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...continuiamo con il novecento

di Mario POZZATI (L'Annullo n. 154)

Trattando il '900, ricordando agli ardimentosi lettori che se con l'800 alla fin fine abbiamo scoperto che non si sapeva poi molto, col '900 salta fuori che se ne sa ancora di meno...

1899 ?

annulli a ponte con barre e senza barre

scopo
Ignoto, probabilmente testare anche questo tipo di timbro, molto diffuso in area nordica (Svizzera, impero Germanico ed Austro-Ungarico, Danimarca, Svezia e Norvegia, ecc.). Il suo vantaggio consiste nel maggior spazio per la data, mentre ne resta meno per le diciture della corona.

distribuzione
Ignota. Conosco solo sei uffici (si veda "periodo d'uso" sotto), ma comunque la sua diffusione dev'essere stata minima.

fornitori
Ignoti, comunque non fu Güller (non risultano forniture all'Italia di tale timbro nei registri della Ditta).

periodo di fornitura
Ignoto.

periodo d'uso
Ignoto. Conosco con le barre Roma Stazione nel dicembre 1899, Brescia Esposizione nel giugno/settembre 1904 e nell'agosto/settembre 1909, San Remo Raccom. nel giugno 1901, Spezia Raccom. nell'ottobre 1901 e Livorno Raccom. nel febbraio 1902, mentre senza barre conosco Roma Raccom. nel gennaio 1919 e ottobre 1924.

note
Nei territori ex austro-ungarici annessi dopo la prima guerra mondiale erano in uso anche annulli di questo tipo (in tedesco brückenstempel, cioè timbro a ponte); ovviamente non si tratta di annulli di fornitura italiana ma dei preesistenti annulli rimasti in uso fino alla loro sostituzione dopo vari anni.


(dal n. 155: Dutto ci segnala una data ancora più vecchia di quelle riportate per un doppio cerchio con lunette barrate ad Asmara usato già il 22/12/1890)

 

1907

doppio cerchio piccolo Güller


scopo
Ignoto, probabilmente si tratta di un altro test. La piccola dimensione e la data comprensiva di ora ne fanno un timbro di non sempre agevole decifrazione, anche se gli esempi che ho visto sono buoni come leggibilità.

distribuzione
Uffici Centro e Ferrovia di Milano, Torino, Genova, Roma e Napoli.

fornitori
Ditta Güller.

periodo di fornitura
Quattro timbri a Roma Ferr. nell'agosto 1907 ed altri 35 timbri per i dieci uffici di cui sopra nel gennaio/febbraio 1908.

periodo d'uso
Conosco date dall'aprile 1908 al novembre 1910.

1908

lunette vuote

scopo
Ignoto, anche se probabilmente si tratta di un ulteriore test, che stavolta ebbe un successo enorme a giudicare dalla diffusione successiva, e non solo in Italia. In pratica tale forma divenne quella forse più diffusa del '900.

distribuzione
Ubiquitaria. I primi sette timbri vennero dati a Milano Ferrovia (2 esemplari), Alessandria Ferrovia, Castellammare di Stabia (v. note) e tre muti, poi c'è una notevole quantità di servizi viaggianti, per approdare infine a tutti gli altri tipi di uffici.

fornitori
Il primo fu la ditta Güller che ne fornì circa 1350, a cui si affiancarono nel tempo molti altri fornitori locali. Conosco ad esempio Ballemano di Torino, di cui però non ho altri dati.

periodo di fornitura
Quello della ditta Güller va dall'aprile 1908 al febbraio 1910, ma le forniture continuarono (ovviamente con notevoli variazioni "stilistiche") fino all'adozione dei timbri col C.A.P. (fine anni '960). Alcune di queste le vedremo con maggiore dettaglio nel seguito.

periodo d'uso
Ho riscontrato date dell'inizio del 1909, ma probabilmente esisteranno anche date del 1908. L'uso si protrasse fino ad usura dei timbri, tanto che sporadicamente ne salta fuori qualcuno ancora oggi, forse riemerso da qualche cassetto!

note
Già uno dei primi timbri forniti da Güller (aprile 1908) riporta il numero d'ordine della provincia al posto della città capoluogo (Castellammare di Stabia, con "40" anziché "Napoli" come del resto avveniva nelle targhe automobilistiche).
Güller fornì anche vari timbri con la corona non incisa. Per le forniture successive si veda nel seguito.


