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armi e metodi contro
trucchi & falsificazioni

un quaderno di appunti

di

Franco Moscadelli


il rotocalco, la donna nell'arte e le contraffazioni fisiche... (quinta parte)

 

Ritorno un attimo su di un altro sistema di stampa, molto usato per i francobolli: il rotocalco.
 



 

Sopra una macchina per rotocalcografia


Per effettuare i cilindri di stampa sono impiegate due metodologie:


1) tramite il controllo di un computer si incide direttamente il cilindro con l’immagine voluta. Gli scarti metallici della “tornitura” sono aspirati da una pompa a vuoto. Nell’incavo formatosi entrerà l’inchiostro e la stampa risulterà con la pressione adeguata.
 

 

 

Schema di macchina rotativa calcografica a foglio singolo.

 

Schema di macchina rotativa calcografica a bobina

 

2) l’altro sistema di incisione del cilindro è detto “fotocalco”, poiché il disegno del francobollo è moltiplicato mediante la fotografia. Il master negativo viene proiettato su un “cilindro fotografico” .
Una gelatina siliconata sensibile alla luce ultravioletta viene colata e quando è asciutta si bagna per cui la parte che ha “preso luce” si polimerizza e non si scioglie, per contro la parte non esposta dal negativo si scioglie lasciando l’incavo. In questo caso la stampa non ha il bel rilievo tradizionale ed il risultato è meno nitido. Una via di mezzo tra la stampa litografica (offset) e la tipografia. I fotopolimeri sensibili sono in commercio ed è facile acquistarli anche da privati. Un esempio di tale stampa, che molti di voi senz’altro non conoscevano, lo ha dato ultimamente il 45 centesimi falso della “donna nell’arte” (denominato falso di Roma) che da alcuni è stato anche “scambiato” per una diversa emissione della serie omonima. Vediamone i particolari.

 

Blocco usato su busta del falso 45 centesimi

 

 

Abbiamo una stampa meno nitida, colore diverso dell’immagine della donna e dell’ornato floreale, carta scadente e dentellatura non uniforme.

Per accentuare l’effetto del rilievo calcografico il falsario, in questo caso, è stato molto intuitivo ed ha inserito nella stampa dei tratti in nero vicino ai particolari della faccia, creando l’illusione visiva di uno pseudo rilievo.

 

  

Qui ingrandita l’immagine al microscopio:
si vede benissimo quello che vi ho esposto sopra

 

Questa invece è l’immagine monocolore del francobollo
originale da 45 centesimi donna nell’arte

 

 

Da notare nel falso fotocalco la diversità del tratteggio di stampa, molto più spezzettato e mancante in parte degli intrecci dell’incisione per formare i tratti più scuri.
Alcuni periti, compreso il sottoscritto, sono giunti alla conclusione che anche un altro “francobollo”, molto discusso ultimamente, sia stato stampato con lo stesso sistema di cui sopra e non in rotocalcografia come descritto in letteratura. Si tratta del 900 lire cosiddetto “uomo nell’arte”, descritto come “progetto di francobollo” o non emesso. E’ anche sbagliato, in quanto vi è raffigurata una figura maschile anziché femminile. Il citato “francobollo” presenta affinità a questo tipo di stampa ed è privo della retinatura classica del rotocalco ed è stato stampato con colori separati (non a registro ed in più tempi). Anche il poligrafico progetta ed effettua delle prove con la stampa in fotocalco perché meno costosa e più veloce. Le bozze non approvate, escluse o errate vengono normalmente inviate al macero per la distruzione.

 

Al centro la parola Roma del 900 lire a confronto con altre
di emissioni rotocalcografiche standard

 

Usciamo un attimo dalle tecniche di stampa e vediamo una contraffazione “fisica” effettuata su di un francobollo di “servizio di stato” del 1875 soprastampato poi nel 1878.
Si tratta di un esemplare con soprastampa capovolta, firmato e corredato di certificato peritale che lo garantisce senza difetti.


 

 

A prima vista sembrerebbe tutto a posto, anche se non perfettamente centrato; annullo leggero e dentellatura un po’ irregolare come di norma in questa emissione, causa la scadente qualità della carta, un buon valore di catalogo.
Guardandolo un po’ più da vicino vi troviamo il difetto fisico, come l’ho chiamato all’inizio:

 

Un bel dentello angolare “riparato” …..

…. anzi due! Ecco che il francobollo con il suo datato certificato ha avuto in questo caso, un notevole abbassamento del prezzo venale, anche se trattasi di un valore di media rarità. Mi sono capitati diversi esemplari corredati da certificati, per così dire, “errati” e dispiace quando qualcuno si accorge, dopo qualche anno dall’acquisto, che il suo francobollo ha un difetto “dietro l’angolo” non menzionato sulla carta descrittiva che lo accompagna. Controllare sempre bene tutto!.

 

(continua)


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