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Bosnia 1906: una serie ordinaria…
alquanto straordinaria!
prima parte: Francobolli per un paese senza nome!

1906. La stampa filatelica europea si stupisce per l’inconsueta emissione di una serie di francobolli illustrati, emessi dall’amministrazione postale austriaca per un territorio un po’ particolare: una provincia che farà parlare di sé nel 1914 e precisamente in un certo 28 giugno… Accenniamo alla provincia ottomana di Bosnia ed Erzegovina che dal 1878 fu occupata dall’esercito austro-ungarico e, successivamente, nel 1908 annessa all’Impero. La cartina sottoriprodotta individua le 14 province austriache dell’impero (colore giallo chiaro), la parte ungarica (giallo scuro) e la Bosnia (colore arancio, con Sarajevo come capoluogo).

Fino alla metà dell’800, i Balcani erano in gran parte sotto la sovranità dell’Impero ottomano, costituendo la cosiddetta “Turchia d’Europa”. La storia della penisola balcanica fra gli anni 1870 ed il 1913 fu la storia dell’arretramento della potenza ottomana e quella dell’affermazione dei sentimenti nazionali dei popoli europei. Rivolte e guerre balcaniche: tanti avvenimenti che permisero dapprima l’autonomia e poi l’indipendenza di Serbia, Romania, Bulgaria, Montenegro, Grecia ed Albania. Nel 1906, quando i nostri francobolli furono emessi, ancora però una gran parte dei Balcani restava sempre sotto il dominio degli Ottomani. Il confronto fra le due cartine sotto riprodotte: i Balcani fra il 1878 ed il 1912 (sinistra) poi nel 1913 (destra), documenta e certifica il momento storico

(Fonte: treccani.it)

(Fonte: zanichelli.it)


A questa preponderante evoluzione politica, si sovrapponeva una seconda tendenza forte: la competizione fra due potenze europee motivate dai loro propri interessi. Da una parte l’Impero russo, preoccupato del controllo eventuale e futuro dello stretto del Bosforo, dall’altra l’Impero austro-ungarico, attento a preservare i suoi interessi economici e politici nei Balcani. Nell’ambito di questo antagonismo, Vienna segnò punti a suo favore quando, nel 1878, il Congresso di Berlino affidò l’occupazione delle due province ottomane di Bosnia e di Erzegovina alla monarchia austro-ungarica.

Emissione del 1878: ristampe del 1911 eseguite alla richiesta dell’UPU.

Una premessa geopolitica si rende necessaria ed indispensabile per comprendere l’originalità e la complessità della situazione di questo territorio di Bosnia, formalmente provincia ottomana (fino al 1908), ma occupata ed amministrata da un potenza straniera: l’impero austro-ungarico. Emettere francobolli, manifestazione di sovranità, era davvero un affare politico! Vienna decise dunque di stampare francobolli con lo stemma austriaco, ma senza riportare l’identificazione né del territorio né dell’unità monetaria (Kreuzer fino al 1899, poi Heller e Krone). Francobolli anonimi! Fu così per quasi trent’anni, la Bosnia: un paese senza nome. Una prima emissione nel 1878 con le cifre del valore in alto (quartine sopra), una seconda nel 1900 con le cifre del valore in basso all’epoca della riforma monetaria (lettera sotto), poi qualche valore complementare nel 1901 (cifre in basso ma di colore nero per una migliore leggibilità). Si dovrà aspettare il 1906 per avere francobolli illustrati recanti anche il nome del territorio in lingua tedesca (Bosnien-Herzegowina)

Lettera per l’Austria impostata a Sarajevo il 21 luglio 1900. Si tratta di una lettera spedita dai servizi del Governo della provincia (Landesregierung): troviamo il timbro amministrativo a sinistra sulla soprascritta ed il chiudilettera a tergo.


