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		 Comunicato stampa dell'ISSP pubblicato su 
		  il postalista: 
		  
		
        L’Italia, la posta, il mondo 
         
        Si è tenuto oggi all’Archivio di stato di Prato il X “Colloquio di 
        storia postale” organizzato dall’Issp. Dieci gli interventi che si sono 
        susseguiti. All’apertura, la consegna del sostegno assicurato dal 
        colonnello Davide Satalia 
         
        Prato (13 aprile 2013) - Dalla Toscana ottocentesca ai 
        contingenti militari impiegati all’estero. Passando dalla Dalmazia al 
        Sudamerica, dal Levante ancora ottomano alla Seconda guerra mondiale. 
        Giornata intensa quella vissuta oggi all’Archivio di stato di Prato, 
        dove l’Istituto di studi storici postali ha organizzato il X “Colloquio 
        di storia postale”. Dieci relatori hanno affrontato, sia pure in 
        sintesi, altrettanti aspetti collegati al filo conduttore “La posta nel 
        mondo. Le relazioni postali internazionali dell’Italia”. 
         
        “Dieci relatori alla decima edizione di quello che resta uno fra gli 
        appuntamenti più significativi per i cultori di storia della posta”, 
        commenta a botta calda il direttore dell’Istituto, Andrea Giuntini. 
        “Un momento mai interrotto per dialogare fra accademici, ricercatori e 
        collezionisti. Concretizzato nonostante le gravi condizioni economiche 
        in cui versa la nostra onlus, come tante altre realtà. Un’organizzazione 
        impeccabile, un esito riuscito dal punto di vista scientifico. Dieci 
        esperti dalle provenienze più svariate; è, infatti, un’iniziativa che 
        rappresenta tutta l’Italia: Prato è diventata il baricentro non solo 
        geografico, grazie alla dinamicità dell’Istituto, che agli incontri 
        associa ad esempio i quaderni e la rivista”.  
         
        Nel contesto, si è tenuta la consegna formale del contributo da mille 
        euro che il colonnello Davide Satalia, collezionista e 
        giornalista, ha voluto riconoscere allo stesso Issp quale sostegno per 
        le attività. Ricordando la consorte Concetta Salvatore, 
        recentemente scomparsa. “Chi ama la comunicazione è un uomo che ama, ed 
        il francobollo è la perla della comunicazione. Per questo ho voluto 
        aiutare prima l’Unione stampa filatelica italiana e poi l’Istituto”, ha 
        detto fra l’altro il diretto interessato, che ha voluto essere presente 
        alla manifestazione.  
         
        Il vicedirettore, Bruno Crevato-Selvaggi, ha ricordato anche la 
        donazione di duemila euro effettuata settimana scorsa dall’Associazione 
        filatelisti italiani professionisti, scelta che permette di valorizzare 
        il rapporto ed i comuni interessi tra operatori del settore e 
        collezionisti. Poi, ha coordinato gli interventi. 
         
         
        
        RELATORI E SINTESI DEGLI INTERVENTI 
         
        - Alessandro Papanti, “Corrispondenza estera per la Toscana con la 
        mediazione sarda 1818-53” 
        Il periodo fra la Restaurazione e l’Unità d’Italia fu caratterizzato da 
        un’intensa attività delle amministrazioni postali europee, volta a 
        facilitare e semplificare i collegamenti postali internazionali. Per la 
        Toscana, fu essenziale la stipula di convenzioni con l’Austria per gli 
        scambi verso gli Stati dell’Europa Orientale e con il Regno di Sardegna 
        per la corrispondenza verso gli Stati dell’Europa Occidentale. Le note 
        hanno riguardato la corrispondenza estera per la Toscana con 
        l’intervento delle Poste sarde.  
         
        - Lorenzo Carra, “1814-1876. La posta tra la penisola italiana e 
        quella iberica” 
        L’area considerata ha compreso tutti gli Antichi Stati Italiani (con 
        anche il Trentino, l’Alto Adige e Trieste), poi il Regno d’Italia, la 
        Spagna, il Portogallo e Gibilterra. Un lavoro iniziato qualche anno fa 
        ed oramai quasi completato, che ha comportato l’analisi (e 
        l’elencazione) di oltre un centinaio di convenzioni ed accordi postali. 
         
