falsi in filatelia

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Saggi del 1863 o falsi?

risponde Lorenzo OLIVERI

Buon giorno.
Sempre alla vostra gentilezza e cortesia invio copia di questi saggi, la carta è spessa e non filigranata.
E roba buona o da cestinare
GRAZIE
Filippo


risponde Lorenzo Oliveri

Rispondo alla domanda del signor Filippo:

si tratta dei saggi Ronchi di Milano.
Sulla rivista FILATELIA (anni 67/70) vengono citati e venduti in un'asta Raybaudi.
Sono catalogati e riprodotti a pag. 139 del Catalogo Enciclopedico Bolaffi dei francbolli classici del Regno d'Italia (aggiornamento 1981), idem a pag 137 del catalogo Unificato Super del 2016.
"Sembrerebbero" originali, ma non avendo i confronti non posso esprimermi. (Comunque, anche se fossero ristampe, sarebbero da conservare come testimonianza di quel periodo).

Nel 1862 le POSTE ITALIANE decisero di non rinnovare il contratto di fornitura dei francobolli con Francesco Matraire (fornitore di tutti i francobolli del Regno di Sardegna e poi d'Italia, dal 1851). Il contratto sarebbe scaduto nel novembre e per tempo si mossero i funzionari delle Poste per trovare un altro stampatore che potesse produrre francobolli "esteticamente più consoni al nuovo Stato".
La scelta cadde sul conte svedese Ambjorn Sparre (che, per puro caso, aveva sposato Teresita Barbavara, nipote del senatore Giovanni Barbavara di Gravellona, Direttore Generale delle Poste - e che Italia sarebbe stata se fin dagli inizi non si fosse data una "manina" ai propri parenti...).
Lo Sparre non riuscì a mantenere gli impegni e così, mentre per tutto il 1863 venne via via rinnovato il contratto al Matraire, in molti cercarono di proporre saggi di francobolli per assicurarsi l'ambito appalto. Fra questi Luigi Ronchi di Milano.
La fornitura venne poi affidata alla nota casa inglese DE LA RUE, i cui francobolli entrarono ufficialmente in distribuzione il 1° dicembre 1863.