gli articoli di erinnofilia

 

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PRENDERE UN “GRANCHIO” CON GLI ERINNOFILI

Cioè non dimenticarsi mai, che guardare gli erinnofili,
fa la differenza… sempre

di Matteo CALESTINI

Più passano gli anni, più mi accorgo che i filatelisti spesso, per esaminare un erinnofilo, ma anche un francobollo, si limitano a leggere i cataloghi, a fare delle analisi qualitative delle varie nuances di colore che i loro occhi ( spesso solo i loro occhi…) vedono di una certa emissione, eseguono valutazioni sulla qualità della gomma, la centratura, lo stato dei dentelli, la freschezza dei colori e sull’autenticità generale, ma poi… ma poi si scordano di interpretare il disegno che è oggetto della stampa.

In pratica negli anni ci siamo così tanto specializzati nel sezionare e analizzare tutte le caratteristiche possibili di questi pezzettini di carta, che ci siamo dimenticati di fare la prima e più importante cosa, che è appunto guardare le figure e le frasi presenti, per contestualizzarle e capirle!

Qualche anno fa, in un catalogo di una nota casa d’aste, l’erinnofilo sotto riportato era venduto per una bella cifra, con la seguente descrizione:

1917 - Vignetta Circuito Aereo BOLOGNA-VENEZIA, organizzato da "Il Resto del Carlino" con il pilota italiano Achille Dal Mistro su monoplano "Deperdussin 50 CV". Rarissima vignetta, probabilm. Unica

Descrizione accattivante per un erinnofilo, non c’è che dire! Peccato però che l’-immagine- e la -storia- dicano che sia completamente sbagliata.
Partiamo intanto dal fatto, che il sottoscritto, per quanto la consideri rara, ne ha visti almeno altri 2 esemplari. Non fermiamoci però qui, e andiamo oltre.

L’analisi della vignetta:

• Intanto troviamo la dicitura “1917”, che con l’impresa di Achille Carlo Dal Mistro non c’entra niente, infatti il Circuito Bologna-Venezia, dove avvenne il primo trasporto europeo di posta aerea, avvenne nel 1911. La stessa vignetta, in verità, talvolta non riporta la sovrastampa dell’anno, ma come vedremo anche nei punti a seguire, non cambia la situazione.

• Il velivolo rappresentato è tutto fuorché un “deperdussin” 50cv (chiamato in verità Tipo B): L’aeroplano dell’evento era mono-posto, ad ala media, mentre qui è rappresentato un bi-posto, ad ala alta.

• Dal Mistro consegnò la posta dentro un sacco, dopo essere atterrato su una spiaggia, e purtroppo essersi anche cappottato, mentre nella figura vengono lanciati dal cielo dei giornali.

• Il pilota in questione, morì combattendo in fanteria il 25 maggio 1917. La vignetta ha tutto, fuorché il benchè minimo aspetto di una emissione commemorativa del defunto.

• Infine la casa d’asta, non ha fatto i conti con l’accoppiata presente qui sopra. L’erinnofilo infatti, era distribuito insieme ad un altro de il quotidiano “Il Tempo” (da non confondere con l’omonimo quotidiano, ma ri-fondato nel 1944). Il Resto del Carlino e Il Tempo nel 1917, erano due giornali di proprietà di Filippo Naldi, giornalista politico e imprenditore italiano, di animo “interventista” come si diceva allora. Egli era il proprietario di diversi quotidiani, e volle nelle fasi precedenti la prima guerra mondiale, creare su Roma, un quotidiano a favore dell’entrata in guerra dell’Italia, che rivaleggiasse con Il Messaggero. Lo chiamò appunto Il Tempo. Osteggiato dai governi Giolitti e Salandra, poté fare la prima uscita soltanto nel dicembre 1917.

Per concludere, possiamo dire che l’erinnofilo oggetto del presente articolo, è una vignetta pubblicitaria di alcune testate giornalistiche dell’epoca, e niente ha a che fare con l’evento del Circuito Aereo né con Dal Mistro.

Ma allora, come è possibile che una importante casa d’aste, invece che un più classico errore di autenticità / falsità di un pezzo, piuttosto che di identificazione della tiratura X piuttosto che Y, abbia preso un così grande “granchio” scrivendo una descrizione completamente avulsa dell’oggetto del pezzo?

Sicuramente giocano diversi fattori:

- Storicamente la schedatura delle informazioni sui chiudilettera, è stata infinitamente meno rigorosa che con i francobolli (negli erinnofili ad esempio, nel 99% dei casi, si è perso il dato della tiratura totale!). Essendo quasi sempre delle stampe di origine privata, e per i più disparati usi, non c’è stata la metodicità come per i valori Statali, della trascrittura dei dati, né tantomeno, un ente centrale ufficiale che li abbia raccolti.

- Tranne il sottoscritto e pochi pazzi, il collezionismo metodico degli erinnofili è molto scarso.

- Infine ribadisco la considerazione di apertura dell’articolo: ci concentriamo troppo nell’analizzare le singole caratteristiche estetiche, e ci scordiamo più semplicemente di guardare cosa abbiamo davanti, e di cercare di contestualizzarlo. Già questo difetto dell’osservatore, potrebbe trarre in errore nei confronti dei francobolli, ma nello specifico caso degli erinnofili fa la differenza… sempre.

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