        - Carlo Cetteo Cipriani, “Dalla Dalmazia verso altrove” 
        La Dalmazia ha sempre trovato nel mare lo sfogo per la sopravvivenza, lo 
        sviluppo dei commerci, della cultura, dell’economia. Povera di risorse 
        proprie, per secoli era più luogo di transito della corrispondenza 
        altrui, nonché delle merci da Oriente ad Occidente e viceversa; patria 
        di marinai che commerciavano e combattevano, soprattutto per altri, non 
        scriveva molto. Nell’Ottocento, con la crescita economica della regione, 
        le cose cambiarono... 
         
        - Flavio Riccitelli, “Le relazioni italiane con il Sudamerica agli 
        albori della posta aerea (1928-1941): compagnie e rotte” 
        Sulla rotta dell’Atlantico del Sud, una fra le più prestigiose e 
        strategiche a livello internazionale, si sono andati sovrapponendo, sin 
        dalla fine degli anni Venti, i servizi aeropostali di Francia (Cga ed 
        Air France) e Germania (Zeppelin e Deutsche lufthansa). Si aggiunsero, 
        al termine degli anni Trenta, i supporti della Pan american airways ed 
        in ultimo dell’italiana Lati, in considerazione dello stretto rapporto 
        che legava il Bel Paese alle colonie di emigranti in Brasile e in 
        Argentina. 
         
        - Massimiliano Pezzi, “Posta del Levante” 
        Sono stati ricostruiti gli itinerari postali tra Costantinopoli e Napoli 
        nel Settecento e la politica dei Ludolf sull’organizzazione della Posta 
        del Levante alla vigilia dell’ultimo conflitto balcanico, allorquando 
        venne sospeso il servizio di Vienna. Le mancate sinergie con le altre 
        strutture estere presenti nella capitale ottomana e la miope politica 
        filo-asburgica dei Borboni furono le premesse per il fallimento della 
        “Nuova Posta di Turchia”, come unico supporto postale tra Costantinopoli 
        e l’Europa. 
         
        - Aniello Veneri, “La ripresa dei servizi di posta aerea del 
        dopoguerra e la ricerca delle relative destinazioni” 
        Concluso il Secondo conflitto mondiale, tutte le amministrazioni postali 
        dei Paesi belligeranti, o comunque coinvolti, cercarono di riordinare i 
        servizi postali rendendo disponibile la via aerea per l’interno e per 
        l’estero. Attraverso il bollettino del 21 febbraio 1946 n°6, a cura del 
        ministero delle Poste e telecomunicazioni del Regno d’Italia, fu 
        annunciato, a partire dall’1 marzo, il ripristino della spedizione per 
        via aerea delle lettere e delle cartoline verso Paesi extra europei 
        specificamente indicati.  
         
         - Graziano Mamone, “Combattere con la posta. Mobilitazione, 
        guerra e prigionia nella corrispondenza di un aviere. 1941-1945” 
        L’intervento ha rivelato i meccanismi di adesione patriottica prima 
        e di resistenza poi, attraverso l’utilizzo consapevole dei supporti 
        postali da parte di Osvaldo Muratore, aviere impegnato in Albania 
        durante la Seconda guerra mondiale. Protagonista sottotraccia della 
        vicenda è la posta intesa come veicolo per trasmettere le proprie 
        considerazioni belliche al di là del contenuto della corrispondenza. Un 
        dialogo tra soldato e supporto, che diventa occasione per esprimere il 
        proprio stato d’animo, ostentarlo o celarlo secondo le contingenze.  
         
