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il musicalista
il personaggio del mese: GENNAIO 2020
aleksandr skrjabin

IL PERSONAGGIO

Secondo la Grande Enciclopedia Sovietica, “nessun compositore è stato più detestato e più amato” di Aleksandr Nikolaevic Skrjabin.

Nato, secondo il calendario giuliano all’epoca in vigore in Russia, il giorno di Natale del 1871, e cioè il 6 gennaio 1872 a Mosca, Aleksandr era erede di una famiglia di recente nobiltà, conquistata per meriti militari, ed era destinato anch’egli alla carriera militare. La madre tuttavia, morta di tubercolosi quando lui aveva appena un anno, era una valente pianista, e anche la zia paterna si dilettava suonando il pianoforte: fu zia Ljubov, al quale il piccolo Sascha fu affidato durante una lunga missione all’estero del padre, a indirizzarlo verso lo studio della musica e a farlo entrare nella scuola di musica del maestro Nikolai Zverev: tra i suoi compagni di studi, Sergei Rachmaninoff e altri virtuosi del pianoforte.

Dopo gli studi al Conservatorio di Mosca si guadagnò una buona fama di pianista e compositore (anche senza aver mai conseguito questo diploma) che gli consentì di viaggiare, tra il 1903 e il 1909 , in Europa e in America.

Tornato a Mosca Skrjabin si dedicò anima e corpo alla composizione, sviluppando alcune teorie rivoluzionarie per l’epoca, come quella della corrispondenza tra cromatismo e musicalità, suonando addirittura su una tastiera “per luci”, con i tasti opportunamente colorati di tinte diverse, e dedicandosi allo studio della teosofia. Il suo più importante contributo alla composizione musicale rimane però l’elaborazione di un sistema musicale sostanzialmente atonale e dissonante, e questo indipendentemente dal lavoro analogo portato avanti quasi contemporaneamente da Arnold Schönberg.

Geniale, visionario e imprevedibile, Skrjabin era forse destinato ad una morte altrettanto imprevedibile: una setticemia, pare causata da un banale taglio procuratosi facendosi la barba o da un ancor più banale foruncolo, ne causò la morte a soli 43 anni, il 27 aprile del 1915.

Poco tempo prima di morire aveva progettato un'opera multimediale che avrebbe dovuto essere eseguita sull'Himalaya, sul tema dell'armageddon: "una grandiosa -secondo le sue stesse parole- sintesi religiosa di tutte le arti ”capace di fondere tutte le seduzioni dei sensi (suoni, danze, luci e profumi), e che avrebbe dovuto essere “celebrata in un tempio emisferico”.

Immediatamente dopo la sua morte l’amico e collega Rachmaninoff, che da anni ormai non eseguiva in pubblico opere che non fossero da lui stesso scritte, intraprese una lunga tournée per tutta la Russia portando in scena, come estremo omaggio, le composizioni di Skrjabin.

LA MELODIA

Piccolo di statura e gracile, il giovane Skrjabin aveva una mano talmente piccola da non riuscire ad abbracciare più di un’ottava sulla tastiera del pianoforte, cosa che lo poneva in condizioni di svantaggio rispetto ad altri virtuosi con i quali studiava. Nel tentativo di rimediare si sottopose ad allenamenti talmente severi da danneggiare gravemente le articolazioni della mano destra.

Quando il suo medico lo informò che i danni erano forse permanenti, Skrjabin reagì a modo suo, componendo una delle sue opere più celebri: il Preludio e Notturno op. 9 per mano sinistra sola, di cui vi proponiamo un passaggio.

IL FRANCOBOLLO

Emesso dall'URSS
il 6 gennaio 1972
nel centenario della nascita

Yvert 3807
Dentellatura 12 x 12 ½