E PER I PIU'
PICCINI...
I REGALI
DI NONNO
GIANDUJA

 

L'uovo è, da sempre, il simbolo più rappresentativo della Pasqua. Donarlo come segno benaugurale, deriva da antichi riti primaverili legati alle credenze sulla fecondità. Esso rappresentava il simbolo della natura che si rinnova e regalarli, in primavera, agli amici ed ai parenti, era considerato un augurio di rinascita.

Un’antica leggenda cristiana ci tramanda che Maria Maddalena, dopo la visita al Santo Sepolcro, si affrettasse verso casa per informare del fatto i discepoli. Per strada ebbe ad incontrare Pietro che non credendole disse: "Mi convincerò solo se le uova che porti nel cesto si tingeranno di rosso". Immediatamente esse assunsero un colore purpureo e lo scettico dovette recarsi a costatare il miracolo.
Da quel fatto nacque la tradizione di donare, uova benedette dipinte di rosso, alle fedeli che avevano presenziato alla Messa pasquale.

Nel Medioevo, era usanza che le uova sode, dipinte a mano, fossero servite al pranzo di quella particolare festa e anche donate alla servitù.

Edoardo I d’Inghilterra, includeva nei suoi conti, la spesa di centinaia d’uova che dovevano essere distribuite alle sue cameriere. Nel XVII secolo il papa Paolo V benedì con un’apposita preghiera un umile uovo che doveva essere trasportato in Inghilterra, Scozia e Irlanda. Proibite durante la Quaresima, le uova furono reintrodotte nel giorno di Pasqua, come regalo per la famiglia, gli amici e la servitù.

La consuetudine di donare quelle di cioccolato nacque in Versailles e precisamente dalle cucine della reggia di Luigi XIV. I reali e ricercatissimi cuochi scoprirono un giorno che quello di gallina, considerato ancora uovo di Pasqua per eccellenza, poteva essere sostituito da qualcosa di più grande e maggiormente appetibile e idearono un guscio di zucchero ricoperto di cacao.

Pure dalla Francia ci è arrivata l’invenzione della "sorpresa", da quando, agli inizi del Cinquecento, Francesco I ricevette un guscio d’uovo all’interno del quale era contenuta un’incisione di legno, raffigurante la Passione di Cristo.

Ricordo che un tempo, nelle campagne del Piemonte, le massaie preparavano delle piccole frittate, che erano offerte come antipasto. Esse dovevano essere preparate, esclusivamente, con le uova deposte dalle galline il giorno del Venerdì Santo.



 
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Pasqua è pure il nome dell’enigmatica isola del Pacifico scoperta dal navigatore olandese Jacob Roggeween proprio nel giorno di Pasqua del 1722.


Le uova più famose sono senza dubbio quelle di Peter Carl Fabergé, maestro orafo che, nel 1883, ricevette dallo zar Alessandro, l’invito ad “inventare” un dono speciale per la zarina. 
L’orefice ideò un uovo di platino smaltato bianco che si apriva per rivelare, al suo interno, un altro, più piccolo, d'oro che a sua volta conteneva un minuto pulcino d'oro ed una miniatura della corona imperiale. 
I sovrani ne furono entusiasti e ordinarono a Fabergé di prepararne una serie da donare tutti gli anni. La tradizione continuò anche con lo zar Nicola II, fino ad un totale di 57 uova.