusi interventi di regimazione idraulica – concentrati prevalentemente nella bassa pianura padana - tesi a scongiurare quanto più possibile la piaga delle alluvioni.



1924 - realizzazione di un canale di bonifica nella Bassa Padovana nell’ambito del progetto di “Bonifica integrale”

Parallelamente alle operazioni di bonifica ed alla messa in sicurezza del territorio, il Fascismo, in quegli anni si segnalò pure per l’impegno nel recupero dei grandi latifondi, solitamente mal coltivati ed adibiti a colture estensive o a pascolo. Vincendo le forti pressioni dei grandi proprietari terrieri, che mal gradivano la rinuncia a secolari privilegi, venne approvata una legge che consentiva l’espropriazione forzata da parte dello Stato di tutti i latifondi improduttivi, così da poterli poi redistribuire gratuitamente, o a prezzo agevolato, a contadini e braccianti privi di proprietà e ben più propensi allo sviluppo qualitativo e quantitativo della produzione.



1927-29 – Chiudilettera emessi in occasione della 4^, 5^ e 6^ edizione del Concorso per la Vittoria del Grano
tratti da bozzetti di Bartoletti (il primo) e Busi

Il solo recupero di grandi territori sino ad allora rimasti improduttivi non avrebbe comunque consentito di raggiungere la sospirata autosufficienza. Bisognava quindi puntare decisamente anche sull’aumento della resa introducendo migliorie nell’intero sistema di coltivazione del grano.
Il Concorso Nazionale per la Vittoria del grano fu il primo importante veicolo di propaganda all’introduzione di queste migliorie basate principalmente sull’utilizzo sempre più massiccio dei mezzi meccanici in tutte le varie fasi di coltivazione del grano, su un costante utilizzo dei fertilizzanti chimici e sulla razionalizzazione delle colture con l’introduzione delle cosiddette “sementi elette”. Nuove sementi ibridi, create da Nazareno Strampelli, partendo dal tradizionale grano Rieti e caratterizzate da una spiccata resistenza ai parassiti, da uno sviluppo breve del fusto che ne garantiva una buona resistenza all’allettamento e da una maturazione precoce che permetteva di sfuggire alla stretta, o stress idrico, causata dalla siccità estiva.
Un Concorso quindi che, agevolato dal considerevole montepremi (in palio lire 1.500.000 nella prima edizione e via, via crescente sino a raggiungere lire 2.300.000 nell’ultima), fu da stimolo alla nuova politica agricola governativa tanto che, come compare nei manifesti dell’epoca il regolamento prevedeva l’esclusione di “……quanti non abbiano messo in pratica – applicandole sulla maggior parte della superficie posta a concorso – le più elementari norme di coltivazione razionale, che non abbiano cioè impiegato concimi chimici alla semina del grano e nella cultura preparatrice, seme selezionato, disinfettato e di razze elette o di qualità notoriamente accreditate, che non abbiano adottato la semina a righe, susseguita da tempestive sarchiature o rincalzature, ecc., tutti gli agricoltori, insomma, che si siano resi colpevoli di gravi trascuranze nell’osservanza degli elementari dettami della tecnica………..
Nonostante questi decisi sforzi innovativi, i risultati delle prime due edizioni del Concorso furono piuttosto tiepidi. L’importazione era in graduale calo ma l’andamento della produzione non era per nulla incoraggiante e ancora ben lontana dall’autosufficienza.
Fu così che durante la seduta notturna della Camera dei deputati del 20 giugno 1925 il Duce, in prima persona, decise di bandire la BATTAGLIA DEL GRANO riaffermando così la volontà del Regime di continuare ed intensificare ogni azione tesa al rinnovamento del sistema agricolo nazionale per renderlo competitivo con le altre le altre potenze mondiali.

