FILATELIA

Le domande di Filatelia

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RICORDANDO PAOLO VACCARI
Quelle assurde sperimentazioni di Francesco Matraire

Lorenzo Oliveri

Nelle scorse settimane tutte le riviste filateliche hanno ricordato la scomparsa di Paolo Vaccari: l'aspetto messo in maggior rilievo è stato il suo impegno in campo editoriale e su questo penso che tutti siamo d'accordo, a cominciare dalla sua prestigiosa rivista "VACCARI MAGAZINE", di cui conservo la collezione completa.
Il mio primo contatto risale a inizio anni '90, quando collaborai alla stesura del catalogo degli ANNULLI NUMERALI ITALIANI, uscito nel 1992.


Qui vorrei parlare di un incontro avvenuto al convegno di Verona (non ricordo se nel 2010 o 2011), quando mi complimentai con lui per quanto scritto nel suo ottimo trattato storico e postale dei francobolli italiani fino al 1900. Finalmente un perito e commerciante filatelico di alto livello aveva classificato per quello che effettivamente erano i cosiddetti "francobolli sperimentali" di Francesco Matraire, nonostante circolassero con altisonanti certificati peritali e finanziari. Quanto scrisse (in neretto!) a pag 281 del volume è di una esemplare chiarezza.

"Di assoluta fantasia sono i francobolli con valore in centesimi, incluso il cent.2 bistro del 1862, con impresso l'effigie sovrana; anche ad un primo confronto, l'effigie mostra particolari assai diversi da quelle originali impresse in tutti i valori della quarta emissione. Questi sono anche definiti "francobolli sperimentali", ma viene da chiedersi sperimentali per che cosa?

Il decreto di emissione che, come detto, risale al 26 settembre 1860, illustra anche come devono essere, cioè con al centro la cifra 1 e 2 e non l'effigie sovrana. Poi il Matraire, dopo aver eseguito il fantomatico "esperimento" sui due valori grigi del 1861, nonostante rilevasse che l'effigie fuoriusciva dall'ovale in quanto più grande, dopo un anno e mezzo, nel 1862, avrebbe voluto riprovare con il cent.2 bistro, ben sapendo che i cliché per la stampa erano gli stessi. Ma ciò non è credibile!"

Quando gli feci presente che appunto venivano proposti a cifre mirabolanti e corredati da importanti perizie filateliche, ribatté: "Si fossero almeno letti il mio libro sulle effigi dei francobolli di Sardegna!" (Francesco Maria Amato - Le effigi della IV emissione del Regno di Sardegna - Vignola 1994 - Edizioni Vaccari").

Purtroppo pare siano stati in molti a non averlo letto, o a non ricordarlo: venditori, acquirenti e... periti filatelici. Nelle offerte on-line i prezzi variano, per i francobolli certificati, tra i 1.000 e i 9.900 euro, a seconda se singoli o in quartine...

Comunque, visto che ciascuno colleziona ciò che vuole, può acquistare anche questi "francobolli sperimentali", ricordando, però, che nessuno dei grandi studiosi di francobolli del Regno di Sardegna ne ha mai neppure fatto cenno, a partire da Lajolo e Rattone per finire a Damilano.

Noterella finale: il Matraire, preso da questa smania sperimentale, potrebbe aver tentato anche l'operazione inversa: provare a inserire le cifre al posto dell'effigie. Al momento questi pezzi circolano senza certificazione peritale, ma, come diceva un "altro" Lorenzo: "Del doman non v'é certezza"...

Lorenzo Oliveri
02-01-2023

Antonio Rufini
11-11-2022

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