1911

Libia / Egeo gomma

scopo
Ignoto, ma forse per fornire in fretta gli annulli ad uffici lontani dalla madrepatria e quindi dai fornitori abituali. Si tratta infatti di datari in gomma.

distribuzione
Conosco gli uffici civili delle Isole dell'Egeo e vari uffici di Posta Militare della guerra di Libia.

fornitori
Ignoti.

periodo di fornitura
Primi tempi della guerra di Libia, che portò in seguito all'occupazione del Dodecanneso.

periodo d'uso
Limitato, in quanto, essendo di gomma, si consumavano a contatto con gli inchiostri ad olio usati al posto di quelli a spirito adatti a timbri in gomma.

note
I tipi sono svariati, ma tutti di ampio diametro per accogliere il datario a rocchetti in gomma, che è ovviamente molto più largo di quelli metallici.

la grande nebbia - 1910/1950

sguardo d'insieme
Dagli anni '910 comincia l'affermazione su larga scala negli uffici postali italiani dei timbri manuali con datario tipo Güller, cioè su una sola riga, mentre va ad esaurimento l'uso dei vecchi modelli col datario su più righe (tondo riquadrati e cerchi grandi), che sopravvivono nell'uso via via sempre più sporadico per un ventennio circa.
In seguito, poi, dovrebbero essere state emanate direttive per le quali le nuove forniture, sia per uffici di nuova apertura sia per rifacimenti di vecchi timbri per usura o altro, andavano gestite localmente a livello di Direzione Provinciale. Questo portò ovviamente a rivolgersi a incisori e fornitori locali, il che fece apparire timbri di tutte le fogge e misure. Di tutto ciò non sappiamo nel dettaglio praticamente nulla, ma ne vediamo le "conseguenze" nelle nostre collezioni, dove compaiono i tipi più disparati di timbri, ed è ovviamente impossibile parlarne come ho fatto finora, cioè a livello di blocchi di forniture con caratteristiche uniformi.
Infine, come forse qualche lettore ha notato, alcune delle tipologie di timbri trattati finora li ritroviamo più o meno simili fino agli anni '970 (doppi cerchi con e senza barre e annulli con lunette), e non sempre è agevole distinguere le forniture iniziali da quelle successive.
Per tutti questi motivi (mancanza di dati certi, ripetitività dei modelli, passaggio a forniture fatte a livello locale) ho pensato di limitarmi a riassumere le varie forme possibili nello schema seguente, elaborato a partire da quello di Mario Giannelli apparso nel suo lavoro a puntate sugli annulli delle Navi civili italiane. Lo schema è puramente grafico, nel senso che tiene conto solo degli elementi del suo "disegno" (cerchi, barre, lunette, ecc.), e quindi è arbitrario e possibile di "rivoluzionamento" appena qualcuno avrà il tempo e la voglia di lavorarci su organicamente.

Come potete vedere nel n. 129, la numerazione di Giannelli è basata sulla cronologia di introduzione degli annulli sulle navi civili, ma, dopo molti ripensamenti, ho ritenuto opportuno proporne un'altra perchè, pur rimanendo l'arbitrarietà della classificazione non basata su dati certi, almeno conglobasse in uno schema lineare, suscettibile di ampliamenti, tutti i possibili elementi grafici dei timbri manuali. Ho anche aggiunto una tabellina dei blocchi datari, perchè anch'essi sono fondamentali ad una corretta descrizione dei timbri, come pure i diametri, il numero di barre ed i fregi che esamineremo prossimamente se darete seguito a questa avventura. Infine propongo di numerare gli annulli ottocenteschi già molto più noti con numeri romani.
Infine ribadisco che negli schemi ho cercato di inserire tutte le combinazioni teoricamente possibili, ma non è detto che siano stati costruiti timbri per ognuno dei tipi elencati.
Rimarrebbero fuori gli annulli ovali (per i quali propongo lo stesso numero dell'annullo tipo seguito da "Ov", data la scarsità dei casi), quelli con bandelle (idem con "Ba" per bandella alta e "Bb" per bandella bassa), i muti, i lineari e gli altri timbri accessori. Per i muti, data la molteplicità dei tipi, per non fare troppa confusione tutta in una volta attenderò pareri in merito, alla luce dei quali vedremo come procedere ed eventualmente ripubblicare questi criteri.
Nei sessant'anni presi in esame ci sono comunque alcune tipologie che sembrano rispecchiare una certa regolarità: vediamole più in dettaglio, con gli scarsi dati a disposizione.

 

i tondo frazionari - 1914 - 1926 (?)

