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la filatelia

le domande dei lettori

 

2 marche da bollo del 1850 o poco più

Gentile Monticini,
ho due marche da bollo di cui so con certezza l'epoca,più o meno il 1850 o poco più. Volevo notizie su queste due marche da bollo e il loro valore. Grazie della risposta e cordiali saluti.  
Nicola

Inguaribile dietrologo, mi chiedo cosa nasconda la domanda di Nicola a proposito delle due marche da bollo. Che Nicola non abbia riconosciuto Vittorio Emanuele III nel baffuto e canuto personaggio ritratto sulle marche è cosa decisamente impossibile; che, avendolo riconosciuto, dati le marche "con certezza" al "più o meno il 1850 o poco più" è cosa ancora più impossibile della precedente: forse Nicola ha mandato la sua richiesta il 1° d'aprile? Se poi invece si tratta di un lapsus calami, intendendo 1940 invece che 1850, mi spiace deluderlo: essendo solo una metà di marche doppie decisamente comuni, il loro valore sarebbe quasi zero se fossero perfette (come non sembrano essere).
Michele Caso


 
marche da bollo del 1905
Vorrei sapere il periodo dell'emissione di questa marca da bollo. Purtroppo il timbro è incomprensibile. Ma dall'effige della marca e dal taglio (3.75 lire) potreste darmi indicazioni.

Isabella
sono tre marche da bollo usate come tali; le date di emissione sono 1905 per quella da 5 centesimi , 1911 per il 20 centesimi e 1915 per il 3,75 lire. Emesse - in periodo del regno di V.E. III - sullo stile della "Floreale" (5 centesimi) e dei Michetti (gli altri due esemplari)

Giacomo Bottacchi

2 marche viaggiate nel 1930


ho una lettera regolarmente viaggiata affrancata con 2 marche da bollo (centesimi 20 e centesimi 25 oltre 2/10mi effige di Vittorio EmanueleIII in cerchio) timbro del 3/10/1930 Montopoli in Valdarno Pisa.
Vorrei sapere se ha un qualche interesse e quanto può essere la sua quotazione.

Luciano

Egregio Luciano, la lettera e' interessante e a mio parere non tanto perché é affrancata con marche da bollo, cosa tutt'altro che infrequente anche in periodi non di emergenza, quanto per il fatto che l'utente ha contato nel valore di affrancatura anche i 5 centesimi di sovrapprezzo della marca da 25 centesimi
"oltre 2/10" arrivando cosi' ai 50 centesimi della tariffa. Quanto al valore, sinceramente non so pronunciarmi: questi usi impropri lasciano abbastanza indifferente me, convinto collezionista degli usi propri delle marche da bollo, e quindi non sarei disposto a pagarla più di una decina di euro. Fortunato Marchetto nei suoi cataloghi ha fornito indicazioni di valore per gli usi postali dei fiscali: mentre scrivo non ho a portata di mano il suo catalogo, quindi non posso verificare se abbia elencato una simile combinazione: nel caso non lo abbia fatto, mi sento comunque di dire che la lettera in questione debba essere senz'altro quotata più di una analoga ma affrancata solo con marche prive di sovrapprezzo.

Nichele Caso

marche da bollo annullate "Esattoria Comunale Mulazzo"
mi è capitato di rinvenire, su una ricevuta dell'esattoria comunale di Mulazzo (MS) dell'anno 1896, il francobollo da 5 centesimi verde 1891-1896 (Sassone:n. 59 - 5 c. verde) utilizzato come marca da bollo: è "annullato" con il timbro "Esattoria comunale Mulazzo": vorrei sapere, gentilmente, se questo tipo di utilizzo era diffuso e se il francobollo così annullato ha un valore.

Massimiliano (...)

nell'800 ed anche nei primi del '900 era abbastanza diffuso l'utilizzo dei francobolli in luogo delle marche da bollo mentre era decisamente vietato l'utilizzo opposto. Filatelicamente - con l'avvento della storia postale - questi documenti, una volta bistrattati dai collezionisti hanno incominciato ad incontrare un certo gradimento. Tuttavia il valore intrinseco di questi "pezzi" e' davvero limitato (specie nel caso del 5 centesimi che rappresentava il costo "base" delle marche da bollo). Se viceversa l'affrancatura è formata da più francobolli (magari differenti) l'apprezzamento, e mi riferisco a quello sia filatelico che venale, è decisamente maggiore, comunque limitato in genere a poche decine di €uro.   

Giacomo Bottacchi

la posta "in corso particolare"
chiedo informazioni sulla posta "in corso particolare". I timbri postali non dovrebbero essere assenti?

Gino Capellini
fino a qualche anno fa la posta non poteva essere consegnata allo sportello ed essere timbrata e resa immediatamente salvo non fosse stata applicata la scritta «in corso particolare» nel qual caso poteva essere resa immediatamente dopo l' applicazione dei bolli. Tale uso ebbe valore anche se la scritta veniva apposta a matita (nel qual caso naturalmente veniva cancellata subito dopo. Ne sono l' esempio tipico certi annulli di Manifestazioni o addirittura di buste primo giorno. Da un certo periodo tale norma venne abbandonata anche perché i papaveri delle poste finalmente si resero conto che ciò non serviva per usi di frode o altro ma che portava soldi alle loro casse senza dover espletare alcun servizio di recapito. Anche questo dimostra quanto il collezionista crede ma che corrisponde ad un inesatte ed ingannevoli informazioni date da certi operatori e certe riviste del settore.  

Giorgio Landmans  


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