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1910, UN UOMO DA ABBATTERE!
L’ATTENTATO CHE AVREBBE CAMBIATO IL CORSO DELLA STORIA
(prima parte)



Non voglio inaugurare un argomento cinematografico, accennando a questo film francese del 1967…


… ma narrare un fatto politico poco conosciuto ai più nel momento in cui stiamo commemorando in Europa lo scoppio della prima Guerra mondiale : questo episodio è evocato da queste due cartoline: la prima viaggiata da Sarajevo per Vienna, la seconda raccolta da un collezionista dell’epoca per conservare un esemplare dell’annullo commemorativo della visita dell’Imperatore Franz-Joseph in Bosnia-Erzegovina dal 30 maggio al 4 giugno 1910. Per celebrare l’evento gli uffici principali del territorio bosniaco utilizzarono per i loro bolli annullatori l'inchiostro rosso.

 

Un’imperiale visita in terreno minato…

 

Nel corso del suo lungo regno (68 anni) l’Imperatore Francesco-Giuseppe fu solito percorrere il suo vasto dominio; numerosi furono i suoi viaggi per incontrare le molteplici popolazioni dell’impero: austriache, ungariche, croate, slovene, rutene, ceche, ecc…
La Bosnia però, non era un territorio qualsiasi: essa era terra ottomana, occupata militarmente nel 1878 dall’Imperiale e Regio esercito, posta sotto amministrazione militare, fino al 1908 quando venne annessa alla monarchia austro-ungarica.
Questa conquista fu resa possibile dall’indebolimento dell’Impero ottomano: in quegli anni, i regni di Serbia, Montenegro, Bulgaria, Romania si erano emancipati dalla tutela turca, come possiamo constatare visionando l’arretramento territoriale dell'“empire ottoman” come riportato nella cartina di Fig.1 indicato con il colore salmone.

 

Fig.1-Il disfacimento della presenza ottomana nei Balcani: 1877 / 1881 / 1913
(in J.B. Duroselle, Histoire de relations internationales)

Questo avanzamento austriaco nei Balcani sollevava non pochi problemi, fra questi ne evidenzio due…

 

Bosnia, territorio postale… senza nome!


Fig.2 - Annessione della Bosnia dall’Austria ed emancipazione della Bulgaria viste dalla stampa francese all’autunno 1908.
A destra, il Sultano ottomano non può impedire il disfacimento del suo dominio balcanico.

Primo elemento degno di attenzione è l'anomalia di un territorio ottomano, occupato da una potenza estera, ma pur sempre posto sotto sovranità teorica della Sublima Porta, come veniva definito all’epoca il governo di Costantinopoli.
Dimostrazione di questo la troviamo osservando attentamente i francobolli emessi per questo territorio. Vienna decide di stampare francobolli con lo stemma austriaco, ma senza apporre né il nome del territorio né dell’unità monetaria (tedesco/austriaco; Kreuzer fino al 1899, poì Heller e Krone).
Francobolli anonimi! Questa situazione si è protratta per quasi trent’anni: la Bosnia un paese senza nome che gode di una prima emissione nel 1878 (cifre del valore in alto), di una seconda nel 1900 (cifre del valore in basso, epoca della riforma monetaria), ed anche, nel 1901, di qualche valore complementare (cifre in basso ma di colore nero per una migliore leggibilità). Si dovrà attendere il 1906 per avere francobolli illustrati con il nome del territorio in lingua tedesca (Bosnien-Herzegovina)… ma questo sarà per una prossima delle nostre storie postali.

Vediamo sotto un piccolo campionario di queste prime emissioni postali della Bosnia sotto amministrazione austriaca:


La quartina illustra l’emissione del 1878, ma si tratta di ristampe ufficiali eseguite dall’amministrazione postale austriaca nel 1911, per l’Ufficio Centrale di Bern, sede svizzera dell’Unione Generale delle Poste, che si proponeva di completare le sue raccolte di francobolli degli Stati aderenti.

 

Gli ultimi francobolli sono saggi non dentellati con bordo di foglio, della serie dei valori complementari del 1901 (emessa beninteso con dentellatura).

 

Rivalità nei Balcani

Secondo problema di vitale importanza: l’annessione « definitiva », decisa nel 1908 da Vienna, aveva suscitato l’ira del grande rivale russo preoccupato per il controllo dello stretto del Bosforo e molto attento a difendere i propri interessi nell' Europa balcanica, ma ancor più, aveva ravvivato il rancore del vicino serbo: per questo piccolo Regno, che aveva molto esteso il suo territorio alla fine dell’800 (si veda la fig. 1), si allontanava la prospettiva di poter annettere anche la Bosnia (già ottomana con popolazione slava) al suo dominio. Cosi nacque e si sviluppò un nazionalismo panserbo con lo scopo di compiere l’unità politica degli Slavi del Sud sotto sovranità serba.

Fig.3 – cartolina illustrata stampata per annunciare “la prima visita di S.M. l’Imperatore a Sarajevo e a Mostar”.
Fra le vedute di queste città sono anche raffigurati vari ministri e militari dell’Impero.

Esaminata questa situazione politica, si comprende come la visita imperiale in Bosnia effettuata in questo contesto nel 1910 e così tanto propagandata (fig.3), sia stata recepita dai nazionalisti panserbi come una provocazione, ma vista anche come una utile opportunità (forse unica) di liberarsi dalla dinastia asburgica per sempre…



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