        - Armando Serra, “Scambi vacanzieri di funzionari postali tra 
        l’Italia e la Francia (1949-1950)” 
        Nel fervore della ritrovata pacificazione degli animi fra gli ex 
        Stati belligeranti, nel mondo postelegrafonico europeo vennero proposte 
        diverse iniziative, per così dire dopolavoristiche, benché stentassero a 
        coagularsi. Che ci fossero ragioni di attrito, in particolare, tra 
        Francia ed Italia, è notorio, dato che Roma aveva utilizzato la débacle 
        della “cugina”, per aggredirla. A maggior ragione, quindi, anche 
        l’iniziativa degli scambi turistico-culturali per funzionari Pt poteva 
        servire ad avvicinare le due Nazioni. 
         
        - Fabio Vaccarezza, “La posta nelle isole deserte” 
        Sembra un nonsenso parlare di posta in isole deserte. In passato, 
        però, alcune di esse furono adibite ad “ufficio postale” da navi di 
        passaggio, che vi depositavano messaggi con i dati sulla propria rotta o 
        missive che altri velieri inoltravano poi a destino. Esistono, inoltre, 
        reperti che fanno riferimento ad isole spopolate o abitate solo per 
        brevi periodi: vi possono essere francobolli di emissioni ufficiali, 
        locali e private, annulli navali e poste da campo militari, timbri di 
        spedizioni scientifiche, di basi meteo o commemorativi riguardanti 
        eventi particolari.  
         
        - Claudio Manzati, “La posta delle missioni militari italiane di pace 
        nel mondo” 
        Dalla fine del Secondo conflitto mondiale, l’Italia ha partecipato 
        ad oltre settanta missioni militari all’estero, sotto l’egida dell’Onu o 
        dell’Ocse. Esse sono state condotte con reparti, contingenti di 
        osservazione o semplici delegazioni di esperti. La raccolta e la 
        distribuzione della posta impiega sia il canale postale tradizionale che 
        militare, quest’ultimo soprattutto per il trasporto aereo o navale della 
        corrispondenza. Solo in assenza di una struttura dedicata viene 
        utilizzato la struttura postale locale (del Paese dove si svolge la 
        missione) o il servizio militare di altre Nazioni; meno frequentemente 
        quello dell’Onu o la valigia diplomatica.  
		
          
		
          
		
        *dona il 5x1000* 
        *all'Istituto di studi storici postali* 
        *C.F. 01877640480* 
         
         
         
         
        L’Istituto di studi storici postali 
        L'Istituto di studi storici postali (www.issp.po.it), ora 
        organizzazione non lucrativa di utilità sociale (onlus), nasce nel 1982 
        ed ha sede a Prato nello storico palazzo Datini, in via Ser Lapo Mazzei 
        37. 
        Diverse le attività che propone nel settore postale e delle 
        comunicazioni, fra cui: ricerche archivistiche e bibliografiche, 
        l’organizzazione di convegni ed incontri con studiosi ed accademici, i 
        seminari annuali “Scrittura e comunicazione” (che fanno seguito agli 
        otto moduli dedicati a “Posta e paleografia”, organizzati tra il 1983 ed 
        il 1993), i corsi di specializzazione, la pubblicazione dei “Quaderni di 
        storia postale” e della rivista oggi semestrale “Archivio per la storia 
        postale - comunicazioni e società”. 
        Tra i suoi compiti, la conservazione dell'archivio proveniente dalla 
        Direzione superiore della posta militare, che accoglie 400mila documenti 
        originali riguardanti il XX secolo e che ha già fornito materiale per le 
        pubblicazioni edite dall’ufficio storico dello Stato maggiore 
        dell'Esercito.  
        In più, la gestione di una biblioteca-archivio, ricca di oltre 12mila 
        volumi ed opuscoli, cui si aggiunge l’emeroteca di 1.179 testate; 
        entrambe sono consultabili su appuntamento dal lunedì al venerdì, con un 
        catalogo anche on-line all’indirizzo
        
        http://catalogo.po-net.prato.it/easyweb/w2002/ . 
        Per il lavoro l’Istituto si avvale del sostegno dei propri soci; la 
        quota annua per i residenti in Italia è di 40,00 euro, da versare sul 
        conto corrente postale 13.731.500 intestato allo stesso Istituto (via 
        Ser Lapo Mazzei 37, 59100 Prato); gli iscritti, un centinaio, ricevono 
        gratuitamente la rivista dell’Issp. 
  
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