QUANDO UN ARTISTA DISEGNA FRANCOBOLLI

L’amministrazione postale viennese, per la realizzazione di questi nuovi francobolli, scelse Koloman MOSER, maggiore esponente del movimento artistico/culturale della “Secessione viennese”, sviluppatosi all’inizio del secolo. 19 artisti, fra i quali molti pittori ed architetti, si associarono staccandosi dall’Accademia di Belle Arti, ormai considerata troppo tradizionalistica e conformista. Gli artisti di questa nuova corrente non solo concepirono e produssero una propria rivista (Ver Sacrum) per pubblicizzare la loro azione, ma programmarono anche di disporre di una sede idonea, quale sarà poi il Palazzo della Secessione, che venne costruito negli anni 1897-1898. Il progetto approntato dal noto pittore Gustav Klimt non fu adottato, ma diventò comunque fonte d’ispirazione. La realizzazione del “Palazzo” fu opera del giovane architetto Joseph Maria Olbrich, allievo del famoso Otto Wagner (1841-1918), che si era conquistato fama e prestigio con numerose e diversificate opere: chiese, ville, palazzi, stazioni della metropolitana.

Koloman MOSER (1868-1918) e la sede viennese della Secessione

Fino ad allora la maggior parte dei francobolli emessi nel mondo, si limitavano al riprodurre effigi reali, allegorie politiche o stemmi dinastici. Vienna rinnovò la tradizione e decise di farne concepire una serie che raffigurassero paesaggi naturali e vedute di città bosniache, lasciando comunque riservato il valore più alto all'effige dell’Imperatore! Questa prima serie inaugurò una collaborazione fra Koloman Moser e le Poste austriache, sodalizio che si protrarrà fino alla morte dell’artista avvenuta nel 1918. Koloman Moser realizzò la serie di francobolli e le cartoline austriache del Giubileo del 1908, già proposti ne Il Postalista poco tempo fa (http://www.ilpostalista.it/lv/lv36.htm), nonché altre varie figurine (per giornali, segnatasse, per gli orfani e vedove di guerra) e più tradizionali effigi: l’imperatore Carlo successore del vecchio Franz-Joseph morto nel novembre 1916 ed anche, nel 1912, il profilo del principe di Liechtenstein, in occasione della prima emissione di francobolli di questo piccolo territorio, finora dipendente dall’amministrazione postale dell’Austria.

K. Moser, studio grafico per una interpretazione modernista dell’aquila asburgica.
(Archivio postale dello Stato, Vienna)


COLLEZIONISMO ED USO POSTALE SI INCONTRANO

Disegnati da Moser, i francobolli furono incisi in calcografia dal professore Ferdinand Schirnbock e considerati, dalla stampa dell’epoca, come una delle più belle serie di figurine postali del mondo. Per l’Amministrazione postale viennese lo scopo era sicuramente triplo.
Tecnico: si poteva sperimentare la realizzazione di francobolli di grande formato necessitando un modus operandi molto esigente (accuratezza dell’incisione prima e della stampa dopo), il successo bosniaco del procedimento sarebbe stato concretizzato successivamente nell’emettere francobolli di questo tipo per la stessa Austria.
Economico: i francobolli, connotati per la loro bellezza, sarebbero potuti esser venduti anche ai collezionisti europei. Noi però non dobbiamo ravvisare solo l’operazione commerciale perché dal 1906, data della loro emissione, al 1912 furono I SOLI francobolli venduti agli sportelli postali bosniaci per assolvere i diritti di posta.
Diplomatico: Vienna, agli occhi del mondo voleva confermare e ribadire che la Bosnia (formalmente ottomana fino al 1908) era un territorio del quale poteva gloriarsi l’Impero degli Asburghi!
Compiuto questo breve excursus storico, eccoci giunti al momento di dare compiacimento al nostro lettore presentandogli questa serie di francobolli nella loro versione non dentellata.

Doboj, Mostar col suo famoso ponte, Plivator:

Narenta, Ramatal, il fiume Vrba:

Il ponte di Mostar, la moschea di Sarajevo ed un postino con l’asino:

Jezero, un carretto postale, il bazar (mercato) di Sarajevo:

Autocarro postale (siamo comunque nel secolo XX°!), altro quartiere commerciale di Sarajevo, la torre San Luca di Jajce ed infine, chiaramente d’obbligo, l’imperatore Franz-Joseph :

 

Continua con la seconda parte:
“prove ed altre variazioni”