Non si tratta di una categoria di forniture di annulli, ma piuttosto di una categoria di diciture riportate nei timbri per oltre un decennio, diffuso in tutte le tipologie di timbri compresi quelli di forniture precedenti (tondo riquadrati e cerchi grandi).

scopo
Ignoto. Possiamo però dire che il frazionario era stato "pensato" dall'apposita commissione nominata il 28/5/1905 per individuare univocamente gli uffici postali nei servizi a danaro: ricordo infatti che la prima cifra (che come già detto indica la provincia) individua la ragioneria provinciale da cui dipende contabilmente l'ufficio e la seconda l'ufficio stesso. Gli elenchi degli uffici postali esistenti all'epoca vengono stilati nel 1906, ma il frazionario lo vediamo comparire solo dal 1909 stampato sui libretti di risparmio, in applicazione della legge di riforma della contabilità delle Poste (L. 24/12/1908 n. 719) in vigore dal 1/8/1909, come da disposizioni operative emanate col § 314 del Bollettino Ufficiale n. 13/1909. La fornitura del "timbrino a frazione da imprimere ecc. ecc." viene annunciata dal § 429 del Bollettino Ufficiale n. 18/1910 del 21/6/1910. Dall'anno contabile 1914-15 (cioè dal 1/7/1914) venne introdotto un nuovo sistema di classificazione degli uffici postali, dove quelli fissi erano individuati dal frazionario e gli ambulanti da una numerazione appositamente istituita; guarda caso le prime apparizioni nei timbri tondi sono appunto del 1914, se si esclude un "Castellammare di Stabia" con indicato un 40 (che è la cifra che contraddistingue la provincia di Napoli) al posto della dicitura "Napoli" già nella prima fornitura della ditta Güller dell'aprile del 1908 (si veda l'illustrazione nelle pagine precedenti).
(da L'Annullo n. 155:

distribuzione
buona parte degli uffici utilizzarono i tondo frazionari, ma non lo conosco nei seguenti servizi:
ambulanti e messaggeri: contabilmente non gli era stato attribuito frazionario e quindi non potevano averlo nel timbro...

  • navi civili: mai visti
  • navi militari: mai visti
  • uffici di posta militare: non conosco timbri col frazionario indicato, anche se gli venne attribuito contabilmente (perlomeno dalla campagna d'Etiopia in poi), probabilmente perchè tale attribuzione avvenne dopo il 1926 (si veda la circolare di cui nel seguito)
  • colonie: in un primo momento venne attribuito contabilmente il "70" per tutte, e di questo abbiamo alcuni esempi, mentre per i numeri attribuiti nel 1936 in Africa Orientale non dovrebbero esisterne nei timbri, alla luce della circolare di cui nel seguito
  • uffici telegrafici: oramai andava avanti la riunificazione dei due servizi (postale e telegrafico), quindi ormai questa distinzione ha un senso limitato.

Ci sono poi alcune province in cui si conoscono pochissimi esempi di tali timbri, o addirittura nessuno (32 e 64, cioè Livorno e Trapani), e questo fa sorgere un'ipotesi. Nel 1926, cioè dopo ben dodici anni di uso di tali timbri, venne emanata una circolare, ripresa anche in seguito, che rimarcava il fatto che negli annulli andava indicata la provincia e non il frazionario. Quindi le Direzioni Provinciali che avevano commissionato ai fornitori locali timbri col frazionario avevano sbagliato, e che d'ora in poi si astenessero dal farlo. Sembra però strano che quasi tutte le Direzioni Provinciali dal 1914 al 1926 avessero frainteso. Solo l'esame di carteggi in merito (che sarebbero negli archivi provinciali delle Poste, ma che restano una chimera...) potrebbe gettare luce su questo aspetto mai considerato in letteratura.

fornitori
Svariatissimi, locali e no, ma ignoti.

periodo di fornitura
Dal 1914 fino al 1926 sicuramente, in seguito per svista, casuale o meno.

periodo d'uso
Dal 1914 (conosco un uso a Intra riportato da Valentini dal 17/5/1914) fino ad usura, quindi in vari casi fino all'introduzione degli annulli col C.A.P.

note
I timbri col frazionario nelle lunette anni '960 (si veda la figura a lato) sono apposti con una macchina bollatrice di costruzione Vallini-Di Blasi e non a mano, e non rientrano quindi strettamente in questo capitoletto. Servivano essenzialmente per i servizi a danaro, soprattutto per l'emissione dei vaglia.

