MEMORIE
di Antonio Rufini

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Memorie di un anziano collezionista di storia postale (LVIII parte):

CHIUDILETTERA DELLA LEGA NORD USATI PER POSTA

Antonio Rufini

Sono trascorsi trenta anni.
Nel 1993 il Partito politico della LEGA NORD era in piena espansione, guidato dall’allora giovane Umberto Bossi. Quei concittadini che all’apparizione del “Movimento” di Bossi erano rimasti visibilmente scioccati ne furono perfino traumatizzati, dato che dal dopoguerra era stato bandito lo studio della “geopolitica” perché associata –erroneamente- al nazismo, quindi “schifata”. La realtà dagli anni ’90 e seguenti (la guerra nella ex Jugoslavia, la Lega Nord in Italia, i problemi dei Lander della ex D.D.R. in Germania, i problemi di Catalogna e Paesi Baschi in Spagna, Scozia contro Inghilterra in U.K., etc.) dovette far loro prendere atto che ai problemi di geopolitica era stato semplicemente messo il “silenziatore” costituito dal Confronto duro e lungo (40 anni) Est contro Ovest (U.R.S.S. contro U.S.A. + N.A.T.O.) ma che esistevano; a metà del primo decennio del XXI Secolo una lettura degli scritti di Yves Lacoste fece comprendere, ai poveri illusi, che nella vecchia Europa in cui, secondo “essi illusi” i cittadini potevano girare “senza frontiere”, le “frontiere” c’erano ancora eccome, sennò non se ne sarebbe parlato (negandole)……..Mi fermo qui altrimenti il Direttore Monticini mi tira le orecchie perché IL POSTALISTA tratta di filatelia, non d’altro.

Durante i primi raduni della Lega Nord, sicuramente a Pontida, sono stati “emessi” sia dei pseudo “biglietti di banca” da 1 e 5 “LEGA”, sia gettoni, diciamo pure delle “monete” che forse s’usarono per l’acquisto di prodotti e servizi nell’ambito della manifestazione; il tutto convenzionalmente eseguito per fare, come dire, “cassa” per il Partito, iniziativa sicuramente encomiabile e che altri Partiti politici avrebbero dovuto imitare per autofinanziarsi durante i loro “raduni”, chiaramente quei Partiti che i raduni erano in grado di organizzare.
Dal mio indimenticabile amico Tobia Stile (gestiva in Roma centro un negozio di francobolli e monete) ebbi in dono due di quelle pseudo banconote che riproduco qui di seguito fronte/retro:


e seppi che ne furono, negli anni seguenti, emesse, cioè vendute al pubblico, altre di pseudo banconote della LEGA, alcune, figuriamoci, con il ritratto di Umberto Bossi, cosa che sconfinò nel “culto della personalità”, quell’atteggiamento che tanto veniva e viene biasimato per certi Stati e regimi politici non propriamente democratici al 100%. Dopo tre decenni quei pezzi di carta colorata, effettivamente posseduti da collezionisti o Ditte (o solo da speculatori?), hanno avuto una certa “rivalutazione”, ma senza esagerare (vengono ceduti in condizione “fior di stampa”, non hanno circolato): basta dare un’occhiata in eBay per farsene un’idea: pochi Euro.
Dal mio amico filatelista/numismatico ebbi anche in regalo una sola pseudo moneta in bronzo, sempre della LEGA NORD, da 5 Leghe che vado a mostrarvi recto/verso:


ed ho scoperto in seguito che di medaglie simili ne furono emesse da una e due Leghe ed anche da 10 che quindi costituirono una “serietta” completa di 4 e che viene esitata in vendita, oggi, ad una ventina di Euro più spese di spedizione; in 30 anni si sono rivalutate? Non so cosa affermare perchè ignoro quanto costassero all’epoca.

Il mio amico commerciante mi disse francamente cosa pensava di quelle pseudo banconote e monete: cioè che nel corso degli anni non ce ne sarebbe stata una rivalutazione significativamente apprezzabile, che a tenerle nel cassetto non ci si sarebbe “arricchiti” perché non erano mica delle monete metalliche della Repubblica Italiana da £. 500 in argento con le bandiere delle Caravelle “controventate” (quindi pezzi “rari”), ma che però da molti sarebbero state conservate quali testimonianza di un periodo storico dell’Italia, del travaglio dalla prima alla seconda Repubblica e dell’annientamento dei vecchi Partiti politici (1), quelli i quali, nel bene e nel male, avevano comunque partecipato al cambiamento epocale dello Stato, trasformando un Paese prettamente agricolo in un Paese industriale nel quale si viveva e si vive di gran lunga meglio che ai tempi del Regno d’Italia; (ed egli era nato nel 1928…..).

