falsi in filatelia


 

 










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falsi in filatelia
DOPPI CERCHI PERICOLOSI

di Lorenzo OLIVERI (prima parte - L'ANNULLO n. 201 rivista A.N.C.A.I.)

falsi Quando nel 1976 collaborai con Giuseppe Fontana alla stesura del Catalogo dei Bolli e Annullamenti del Regno di Sardegna, studio inserito poi, semplificato, nel Catalogo Sassone, insistetti molto con l’autore per inserire, fra le notizie relative ad ogni ufficio, dettagli anche sui bolli falsi conosciuti. Il mio archivio, che costituì una delle basi del catalogo, conteneva allora circa 30.000 dati, e, come si usava all’epoca, era tutto su schede cartacee, al pari di quello dell’autore, regalatomi poi dal nipote alcuni anni fa. Oggi ovviamente archivio i dati in altro modo, sul pc, ma non ho mai trovato il tempo per trasferire i dati cartacei (anche perché mancherebbero comunque le immagini, in quanto allora trascrivevo la provenienza dei dati: asta tale, collezione tale, rivista numero…). Comunque per alcune ricerche lo schedario cartaceo si rivela ancora utile, anche se richiede molto più tempo. Per il confronto degli annulli segnalo l’utilità del catalogo dell’asta 113 di Raybaudi, allora in stretto contatto col Fontana, anche per l’apertura di un suo negozio a Genova: venne posta in vendita e illustrata una ricchissima collezione di annulli del Regno di Sardegna (negli ultimi anni due/tre copie del catalogo sono apparse nelle aste on-line). Nella carrellata che segue sono contraddistinti da asterisco i bolli non segnalati a suo tempo né sul catalogo Fontana, né nel suo successivo aggiornamento del 1981.
Da alcuni anni si sono sempre più diffuse le vendite on-line e, spesso, le stesse case d’asta pubblicano i loro cataloghi nelle due versioni, rendendo così molto più veloce l’archiviazione dei dati. Come gli amici dell’ANCAI ricorderanno, ho già scritto alcuni articoli sui bolli falsi del Regno di Sardegna e questa volta faccio una panoramica di quanto apparso sul mercato on-line negli ultimi anni, riferendomi, però, solo ai bolli denominati “a doppio cerchio” e provvedendo, così, anche ad aggiornare il Catalogo Fontana del 1976. Poiché l’immagine vale spesso più di tante parole, limiterò al minimo i commenti sui singoli bolli. Il lettore, però, tenga presente che sovente i falsi, specie quelli realizzati con la moderna tecnologia, sono molto somiglianti agli originali: a volte aiuta la nitidezza del bollo, altre il colore dell’inchiostro, spesso il fatto che i francobolli sottostanti sono anch’essi falsi, o le date… impossibili.
Purtroppo non posso fare a meno di sottolineare che la stragrande maggioranza dei pezzi illustrati sono stati venduti, e con realizzi non indifferenti, nonostante li avessi praticamente tutti segnalati alle rispettive case d’asta (specialmente eBay). Il danno che ne deriva alla Filatelia sana e pulita è enorme, sia perché si sottraggono ingenti risorse, sia perché i collezionisti che hanno acquistato queste “patacche”, prima o poi lo scopriranno: allora smetteranno di collezionare e spareranno a zero su tutto l’ambiente filatelico.

AIX LES BAINS*

ALBA
Alba, essendo direzione postale, non poteva avere nel bollo la lettera 'C', riservata alle distribuzioni comunali, eppure almeno uno dei pezzi riprodotti (il primo) circola con certificato peritale! A titolo di cronaca il frazionato venne venduto per 208 euro. Mentre il terzo (datato 22 feb 53!) raggiunse 116 euro. E sorvoliamo sulla data dei 3 LIRE.

ALESSANDRIA*
Stesso discorso fatto per Alba, anzi, Alessandria era addirittura direzione divisionale; anche qui ci sono date antecedenti quella di emissione e il certificato peritale, che accompagna l’affrancatura abbinata.

AZZANO*

L’ufficio fu aperto nel 1860, quando i francobolli sotto illustrati non erano più in circolazione da molto tempo.

ARITZO*

BIBIANA*
Sempre la stessa data, del 1857, quando il 10 e l’80 centesimi non esistevano ancora.

BRA*
Il 3 lire, offerto come occasione, raggiunse i 101 euro.

CAGLIARI
Qui i falsari si sono sbizzarriti, ma nessun bollo somiglia all’originale, che esiste in due tipologie.

CARLOFORTE*

DOMODOSSOLA*

DOUVAINE

DRONERO*
Il francobollo frazionato realizzò 155,50 dollari!

GENOVA
Anche in questo caso nel 1857 l’80 centesimi non era ancora stato emesso.

INTRA*
I due cerchi sono tra loro più distanti rispetto all’originale.

IVREA*
In questo caso si è davvero esagerato: un 80 centesimi usato nel giugno 1855!

STAMP. FRANCHI IVREA*
Bollo non segnalato come annullatore di francobolli né dal Fontana né dal Sassone. Il secondo dei 5 centesimi realizzò 122 euro e il primo dei c. 40 è stato certificato!

LARVEGO*
Il primo ha l'impronta ricavata dall’immagine riprodotta sul catalogo Fontana; peccato che allora non ci fossimo rivolti alla premiata ditta Bertazzoli: il falso sarebbe risultato assai più plausibile...

LESA*
Anche in questo caso le date vanno… per i fatti loro (anticipando quella d'emissione); comunque il secondo pezzo venne venduto a 96 euro e gli ultimi due a oltre 120.

LOCULI*
Al tempo della stesura del catalogo Fontana il bollo della località era sconosciuto, mentre ora il Sassone lo quota. L’annullo mi lascia molto perplesso, anche perché il c.80 usato in un paese di 221 anime...

MENTONE*

NIZZA MARITT.A e NIZZA
A proposito del cartellino apposto accanto al primo pezzo, occorre sottolineare che, quando viene mostrato il retro con la firma peritale, nella stragrande maggioranza dei casi essa appare come un’approssimativa imitazione (purtroppo qualche volta 'sembra' proprio originale…).

NONE
Il 40 centesimi ha addirittura l’effigie capovolta e venne venduto a 153 euro.

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