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La Crocetta dei Savoia e la vendetta dei Borboni

di Lorenzo OLIVERI

La domanda che mi ha rivolto un lettore della rivista sulla bontà e sul valore di una Crocetta in vendita su Ebay mi offre l'occasione per spiegare la particolare genesi di questo francobollo e per inquadrare l'interessante momento storico, attingendo molte notizie da quanto scrisse il Maestro Emilio Diena a proposito di due tra le più interessanti emissioni dei nostri Antichi Stati (I FRANCOBOLLI DEL REGNO DI NAPOLI E I DUE PROVVISORI DA MEZZO TORNESE DEL 1860 - MILANO 1932).

Il 6 settembre 1860 Garibaldi è alle porte di Napoli e il re Francesco II, volendo "garantire questa illustre città dalle rovine della guerra e salvare i suoi abitanti", parte per Gaeta, il giorno successivo entra in Napoli e ne assume la Dittatura in nome di Vittorio Emanuele.

Tra i primi provvedimenti presi dal nuovo governo vi è anche l'incremento della diffusione dei giornali (che diventano i portavoce del nuovo regime) e, venendo anche incontro alle richieste degli editori, si decide di ridurre la tassa di spedizione al minimo, cioè a mezzo tornese.

Nell'emissione borbonica in uso, che continua regolarmente ad essere stampata e ad avere corso (nonostante già il 9 settembre un decreto stabilisca che i "suggelli dello Stato avranno lo stemma della Real Casa di Savoja"), manca tuttavia un taglio di valore monetario così basso: si decide allora di utilizzare le tavole da stampa del valore da mezzo grano, punzonando sopra la "G" (grano) la lettera "T" (tornese) e stampando i francobolli in azzurro, il colore di Casa Savoia. I precedenti francobolli del Regno di Napoli erano stati sempre tutti stampati in colore rosa lillaceo, ufficialmente "feccia di vino": il colore "uniforme" era stato scelto "per non offrire combinazioni non riconosciute dal nostro Real Governo", cioè non si voleva che, combinando i vari colori nell'affrancatura, si potesse formare il tricolore italiano (e del resto, per lo stesso motivo, nella prima emissione di Lombardo Veneto era stato evitato di stampare francobolli in verde...).

Così, come annunciato dal giornale "L'Omnibus" dell'8 novembre, "Sono stati già confezionati i francobolli del valore di mezzo tornese, da servire fino a che non verrà introdotta la moneta italiana e cambiato lo stemma su' francobolli medesimi. Essi si trovano vendibili all'Ufficio Generale, alla Posta e nei principali spacci".

L'operazione di raschiatura della "G" e sovrapunzonatura della "T" può essere fatta in tempi molto brevi, anche se si tratta di una tavola di 100 esemplari. Terminata questa operazione, ci si appresta a un'altra assai più complessa: raschiare lo stemma dei Borboni e incidere al suo posto la croce sabauda.
Esattamente un mese dopo l'apparizione del "Trinacria" azzurro vede la luce la "Crocetta".

Come si può ben notare, però, sotto la croce sabauda appaiono chiaramente i residui del precedente stemma: una vendetta dei Borboni!

Caro signor Casimiro, nella "sua" Crocetta non c'è traccia dello stemma gigliato: tragga lei stesso le conclusioni sul valore del francobollo, tra l'altro da me inutilmente segnalato come falso ad ebay.