Mi disse pure che la LEGA NORD aveva venduto dei libretti di pseudo francobolli, dei chiudilettera, sempre distribuiti e venduti per incrementare le casse del Partito e che di libretti egli ne aveva avuto solo 4 o 5 che aveva quasi immediatamente venduto, dato che in Roma c’erano già i soliti speculatoci di sempre (e di tutto), ma anche degli estimatori della LEGA NORD che iniziavano ad apprezzare tutto ciò dalla LEGA provenisse, fossero anche delle semplici porcherie; mi confermò pure che prima o poi alcuni chiudilettera sarebbero “passati” per Posta, cioè usati come francobolli autentici e “……lassù nel Nord” (lo disse quasi si trattasse della Scandinavia, alzando braccio e mano destri verso l’alto), in quella che veniva definita “Padania” non sarebbero stati nemmeno tassati perché in loco, negli Uffici Postali, già dovevano esserci degli ultra simpatizzanti della LEGA; “…..prima o poi…..” mi disse “qualche cosa verrà fuori!” e “qualche cosa” significava invii postali sia tassati o anche sfuggiti ai controlli, quindi circolati.

Ho assorbito i concetti filatelici del mio amico e qualcosa da lui me la sono fatta reperire a pagamento, solo qualcosa, ma dell’epoca e di “qui del Sud”, di poco dopo il 1993 perché da quel tempo, diciamo la metà degli anni ’90, non mi trovò più nulla. Qui in Roma (ma anche Rimini e Riccione, Gubbio, Milano, Udine, Torino, Napoli e Genova, ove sono stato in vacanza o per lavoro) non ho più intravisto, in vendita, spedizioni “affrancate” con i chiudilettera della LEGA NORD che o sono state tesaurizzate o proprio non ci sono in circolazione; e si ha un bel daffare a cercare e ricercare in eBay e in Delcampe: Storia Postale affrancata con i chiudilettera della LEGA NORD oggi non appare, non viene offerta.
Ho fatto una piccolissima indagine usando ciò che è in mie mani: i chiudilettera della LEGA NORD (10 con disegni diversi e perfino senza dentellatura) erano contenuti in un libretto che mostro (immagini tratte da Internet), cioè la copertina del libretto ed anche il contenuto interno:

Di quei 10 chiudilettera sopra mostrati ne ho solo tre, come detto non dentellati (in internet si vede che la copertina, lato destro, induce a credere che siano dentellati, ma non è così, anche i miei non lo sono) ma ebbero però trattini di taglio sia orizzontali che verticali già realizzati in tipografia per facilitarne la divisione l’uno dall’altro, in somma non c’era bisogno di forbici per separarli; per i disegni e la realizzazione a stampa il mio giudizio è leggermente negativo: anche a definirli “modesti” si fa un complimento; danno l’idea di un lavoro frettoloso ed economico, non ben curato come la realizzazione delle due pseudo banconote mostrate, ma il fine fu quello di reperire finanziamento per il Partito, non di fare opere d’arte vere.

Quelli che ho sono stati usati postalmente e “non tasssati” e la cosa mi basta; se qualcuno, “…..su nel Nord…..” come diceva il mio amico Tobia, possa averne di più, ben per lui; io qui “nel Sud” ho fatto reperire ciò che era possibile (facendo acquistare a poche Lire forse nei banchetti di vendita nel Circolo “Diena”: 8.000 o 10.000 Lire a pezzo, dodici o tredici volte la tassa postale pagata su ogni oggetto) e, quale piccolo collezionista mi basta.

Dell’uso postale dei chiudilettera della LEGA NORD ne parlò, cioè ne trattò Franco Filanci (2), il quale è una vera autorità tecnica sia nella filatelia in generale che nella Storia Postale; forse sarebbe opportuno che i lettori de IL POSTALISTA vadano a rileggere cosa scrisse in merito proprio il Filanci; s’intende è un suggerimento, non un ordine!
Ed eccovi cos’ho in album:


Questa sopra, (fronte/retro), è una busta da lettera (senza contenuto interno) con doppia finestra, inviata il 15/11/1996 e “lavorata” da Roma San Lorenzo C.M.P. per città; venne riusata, riciclandola, una vecchia busta bianco/verde già impiegata da Roma Belsito nel mese di agosto dello stesso anno 1996 per un qualche recapito fatto dal Servizio Postel di Posteitaliane (si vedano i bolli di consegna al verso); l’uso della busta bicolore è stato fatto sicuramente di proposito, quindi “apposta” allo scopo di eludere eventuali controlli della Posta (mi è uscita fuori un’allitterazione involontaria!); il chiudilettera da “50 Leghe” venne usato come valore da £. 50 per integrare l’affrancatura dei due valori “Castelli” a £. 750 (tariffa dell’epoca per gli invii di primo porto); e forse non c’era nemmeno bisogno di riusare la busta bicolore Postel, dato che già all’epoca (1996) i controlli delle congruenze delle affrancature, nei Centri Meccanizzati delle Poste, erano diventati alquanto blandi perché i Verificatori, cioè i di essi stipendi, costavano all’Azienda postale di più che qualche piccola frode, fatta qua e là da mittenti furbetti o buontemponi!

Valori e chiudilettera hanno avuto la bollatura meccanica e la corona del datario ha appena toccato il chiudilettera della LEGA NORD che però è stato colpito, e bene, assieme al valore “Castello” da £. 200, dalle linee ondulate dell’obliterazione; la pseudo dentellatura a tratti è ben riconoscibile (nella mia scansione) anche per confronto con i dentelli dei due francobolli a destra e a sinistra. Si tratta un MEZZO BELL’OGGETTO POSTALE a causa del reimpiego della busta del Servizio Postel, ma è, comunque, un oggetto di Storia Postale veramente circolata, qualcuno potrebbe dire “bi-circolata”!

Di seguito il secondo oggettino, simile al primo mostrato, talmente simile che, ci scommetterei gli occhiali, ho la vaga idea che sia opera dell’autore del primo propostovi (supporto, cioè riuso di busta Postel; modo di affrancare; data <21/6/1996> di qualche mese antecedente alla precedente busta; buca di impostazione <nella zona della città di “levata” per l’ex C.M.P. di Roma San Lorenzo>; stesso centro di distribuzione <Roma Belsito>; tolto il foglio interno, niente problemi di identificazione del destinatario):


Questa busta qui sopra è finita prima a Roma Belsito, forse per mancanza o per errore di CAP (indicazioni manoscritte a fronte), poi a Roma Spinaceto, così deve essere stata recapitata con un po’ di ritardo.
E questa è anch’essa un MEZZO BELL’OGGETTO POSTALE, per i motivi stringatamente sopra indicati nella descrizione della precedente ed in più anche per il fatto che il valore da £. 650 venne annullato con tratto di penna tipo Biro (dal portalettere?); i trattini della distribuzione in basso non dovrebbero aver aiutato più di tanto per far giungere la busta a destinatario (compiacente? o era lo stesso mittente? chissà?).
Di seguito la parte posteriore della busta Postel mostrata:


La terza busta (senza contenuto interno e anch’essa con finestra trasparente) che vado a mostrarvi è più intrigante: è intestata a stampa di una Federazione sportiva nazionale (la Federazione Italiana Tennis) che mi sembra già all’epoca (gennaio 1996) fosse dotata di Macchina Affrancatrice oppure per le spedizioni usasse una M.A. del C.O.N.I. e quindi l’invio “affrancato” fu “sospetto”; per dirlo in latino classico olet lucerna, pare sia stato fatto nottetempo; in somma un altro invio non di “vera” frode alle Poste ma di natura filatelica; in compenso il valore usato (“Castello” da £. 700) ed il chiudilettera della LEGA NORD sono stati obliterati a mano a Roma Belsito (4/1/1996) e non dalla bollatrice meccanica (quindi la busta è stata in mano di qualcuno e quel “qualcuno” non ha visto la frode evidente); l’Ufficio distributore è stato il medesimo di Roma Belsito (5/1/1996) quindi non vado molto lontano ad affermare che per questa busta da lettera il destinatario fosse sempre il medesimo (un compiacente o lo stesso mittente?). Però così come si presenta questa piccola frode alle Poste è più bella delle due precedenti.


L’immagine qui appresso è il “verso” della busta sopra mostrata; la bollatura meccanica della distribuzione è labile, poco inchiostrata ma leggibile.


In conclusione: parrebbe che il mittente abbia fatto lo stesso “scherzetto” (e non era la notte di Halloween!) ogni sei mesi, con tre invii il medesimo anno (ad inizio, a mezzo anno ed in chiusura). Il tutto, s’intende, salvo errori od omissioni, dato che le mie sono “supposizioni”, non sono nemmeno presunzioni semplici.
Però le tre buste da lettera mostrate, per dirla con le parole dell’epoca di Filanci, hanno avuto l’emozione (io però non direi l’emozione ma l’iperbole della “libidine”) del viaggio postale, cioè sono state messe in una buca dalla quale venne fatta la levata, sono transitate per un qualche Ufficio della Posta o anche più di uno, sono state dal portalettere recapitate all’indirizzo del destinatario, hanno avuto una loro Storia Postale perfino non tassata: vicenda assolutamente non male!

