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UN ERRORE FORZATO...
di Aniello Veneri



La tariffa che va sotto il nome di “pieghi di libri inviati da editori” riveste sicuramente un interesse particolare per la sua specificità e talvolta complessa interpretazione. Ma ancor prima di passar ad aspetti tecnico-tariffari bisogna innanzitutto comprenderne l’importanza sociale ed etica che la stessa assume, inserendosi in un più ampio tentativo di diffusione delle idee e circolazione delle informazioni che riprende faticosamente nel dopoguerra. Riconoscere una tariffa agevolata significava attestar il passaggio ad una nuova era fondata sulla democrazia e libertà di pensiero ed espressione, sulla possibilità di formar la propria res cogitans in autonomia e senza alcun ostacolo. Dal 28/3/46 infatti i pieghi di libri inviati da editori godevano di particolare tariffa sia per il porto, sia per lo stesso diritto di raccomandazione; prima di tale data invece erano semplicemente equiparati a stampe sebbene avessero però un ‘apposita tariffa editoriale per l’invio raccomandato. A tale tariffa si affianca quella delle stampe editoriali che potevano essere spedite in abbonamento postale o affrancate come normali stampe. Se si considera poi la possibilità d’interpretazione errata delle tariffe o magari della possibilità di invio come “manoscritto” (tariffa più conosciuta) o addirittura per pacco o pacchetto postale si comprende la difficoltà a scegliere la più conveniente…soprattutto per coloro i quali inviano grandi quantità di plichi soprattutto gli editori.

Riepilogando:

-Tariffa piego libri: 0,75 l. nel primo periodo tariffario (R1) e 3,75 l. per la raccomandata

-Tariffa stampe editoriali in abbonamento postale (non affrancate) o come stampe 1l. in R1 ma se raccomandate 3l.

-Tariffa manoscritto 5l.

-Tariffa pacchetto postale 10l.

Da quanto detto risulta più conveniente l’utilizzo della tariffa “piego libri” se non vi sono servizi accessori, nel tal caso infatti sarebbe preferibile “stampe editoriali raccomandate”. Risulta pertanto abbastanza chiaro la difficoltà d’applicazione delle tariffe e pertanto non è inconsueto trovar documenti con difetti di tariffa o allo stesso modo eccessi che nel caso di invii raccomandati non fanno altro che aumentar l’interesse per il documento essendo l’errore opera dell’impiegato postale.

Chiarito l’aspetto delle tariffe bisogna porre ora l’attenzione sulla possibilità di realizzar l’affrancatura. Spesso entrano in vigore tariffe ancor prima che vi siano francobolli di taglio da consentir la tariffa stessa. E’ il caso del 25 cent. della Democratica emesso il 10/10/1946. Ricordando che la tariffa agevolata entra in vigore il 28/3/46 possiamo ricordar i francobolli centesimali in uso nel periodo: Imperiale e Luogotenenza. Serie che però vengono considerate fuori corso a partire dal 30/6/46 per cui il periodo compreso dal 1//7/46 al 10/10/46 risulta praticamente privo di francobolli da 25 cent. (o anche meno) per realizzar la tariffa in questione. A dir la verità era in uso i 25 cent. di posta aerea Miti e Simboli ma di uso molto rarefatto. In tale intervallo temporale quindi l’arrotondamento in difetto o in eccesso rappresenta una scelta forzata.

E’ il caso proposto di un piego libri 14 porti raccomandato contrassegno spedito il 5/10/1946 da Firenze che anziché esser affrancato per 18,25 l., lo è per 18,50. Come possiamo notare la data anticipa di pochi giorni l’emissione del valore da 25 cent… se l’editore avesse aspettato un po’…


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