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SUEZ, 1868: FRANCOBOLLI PER UN CANALE

Parte seconda: non sfidate il Khedivè!

 

Lunedì 6 luglio 1868: nel porto di Alessandria d’Egitto sosta il piroscafo postale francese “Saïd”, a bordo, oltre ai passeggeri ed alle merci solitamente trasportate, c’è una cassetta con un contenuto particolare: 4 fascetti di fogli di francobolli… cioè circa 150.000 vignette in toto. Il disegno centrale raffigura un piroscafo stilizzato, vele ripiegate e caldaia sputante il suo fumo, il tutto circondato dalle diciture CANAL MARITIME DE SUEZ e POSTES (fig.1). Si tratta dei francobolli ordinati a Parigi dalla compagnia francese omonima e destinati ad assolvere il pagamento della sua corrispondenza lungo la tratta del cantiere iniziato nel 1859, questa premessa già spiegata nella prima parte della nostra storia (vedi la Parte prima).


Fig.1 – Blocco di 12 esemplari del valore di 1 centime. Non sono francobolli originali emessi nel 1868, ma la produzione realizzata da A. Saatjian nel 1907 (vide infra)

 

LUGLIO 1868: NASCE UN VERO SERVIZIO POSTALE… PRIVATO!


Già nel 1859, la compagnia di Ferdinand de Lesseps aveva deciso di organizzare il trasporto del suo corriere amministrativo fra Port-Said sul Mediterraneo e Suez sul Mar rosso (fig.2): il successo incontrato dal servizio produsse automaticamente lo sviluppo della città di Ismailia sede della compagnia sul cantiere collocato alla metà del percorso del canale (trattini azzurri) e pertanto, conseguentemente, l’incremento del personale della società necessitò di disposizioni che assicurassero maggior professionalità.



Fig.2 – Itinerario del canale dell’istmo di Suez (Kautz stampatore, Parigi)

 

Verosimilmente nel 1860, la compagnia si rivolse alla Posta Europea, cioè a quel servizio postale privato creato nel 1820 dall’imprenditore livornese Carlo Meratti, successivamente incaricato da concessione del governo egiziano del trasporto della corrispondenza all’interno del paese. Per un ammontare di qualche migliaio di franchi all’anno, pagato dalla Compagnia, la Posta europea assicurò dunque, lungo la tratta del cantiere, il trasporto della corrispondenza della compagnia, nonché dei suoi addetti, dei commercianti, negozianti ed imprenditori operando sulla zona del canale… senza nessun onere a carico di tutti questi!
Nel 1865 il governo egiziano acquistò la Posta europea, che diventò quindi la Posta vicereale egiziana. La Compagnia del canale decise però di riattivare in modo autonomo la gestione dell’inoltro della corrispondenza che interessava direttamente il cantiere nominando Gustave Riche in qualità di direttore del neonato servizio postale attribuendogli il titolo di directeur général du Service postal et télégraphique de la Compagnie du Canal de Suez. Nel suo articolo, Michel Melot (si veda la bibliografia) cita una lettera spedita dal Riche alla Direzione generale della Compagnia a Parigi: il nuovo direttore pensa che sia possibile incassare 23.400 franchi all’anno… facendo pagare agli addetti l’affrancatura delle loro corrispondenze!
Ecco perché furono ordinati questi francobolli presso gli stampatori parigini Chézaud & Tavernier: 1 centime nero e 5 centimes verde (fig.3) per l’affrancatura delle stampe e giornali, 20 centimes azzurro per la lettera di primo porto e 40 centimes rosso per la lettera di doppio porto… Ma stando a quel che avrebbe affermato lo stesso Lesseps, solo il facciale di 20 centimes avrebbe avuto un vero scopo postale…forse già si pensava ai collezionisti?!



Fig.3 – Un blocco di 12 esemplari del 5 centimes verde

Per assolvere un vero servizio postale, Gustave Riche aveva previsto e ordinato anche i bolli annullatori per i 12 uffici postali da aprire lungo il cantiere, ma i timbri arrivarono più tardi dei francobolli e rimasero inutilizzati da parte della Posta della Compagnia.

Fig.4 – dal sito del Egypt Study Circle


In effetti una compagnia privata che istituiva il proprio servizio postale emettendo francobolli, sfidava apertamente l’amministrazione governativa egiziana non riconoscendone il potere esclusivo di privativa postale! Le autorità vicereali protestarono e fecero pressione per ottenere la sospensione del servizio. Il giorno 7 agosto 1868 –verosimilmente il giorno dell’arrivo dei bolli annullatori- fu firmato un accordo fra la Compagnia e le poste egiziane: dal 16 agosto l’amministrazione postale khediviale assunse il controllo del servizio postale della Compagnia, con tutti i bastimenti e materiale postali… ecco perché 4 dei bolli previsti dalla Compagnia per i suoi uffici (privati) furono utilizzati dalle poste egiziane per qualche settimana o mese.