(da L'Annullo n. 155: sui tondo frazionari, che a norma della circolare in merito dopo il 1926 non avrebbero dovuto più essere prodotti, ci sono da aggiungere ulteriori dati su di un particolare annullo riprodotto a suo tempo su"l'Annullo" n. 116 e riportato a fianco. Il frazionario 55/617 fu attribuito all'ufficio principale postale e telegrafico aperto nell'estate 1934 presso l'ufficio stampa del Capo del Governo, che divenne alcuni mesi dopo Sottosegretariato Stampa e Propaganda, mentre nell'elenco del 1943 risulta come Ministero della Cultura Popolare, per sparire nell'elenco del 1954 e venire riattribuito dal 1/7/1967 a Borgata Fidene, trasformata dal 2/5/1972 in Roma 124. Dato che tale ufficio venne aperto nel 1934 il timbro non può essere precedente, e quindi è uno dei pochi casi in cui venne prodotto un timbro con frazionario dopo la circolare del 1926. Ovviamente è molto più appariscente la sua dicitura del tutto anomala, dove il frazionario non prende solo il posto dell'indicazione della provincia, ma addirittura del nome dell'ufficio stesso).

l'anno dell'era fascista - 1930 - 1943 (?)

Anche per questo capitoletto non si tratta di una categoria di forniture ma di una categoria di datari, diffusa in tutte le tipologie di timbri.

scopo
Tra le varie velleità di cambiamento dei costumi propugnate dal movimento fascista ci fu anche l'istituzione del calendario fascista, consistente in una numerazione progressiva in cifre romane degli anni a partire dalla marcia su Roma (28/10/1922). Come detto più volte anche sulla nostra rivista questo sistema di calcolo diede adito spesso ad errori, ma qui ci interessa vedere come questa numerazione venne inserita nei timbri manuali.
La circolare (che però non sono ancora riuscito a leggere) che imponeva l'adozione della nuova numerazione in tutte le Amministrazioni dello Stato è del 25/12/1926 (si veda in merito anche la monografia ACS n. 6 - Francesco Grandinetti - l'anno dell'E.F. nei documenti postali), e quindi il primo anno che si cominciò ad indicare fu il V (28/10/1926 - 27/10/1927), mentre nei datari delle bollatrici meccaniche lo troviamo dal VI (prima data nota 29/2/1928). Ma mentre queste erano ben poche e facilmente modificabili incidendo poche decine di tasselli dell'anno con "28 VI" al posto di "1928" (si veda anche l'Annullo n. 127 e 128), adeguare le parecchie migliaia di timbri manuali era tutta un'altra cosa, ed oltretutto nei normali timbri non c'era posto per gli ulteriori rocchetti riportanti l'era fascista (nel seguito indicata con E.F.). Vediamo quindi come si procedette concretamente.

distribuzione
Teoricamente l'indicazione dell'E.F. era obbligatoria, ma nei timbri postali fino al 1939 si diffuse ben poco. Infatti, come dicevo sopra, inserirla nei datari degli annulli manuali esistenti non era fisicamente possibile, ma riscontriamo anche che ben pochi annulli di nuova fornitura prodotti dopo il 1927 la riportano.
Negli uffici metropolitani conosco pochi esempi di timbri a diametro maggiorato (dai normali 28/30 mm a 30/34 mm circa) con lunette, distribuiti nel corso degli anni '930. Forse si cercò di agire sui timbri che bollavano più posta: infatti le bollatrici meccaniche la riportarono subito, vista anche la facilità d'inserimento nel tassello dell'anno al posto delle prime due cifre del secolo. Per i timbri manuali si fornirono soprattutto gli uffici maggiori (Ferrovia, A.P., Centro, ecc.) di grossi annulli (diametro circa 34 mm) a lunette vuote o con barre, E.F. ed orario, probabilmente del tipo a martello. Pochi uffici non di movimento vennero forniti invece di annulli a lunette di solito vuote con solo l'E.F. (diametro circa 32 mm) o con E.F. ed orario (diametro circa 34 mm, a martello?), coprendo così approssimativamente un 20% degli uffici minori. Come dicevo prima, però, continuarono ad essere normalmente distribuiti soprattutto i "vecchi" timbri diametro 28 mm con lunette e datario senza E.F.
Emblematico è il caso dell'Africa Orientale: durante la campagna di guerra 1935/36 gli uffici di posta militare ebbero in dotazione annulli da 28 mm senza E.F., tranne rarissimi casi di annulli diametro 32 mm con E.F. (conosco in tutto 6 annulli su oltre cento - v. "Il Corriere Filatelico" pag. 146 del 1936). Anche gli uffici etiopici annessi ebbero come prima fornitura bolli senza E.F. tranne ben pochi casi.
Solo dal 1939 le forniture con E.F. si diffusero maggiormente, ma da tale periodo assistiamo anche alla comparsa di un caratteristico insieme di datari con cifre molto più strette di quelle fino ad allora in uso, che permise una diminuzione dei diametri dei timbri nonostante la presenza dell'E.F. e spesso anche dell'orario. Tali cifre le troviamo spesso anche in seguito ed addirittura in annulli col C.A.P. in cui al timbro preesistente venne cambiato solo il piastrino. Tali datari dovrebbero essere quasi sicuramente di produzione Conalbi, e di tale tipologia sono classicamente quasi tutti gli annulli di posta militare italiana della II guerra mondiale, le forniture all'Albania annessa, e tante altre. Resta da rimarcare che comunque le forniture di timbri con datari a cifre più grosse (con o senza E.F.) continuarono parallelamente a queste con le cifre strette.
Un'altra innovazione stilistica si ebbe sempre alla fine degli anni '930 con l'adozione in molti timbri di lunette stondate agli angoli (quelle che ho chiamato tipo 13 anzichè 12), che portano datari sia a cifre grosse (con o senza E.F. ed orario) che a cifre strette (solo con E.F., sia con che senza orario).

