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Propedeutica alla marcofilia italiana

di Arnaldo PACE (L'Annullo n° 36 - 37/1981)

Da qualche tempo non pochi collezionisti si sono accorti che il raccogliere solo francobolli di nuove emissioni non dava più loro molta soddisfazione. Ed ecco che l'interesse si è spostato verso le "timbrature": un settore collezionistico non privo di un innegabile fascino.
Raccogliendo il suggerimento del Consiglio Direttivo della nostra Associazione, nelle pagine che seguono ho riportato le impronte dei timbri forniti sia agli Uffici postali esistenti nel 1861 che a quelli di nuova istituzione.
La classificazione (molto schematica proprio per far si che anche i nuovi collezionisti possano avere un minimo di ausilio sulla conoscenza dei timbri-annullatori in uso nel secolo scorso) si ferma al 1901.

Il 14 Marzo 1861 Vittorio Emanuele II, re di Sardegna, prendeva per sé e i suoi discendenti il titolo di Re d'Italia; il 17 Marzo a Palazzo Carignano a Torino aveva luogo la prima seduta del nuovo Parlamento Italiano che sanciva la Costituzione ufficiale del Regno che comprendeva:
- tutti i territori del Regno di Sardegna, meno il Ducato di Savoia e la Contea di Nizza (passati alla Francia nel 1860) ;
- i territori dei Ducati di Modena, Parma e Piacenza, del Granducato di Toscana e delle Provincie emiliane già appartenenti allo Stato della Chiesa, annessi in seguito ai plebisciti dell'11 e 12 Marzo 1860;
- tutta la Lombardia, meno Mantova e una parte della sua Provincia, in esecuzione del Trattato di Villafranca (11 Luglio 1859) e della Pace di Zurigo;
- il Regno di Napoli, annesso con plebiscito del 21 Ottobre 1860, e quello di Sicilia, le Marche e l'Umbria, annessi in forza dei plebisciti del 4 e 5 Novembre 1860.

Nel 1866 è la volta dell'annessione del Mantovano e del Veneto fino allora sotto il dominio austro-ungarico; nel 1870 del Lazio, con Roma dichiarata capitale d'Italia ed il potere temporale tolto a Pio IX (Giovanni Maria Mastai-Ferretti) Papa dal 1846 al 1878.
L'Italia, nella quasi totalità dei suoi confini naturali, è unificata.

Da queste poche note storiche si potrà meglio comprendere quale stretta aderenza ci sia fra fatto storico e fatto postale e quale importanza possa avere una raccolta degli annullamenti dell'800.
Unificato il Territorio, per unificare anche l'apparato amministrativo, nel nostro caso quello postale, i problemi da risolvere non erano pochi visto che ogni ex-Ducato aveva proprie tariffe e propri annullamenti.
Si iniziò col risolvere il problema delle tariffe: dal 1° Gennaio 1863 si ebbe una tariffa unitaria per il primo porto della lettera, in 15 centesimi.

1
Doppio cerchio con "rosetta": usato negli Uffici di 1a Classe.
1a
Doppio cerchio con "D": usato dagli Uffici di Distribuzione Mandamentale.
1b
Doppio cerchio con "C": usato dagli Uffici di Distribuzione Comunale.
1c
Doppio cerchio con "R": usato dagli Uffici di Distribuzione Rurale.
1d
Doppio cerchio con la indicazione della provincia.
2
Cerchio piccolo con "ore" (dalle 5 del Mattino alle 11 di Sera): usato dagli Uffici principali.


Questi sei tipi, propri dell'ex regno di Sardegna, vennero distribuiti a tutti gli Uffici postali del Regno d'Italia e adoperati fino al 1877.