SAATJIAN… FALSI MA NON TROPPO!

Le rimanenze di francobolli, vendute sul mercato filatelico parigino negli anni successivi, rimangono anche oggi non comuni e le poche lettere affrancate (21 conosciute finora) si vendono ormai a prezzi altissimi (si veda la lettera riprodotta all’inizio della prima parte). Si capisce quindi che questa serie destò l’interesse dei collezionisti già alla svolta dei secoli XIX e XX e che numerosi falsari intrapresero la produzione delle tanto desiderate figurine… Accanto alla produzione dei “grandi” della falsificazione filatelica, Spiro ad Amburgo, Fournier a Ginevra, che elaborarono la loro versione di questa serie, esiste anche una quantità considerabile di vignette grossolane stampate da falsari anonimi, di poco interesse e date non determinate …
La vicenda di A. Saatjian ci è sembrata, al contrario, interessantissima: questo negoziante filatelico comprò, nel 1907, la pietra originale del valore di 40 centimes, procuratasi, non si sa come da un altro filatelico francese, Leroy d’Etiolles, quando operava in Egitto. Trattandosi di una stampa con sistema litografico, il disegno originale era stato eseguito su questa pietra (non parliamo dunque dell’incisione di un conio di metallo) ed il Saatjian realizzò il “riporto” di 8 disegni su una pietra intermediaria. Questa ultima trasferita 15 volte, poteva stampare fogli di 120 francobolli “quasi originali” (fig.5)!



Fig.5 – Il “francobollo” di 40 centimes, stampato dalla pietra originale


Come qualificheremo questa produzione: ristampa privata? E’ possibile, ma A. Saatjian, modificando il facciale nell’angolo della vignetta su tre altre pietre intermediarie, realizzò anche fogli dei facciali di 1, 5 e 20 centimes: questa volta però senza alcuna remora parleremo di falsi! (fig.6)



Fig.6 – Angolo di foglio del 20 centimes: trattasi infatti della pietra originale del facciale di 40 centimes modificata!


Così, nelle e fra tutte le produzioni “postume” di questa bella serie, emerge l’opera del Saatjian una falsificazione fuor di dubbio, ma… essa comunque è la più fedele all’originale!!

 

BIBLIOGRAFIA

Il grande specialista dei francobolli della Compagnia universale del canale marittimo di Suez è stato il francese Jean BOULAD D’HUMIÈRES. Ha dedicato decenni di studi al servizio postale della compagnia, ai suoi francobolli oltreché alle relative ristampe e falsificazioni. I suoi numerosi articoli sono stati pubblicati da numerose riviste: Les feuilles marcophiles, Documents philatéliques (dall’Accademia francese di Filatelia), L’Orient philatélique, ecc. Nel 1985, ha pubblicato -terzo volume della collana The Private Shipletter Stamps of the World- una sintesi di quasi 300 pagine intitolata The Suez Canal Company. Questo libro permane, finora, il riferimento cardine per chi vuole studiare quest’argomento anche se ne auspichiamo comunque un suo aggiornamento alla luce delle ultime ricerche e scoperte.

Nell’ ottobre 1996, la rivista francese TIMBROSCOPIE ha pubblicato, a cura di Michel MELOT, una sintesi sulla filatelia classica egiziana e le vignette della Compagnia del canale.

Per quanto riguarda la storia del canale di Suez, uno studio di grande qualità è costituito dal libro di Caroline PIQUET (Histoire du canal de Suez) pubblicato nel 2009 dall’editore francese Perrin.

Per il lettore italiano, rinviamo a due pubblicazioni più agevolmente accessibili:

GIUNTINI Andrea, Le meraviglie del mondo: il sistema internazionale delle comunicazioni nell’ottocento, Quaderni di Storia postale n° 32, 2011: il capitolo III è dedicato al canale di Suez, mentre lo stabilimento dell’Overland Route è presentato nel capitolo precedente.

CAROBENE Benito, “Storia postale dell’Egitto”, The Postal Gazette 1-2007: 6 interessantissime pagine dedicate alla sistematizzazione del servizio postale nell’Egitto della metà dell’800.

Aggiungiamo infine i riferimenti al sito:
http://www.philatoforge.co.uk/CSSuezCanalCompany1868_Introduction.html
per una migliore individuazione delle diverse falsificazione di questa serie.

 

ILLUSTRAZIONI

Le fonti delle varie illustrazioni sono indicate nelle rispettive didascalie, i quattro blocchi nuovi sono estratti dalla collezione dell’autore e sono delle “produzioni” di A. Saatjian, eseguite dal negoziante dopo l’acquisto di una delle pietre originali nel 1907.