Chissà se quell’ignoto unico mittente da me ipotizzato possa aver imbucato oggetti postali con tutti i 10 chiudilettera (diversi) della LEGA NORD? Quando i miei furono acquistati gli altri 7 erano stati già venduti? Oppure gli altri 7 che qui “mancano all’appello” sono ancora in sue mani? Oppure ancora sono stati distrutti dalla Posta? (3) Sono tutti interrogativi senza risposta.
Mi sarebbe piaciuto avere una vecchia busta bianca di formato 9 x 14 (che è ancora in dimensione “bustometro”) affrancata con un chiudilettera della LEGA NORD e ben obliterato, ma non ce l’ho. Va bene anche così!

Feci bene o male ad investire nell’acquisto quei denari di allora (circa 25.000 Lire, 12 o 13 €uro di oggi) negli acquisti? Giudichino i lettori.
La memoria odierna si arresta a questo punto ma invito i lettori de IL POSTALISTA che abbiano altri invii simili (coi chiudilettera della LEGA NORD, non solo quelli di “quel” libretto di 10 sopra mostrato in scansione, ma anche altre cose pari alle mie) a pubblicarli: non se ne vergognò il Filanci; non me ne vergogno io; non ce ne è affatto da averne vergogna…...

 

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NOTE:
1) – a riconsiderare, oggi, certi avvenimenti che mi ricordano il tempo della Prima Repubblica, ma anche della Seconda (come le pseudo banconote, monete/medaglie e francobolli/chiudilettera qui illustrati), mi viene il “magone”. Per esempio il PARTITO RADICALE (e discendenti) che quando furono in Parlamento, varie volte “restituìrono agli elettori il finanziamento pubblico che avevano ricevuto “per legge” ma che rifiutavano. Mio figlio primogenito, quando era poco più che un ragazzo, partecipò ad una “coda” interminabile qui in Roma per avere la banconota da 10.000 Lire (con due timbri apposti, uno esplicativo della restituzione) distribuita proprio da quel vecchio movimento, col nome cambiato e all’epoca capeggiato da un indimenticabile teramano/svizzero, Giacinto (Marco) Pannella. E’ un vero reperto storico che certifica un periodo forse irripetibile. Ne mostro sia il “fronte” che il “retro”, quest’ultimo però in verticale per poter permettere di leggere il testo del timbro appostovi:


Raduni di iscritti e simpatizzanti ne fecero anche il P.C.I. e la D.C., sempre in periodo “prima Repubblica” cioè allorquando “giravano” i soldoni; e nonostante io non abbia partecipato a nessun loro raduno mi ritrovo nel cassetto la medaglia che mostro:


e si tratta di fronte/retro di una bella medaglietta, ben coniata in lega metallica simile a quella della monetina d’Italia repubblicana da 20 Lire; il tutto per la Festa Nazionale dell’Unità del vecchio P.C.I., anno 1984 (30 agosto a Roma, sono trascorsi quasi 40 anni, il tempo vola) della quale però ignoro l’uso di allora, a meno che, se non fosse solo un ricordo della manifestazione, potrebbe impiegarsi per qualche distributore automatico. In somma la Lega Nord non aveva inventato nulla nel 1993 coi suoi “gettoni” da 1, 2, 5, 10 Leghe: quei tipi di gettoni già c’erano, s’usavano nelle manifestazioni politiche da almeno il 1984, se non da prima.

2) in CRONACA FILATELICA (Editoriale Olimpia) luglio-agosto 1995; non sono mai stato abbonato a quel mensile, ma l’articolo di Filanci lo ha mostrato Marino Bignami qui su IL POSTALISTA: controllare nei suoi FRAMMENTI.

3) – quantomeno quelli che certamente dovevano aver circolato senza mittente: il Regolamento Postale dell’epoca prescriveva che gli invii non sufficientemente affrancati venissero tassati a carico del destinatario (per il doppio della francatura mancante) altrimenti restituiti al mittente ma che, se non avesse pagato o fosse ignoto, sarebbero stati “tolti di corso”, cioè ridotti a carta da macero; normativa parzialmente modificata successivamente, post riduzione dell’Azienda Postale ministeriale prima in E.P.E. e poi in S.p.A., dai D.M. 9/4/2001 art. 27 del Ministro delle Comunicazioni e 1/10/2008 art. 17 del M.I.S.E..

Antonio Rufini
16-04-2023

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