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1914: DUE BUONE RAGIONI
PER SEQUESTRARE UNA LETTERA!

Seguiremo oggi il percorso di una lettera spedita dall’ufficio austriaco di Costantinopoli il giorno 1° agosto 1914 ed indirizzata a Parigi alla succursale francese della Banca imperiale ottomana…


LA TARIFFA

Per una lettera raccomandata, del secondo scalino di peso, spedita da un ufficio austriaco del Levante, l’utente doveva affrancare la sua missiva per 2 piastre e 30 para. Precisiamo la composizione dell’ammontare:

Lettera primo porto: 1 piastra
+ 20 grammi supplementari: 30 para
Diritto di raccomandazione: 1 piastra

Il lettore attento avrà notato la curiosa affrancatura: è composta di tre valori: 2 piastre, 20 para… e 5 centimes!
Numerose amministrazioni postali europee mantennero, dal secolo XIX° alla fine del 1914, i propri uffici postali nell’Impero ottomano, facendosi una accanita concorrenza. Tutte queste amministrazioni emettevano francobolli in moneta turca (1 piastra = 40 para), l’amministrazione francese però incrementava le sue emissioni aggiungendovi anche francobolli in franchi (= 100 centimes), moneta più vantaggiosa e stabile: molte ditte europee usavano la posta francese proprio per questa ragione. La posta austriaca, dal 1903, per contrastare con forza la potente concorrenza francese, decise di vendere anche essa francobolli in centimes e francs , anche se, ufficialmente, questi francobolli erano destinati unicamente… agli uffici dell’isola di Creta, in quanto potevano essere usati in qualsiasi ufficio austriaco del Levante, purché rispettassero questa parità :

1 piastra = 25 centimes / 20 para = 10 centimes / 10 para = 5 centimes.

Ecco un piccolo campionario per capire queste emissioni « parallele »:

Quando non di favore o a scopo collezionistico, le affrancature austriache miste francs o centimes/piastre o para sono molto pregiate, e qui non abbiamo una lettera « filatelica »!

IL PERCORSO

Sarajevo, 28 giugno 1914.
Illustrazione di Achille Beltrame per « La Domenica del Corriere »

 

Dopo l’assassinio dell’Arciduca Francesco-Ferdinando a Sarajevo, il 28 giugno 1914, l’Europa è presa nell’ingranaggio delle alleanze:

Il 28 luglio, l’Austria-Ungheria dichiara guerra alla Serbia,
Il primo agosto, l’impero tedesco dichiara guerra all’Impero russo,
Il 2 la Francia mobilita il suo esercito,
Il 3 la Germania dichiara guerra alla Francia,
Il 4 l’Inghilterra entra in guerra a sua volta,
Il 1 novembre, l’impero ottomano entra in guerra, alleato alla Germania e all’Austria.

In questa situazione d’incertezza, la nostra lettera impostata il giorno 1° agosto a Costantinopoli, viene inoltrata, come di solito, sulla strada ferrata che collega la capitale ottomana con Vienna attraverso i Balcani, ovvero sul famoso Orient-Express. Ma … il confine fra Serbia e Austria è chiuso a causa dello stato di belligeranza in essere. Si può ipotizzare senza rischio di errore, che la posta possa quindi essere stata diretta via mare verso Kustendje, successivamente raggiungendo Bukarest ed infine Budapest: perché questa, come ci comprova la riprodotta cartina della rete ferroviaria dell’Orient-Express, era la rotta alternativa a quella di Belgrad.


La dichiarazione di guerra fra Germania e Francia aveva prodotto conseguentemente anche la chiusura del confine fra i due Paesi: il solo punto di passaggio per la posta era perciò la via di Svizzera. L’Ufficio di scambio è quello di Berna che era in relazione con l’ufficio francese di Pontarlier il quale deve comunque operare rispettando le nuove direttive promulgate.


In osservanza di una circolare già emanata, che aveva vietato lo scambio delle corrispondenze con Germania ed Austria, una Commissione di controllo postale era stata istituita a Pontarlier col codice “110” : essa aveva come scopo prioritario, non solo quello di intercettare queste corrispondenze ancora in circolazione, ma, dopo averne esaminato il contenuto, se questo si fosse rivelato ostile e dannoso per il proprio Paese, bloccare il suo proseguimento postale con ogni mezzo effettuandone non solo la confisca, ma addirittura la sua distruzione.

IL SEQUESTRO

La nostra lettera non solo era stata spedita da Costantinopoli dalla banca d’un Paese quasi nemico (gli stretti rapporti politici, militari ed economici della Turchia con la Germania erano conosciuti già dall’ inizio del ‘900…), ma era stata inoltrata anche dalla posta di un Paese ora innegabilmente acclarato nemico qual era l’Austria! Due più che valide e buone ragioni per confiscare la missiva!

Così furono apposti i timbri:
1. lineare SAISI PAR L’AUTORITÉ MILITAIRE, cioè “sequestrato dall’autorità militare”
2. ottagonale con lo stesso testo
3. a doppio cerchio MINISTÈRE DE LA GUERRE / CONTRÔLE POSTAL PONTARLIER
4. ovale OUVERT / PAR L’AUTORITÉ MILITAIRE / 110, cioè “aperto dall’autorità militare”

La datazione dei vari tipi di bolli ci permette di ipotizzare che la disamina della busta e del suo contenuto sia stata effettuata al volgere dell’anno 1915/1916! Sulla busta, il cui contenuto si era rivelato innocuo, a matita rossa fu effettuata la rettifica à acheminer / ordre de… (“fare proseguire per ordine di…”) e non quella di SAISI PAR (“sequestrato da”) ed il bollo ottagonale fu cancellato! La busta fu anche risigillata a mezzo carta gommata intestata POSTES ET TÉLÉGRAPHES e recapitata al destinatario o all’ufficio di gestione dei fondi nemici.


BIBLIOGRAFIA

BOURGUIGNAT Jérôme, Le contrôle postal et télégraphique français pendant la première guerre mondiale (1914-1921), Accademia francese di filatelia, 2010.