3
Cerchio piccolo "tipo inglese": sperimentale usato a Firenze nel 1863.
3a
Cerchio piccolo "tipo inglese": sperimentale usato a Torino nel 1864.
4
"Corsivo inglese"; in dotazione alle Collettorie Rurali dal 1°.2.1864.
5
"A punti" con il Numero proprio dell'Ufficio: distribuito a tutti gli Uffici dal 5.3.1866 e rimasto in uso fino al 30.4.1877.
6
Posta militare Italiana: III Guerra d'Indipendenza. "A punti" con numero "romano" (da I a XXIX): in uso dal Maggio al 28.10.1866.
6a
"A punti" con "Q.G.P." (Quartier Generale Principale) o "Q.G.S." (Quartier Generale dell'Esercito): in uso come il tipo 6.
7
Doppio cerchio con numero "arabo" da 1 a 29) in uso dal 23.5 al 22.7.1866 e, con indicazione della Divisione, in uso dal 10.8 al 28.10.1866.
8
"A sbarre": Provvisorio di Firenze, accoppiato sempre al nominale a un cerchio di Firenze-Ferrovia in uso negli ultimi mesi del 1876.
9
"A sbarre", con il numero proprio dell'Ufficio, distribuito a tutti gli Uffici in sostituzione del tipo 5, dal 30.4.1877 e rimasto in uso fino al 31.12.1889.
10
Cerchio grande detto "italiano" (sostituì i tipi 1/1 d e 2). In uso dal 1877 al 1890. Dei diversi tipi i più comuni sono: senza "stelletta" in basso al centro. 10 a
10a
con "stelletta" in basso al centro.
11
“A cannocchiale” (tipo 10, e sue varianti, accoppiato al tipo 9). In uso dal 1879. Inseriti i due timbri in una macchinetta con una sola operazione si otteneva l’obliterazione (con il timbro “a sbarre”) e la indicazione del luogo di partenza (con-il timbro a un cerchio).
12
"Ottagonale": usato dalle Collettorie di 1" Classe. in uso dal Marzo 1883 al 1889.
13
"Quadrato": usato dalle Collettorie di 2" Classe. Dal 1°.1.1887 al 1890.
14
"Esagono a sbarre" detto "bizzarro": usato dagli Uffici capoluoghi di Provincia: dal 1890 al 1895. Con località, e "ore" oppure con indicazione di servizio. Sostituì il tipo 9.
15
"Cerchio riquadrato": in uso dal 1890. Con "stelletta"in basso o con indicazione della Provincia. Sostituì il tipo 14.
16
"A cannocchiale" tipo 15. In uso dal 1892, circa, al 1900. Vedasi nota al tipo 11.
17
Timbro-annullatore particolare usato a Milano, Roma, Torino, Napoli e Verona dal 1890 al 1900.
18
Cerchio "con lunette", usato da tutte le Collettorie passate a Ufficio: dal 1891 al 1960. Sostituì i tipi 4, 12 e 13.
19
Doppio cerchio "con lunette e barre". Sostituì il tipo 15.
20
(20-20a-20b) Alcuni esempi di timbri-annullatori adoperati, in occasioni varie, da Uffici postali straordinari. Per un elenco completo si rimanda alla pubblicazione dell'ANCAI: Catalogo degli annullamenti italiani 1871/1900.
20a
20b
21
(21-21a) Alcuni tipi di annulli apposti sulla corrispondenza lavorata sugli Ambulanti (vagoni postali adibiti a Ufficio postale viaggiante). Oltre a questi due tipi vennero adoperati anche, con indicazioni specifiche, i tipi 10, 15 e 19.
21a
22
Bollo "di stazione": nome della località dove veniva imbucata la corrispondenza che veniva poi lavorata sugli Ambulanti.
23
(23-23a) Timbri-annullatori adoperati sugli Ambulanti dai "Messaggeri" (impiegati postali viaggianti). In uso dal 10 Luglio 1887.
23a
24
Bollo apposto sulle missive lavorate a bordo di Navi.
24a
Bollo apposto sulle missive lavorate a bordo di Piroscafi.
24b
Tipo di Annullatore usato su navi da guerra. (la corazzata Dandolo fu in servizio dal 1878 al 1920).
25
(25-25a) Bolli o annulli apposti su corrispondenze impostate nei porti e fatte poi proseguire "via mare". Anche con lettera "A" e "B" al centro.
25a
26
(26-26a) Annulli apposti su missive lavorate su piccoli piroscafi facenti servizio sui laghi.
26a
27
Bollo "di provenienza" apposto su lettere imbucate in località ove facevano scalo i piroscafi in servizio sui laghi.
28
Annullo meccanico a targhetta detto "a bandiera": in uso dal 1901 nelle città di Brescia, Genova, Milano, Napoli, Roma e Torino.
29
Bollo apposto su corrispondenze insufficientemente affrancate.
30
(30-30a) Bolli relativi al pagamento della tariffa in osservanza di convenzioni postali con altri Stati.
30a
31
Bollo che giustificava la giacenza temporanea di lettere consegnate all'Ufficio postale essendo già passato l'incaricato al ritiro della stessa.
32
(32-32a) Bolli che indicano determinati servizi chiesti dall'utente.
32a

33

Applicato in arrivo al verso delle lettere.
34
Bollo apposto su i segnatasse quando la tassazione non poteva, per ragioni varie, essere incassata dall'Ufficio postale destinatario (in pratica: di scarico per fini contabili).
35
Bollo indicante il "Porto Pagato" della tariffa fino a destino.
35a
Bollo, su lettere dirette oltre confine, indicante il "Porto pagato della tariffa fino a Destino".
36
(36-36a-36b) Bolli che indicavano quando era stata effettuata la consegna della corrispondenza da parte del portalettere.
36a
36b
37
Bollino usato dal portalettere e indicante il Numero del quartiere postale da lui servito.
38
(38-38a) Bolli attestanti l'avente diritto alla franchigia (corrispondenza in esenzione di tassa postale spedita da Autorità o Enti autorizzati).
38a

Per gli annullamenti, a mano a mano che venivano annessi territori, in essi si introdussero timbri-annullatori in sostituzione di quelli delle passate Ami nistrazioni, sulla falsariga, all'inizio, di quelli già in uso nel regno di Sar degna.
In questo lavoro sono state riportate le impronte dei timbri principali escludendo quelle che potremmo classificare come `varietà", ad esempio: i datari, in parte o tutti, capovolti rispetto al nominativo della località. Queste varie tà possono arricchire certamente una raccolta sulle timbrature, occorre solo osservare con attenzione le impronte per scoprirle e si tenga presente che "errori" capitavano primo, in virtù del fatto che i timbri avevano, e hanno ancora, parti mobili, secondo, che cento anni fa gli impiegati postali lavoravano con lampade a petrolio e quindi facile e perdonabile era un eventuale errore di impostazione del timbro che ad ogni ora doveva essere cambiata.
Ho visitato decine di Esposizioni e mai mi è capitato di vedere una collezione improntata sulla evoluzione dei timbri postali.
La presentazione di questa classificazione inciterà forse qualche Amico col lezionista ad approntarne una su questo tema?
Lo spero, sarebbe la migliore dimostrazione che non esistono solo raccolte miliardarie ma anche di più modeste degne lo stesso di essere ammirate ed apprezzate.

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