1928 Bassa padovana - Giovani fanciulle addobbate per la
FESTA DEL GRANO
1930 – Erinnofilo emesso in occasione della 7^ Edizione del Concorso – Bozzetto di B. Boari

 

Per dare concretezza ed ufficialità ad un’iniziativa che altrimenti avrebbe potuto essere intesa solo come demagogica propaganda, il 4 luglio venne costituito, con Regio decreto, il Comitato Permanente del Grano, presieduto da Mussolini stesso, e a cui vennero chiamati a parteciparvi il Ministro per l'Economia Nazionale, i rappresentanti della Confederazione Nazionale Fascista degli Agricoltori, i rappresentanti della Federazione Nazionale Sindacati Fascisti dell'Agricoltura, nonché insigni studiosi quali l’agronomo Nazareno Strampelli, padre delle “sementi elette”.
Da subito, il Comitato si impegnò a reperire i fondi per incrementare le Cattedre Ambulanti di Agricoltura, enti che, nati sul finire del’800 per l’istruzione agraria, dovevano ora garantire la capillare divulgazione del nuovo “decalogo per la coltivazione del frumento”. Tali attività di istruzione consistevano principalmente nel tenere conferenze in luoghi pubblici, eseguire sopralluoghi ad aziende agricole, essere presenti nei vari mercati settimanali per dare suggerimenti e supporto a quanti lo richiedessero, nonché allestire annualmente i cosiddetti campi dimostrativi; campi preparati e trattati secondo le nuove metodologie dove si mettevano a coltura le nuove tipologie di sementi al fine di esaltarne i risultati in termina di resa.



Alcuni degli speciali annulli meccanici a targhetta creati per promuovere il “Concorso Nazionale per la
Vittoria del Grano” e la “Battaglia del Grano”

Sospinto dalla graduale affermazione della moderna agricoltura e sostenuto dalla poderosa macchina di propaganda messa in campo dal Regime, anche il Concorso Nazionale per la Vittoria del grano riacquistò nuovo vigore tanto da divenire emblema e cassa di risonanza della grande Battaglia del grano. E’ in questo periodo che, assieme ad una multiforme e variegata produzione pubblicistica, inizia anche la massiccia diffusione di erinnofili dedicati al Concorso. Dal 1926 al 1932 a curarne l’immagine ed ad esaltare, tramite artistici bozzetti, il significato e lo spirito di questa speciale competizione agricola, si alternarono illustratori della caratura di Leonetto Cappiello, Giulio Bartoletti, Aldo Busi, Bruno Boari e Mario Gros. Ogni singolo soggetto sarà pure replicato su cartoline e manifesti murali.

1931-32 – Chiudilettera emessi in occasione della 8^ e 9^ edizione del Concorso per la Vittoria del Grano
tratti da bozzetti di Busi e Gros

Grazie a tutta questa massiccia serie di interventi, la superficie coltivata a grano cominciò ad aumentare sensibilmente, così come sensibilmente cominciò ad aumentare la resa media per ettaro. I risultati ottenuti dagli agricoltori nelle varie edizioni del Concorso infatti testimoniano che le rese unitarie massime per ettaro passarono dai 41,30 quintali della prima edizione del 1924, agli 82.24 quintali nella decima ed ultima edizione del 1933. Risultato quest’ultimo davvero eccezionale e non a caso ottenuto grazie anche al massiccio utilizzo delle sementi elette. Sementi talmente all’avanguardia che furono utilizzate ancora per molti decenni, ed in alcune parti d’Italia addirittura sino agli anni ‘70 del novecento.
Già nel 1931 la produzione granicola Italiana aveva toccato quasi gli 80 milioni di quintali, quota questa ritenuta utile a raggiungere la tanto desiderata autosufficienza: Fu così che nel 1933, dopo un paio d’anni utili a verificare e garantire una stabilizzazione produttiva, venne dichiarata “ultimata vittoriosamente la Battaglia del Grano”. Ha termine così quella che sarà ricordata come la prima grande campagna di propaganda messa in atto dal Regime Fascista.



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