fornitori
Sconosciuti (probabilmente anche Conalbi di Milano).

periodo di fornitura
I primi esempi sono del 1930 (?), e senz'altro si andò avanti fino al 1943, e per la RSI fino al 1945, anche se i dati in merito sono molto parziali. Si veda anche quanto detto in "distribuzione".

periodo d'uso
I primi timbri con l'indicazione dell'E.F. che conosco sono del 1930 (si veda anche "distribuzione" e la tabellina nelle "note"). Fino al 25/07/1943 non ci sono appunti da fare, se non sugli errori nell'indicazione (un anno in più o in meno). La furia contro i simboli esteriori del regime, responsabile della disastrosa guerra in corso, si abbattè dopo il 25 luglio subito anche contro questa strana cifra mai digerita del tutto, ma qui spesso si fa confusione. Il fatto che ci siano dei rettangolini neri nelle impronte al posto dell'E.F. non significa che essa sia stata scalpellata, come purtroppo spesso si legge, ma al contrario in molti casi fu sufficiente ruotare i rocchetti delle cifre fino ad arrivare ai settori non incisi, che erano appunto dei rettangolini pieni. In alternativa a questo sistema in seguito si sostituirono i rocchetti con cifre romane con altri "normali" (usati ad esempio per indicare le ore), o a sostituire completamente il castello porta perno e rocchetti con altro più moderno.
L'unico dato ufficiale in merito è una tarda circolare del Governo del Sud (circolare n. 69 del 27/4/1944, in B.U. n. 1/1944 § 6), che dice semplicemente "Dev'essere provveduto immediatamente a far asportare l'indicazione dell'E.F. dai bolli usati da qualsiasi ufficio". L'effettiva eliminazione avvenne però in un lunghissimo arco di tempo, che va appunto dai primi interventi dell'estate 1943 ad una più estesa "bonifica" nel '45/'47, ma lasciando comunque dei "superstiti" dimenticati che rimasero in uso (tanto nessuno più ricordava cos'era quello strano numero romano) fino alla totale sostituzione dei timbri nel '69/'72.

note
Per meglio riassumere quanto detto finora su tali timbri ho elaborato una tabellina riepilogativa dei tipi più consueti:

(da L'Annullo n. 155: Ad integrazione della tabella pubblicata a pag. 50 del n. 154 esistono molti timbri, con lunette vuote, stondate o barrate, e con diametro di 34 millimetri o più e con l'indicazione dell'era fascista ma non dell'orario, e vennero distribuiti soprattutto in Africa Orientale; sono tutti con cifre grosse e non sottili. - L'autore inoltre ringrazia: chi ci ha aiutato con notizie e fotocopie: Amoroso, Bogoni, Cataldi, Consolini, De Lorenzo e Paolino. Voglio anche citare espressamente Alfredo Alabiso, che per decenni tenne sul "Filatelico" di Catania una fondamentale rubrica di marcofilia, unica per l'epoca in quanto riportava regolarmente dati non solo sugli annulli filatelici ma anche su quelli ordinari, solo esempio all'epoca di tale lungimiranza.)

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