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il musicalista
il personaggio del mese: NOVEMBRE 2020
jimi hendrix

IL PERSONAGGIO

Si dice che nei primi anni ‘50 del secolo scorso, notando che il giovane James Marshall Hendrix si faceva spesso vedere in giro con una scopa che maneggiava come fosse una chitarra, l’assistente sociale della Horace Mann Elementary School di Seattle, convinta che dietro quell’abitudine si celasse una profonda insicurezza, avesse chiesto al padre Al di comperargliene una vera. Il padre si rifiutò di aderire a quella richiesta, anche perché probabilmente le sue scarse finanze non gli consentivano di sostenere quella spesa, e anche ammesso che qualcosa restasse in tasca nei fine settimana, questo finiva quasi sempre in alcol.

James Allen Hendrix, esattamente come sua moglie Lucille Jeter, aveva nelle vene sangue africano e cherokee, e all’epoca della nascita del figlio, avvenuta a Seattle il 17 novembre del 1942, era richiamato sotto le armi, in servizio nello stato dell’Alabama: non essendogli stata accordata la tradizionale licenza di paternità per timore che ne approfittasse per disertare, riuscì a vedere il figlio solo al termine della Seconda Guerra Mondiale. Gli anni del dopoguerra furono difficili per la famiglia: tra disoccupazione, alcol e continui litigi, i genitori finirono per separarsi, e Jimi fu assegnato al padre.

Fu lavorando con lui alla pulizia di una cantina che Jimi trovò un ukulele, e la vecchia proprietaria, visto il suo entusiasmo, gliene fece dono: aveva una sola corda, ma su quella singola corda Jimi imparò a strimpellare diversi successi di Elvis Presley. L’anno successivo Jimi riuscì finalmente a mettere insieme il denaro necessario all’acquisto di una vera chitarra acustica, e con questa cominciò a frequentare gli ambienti musicali della città: si interessava soprattutto al blues e ben presto la sua naturale abilità gli consentì di essere ammesso a partecipare a qualche jam session con chitarristi più esperti di lui, dai quali imparava con sorprendente velocità tecniche e trucchi.

La prima (e anche la seconda, dopo che la prima gli era stata rubata) chitarra elettrica gliela comprò stavolta il padre Al nel 1959, e con questa Jimi riuscì a trovare spazio nei suoi primi gruppi professionali. Erano chitarre per destrimani, e Jimi era mancino: così le capovolgeva accordandole al contrario, e questa abitudine lo accompagnerà per tutta la carriera, contribuendo tra l’altro a fornire alle sue performance una sonorità caratteristica. La sua esperienza musicale a Seattle era però destinata a durare poco, perché coinvolto in una serie di piccoli furti e messo dal giudice a scelta tra la prigione e il servizio militare, si arruolò e partì per il Kentucky.

A Fort Campbell, dove rimase fino al 1962 prima di essere congedato per “inadeguatezza alla vita militare” fece uno degli incontri più importanti della sua vita, il bassista Billy Cox, anch’egli richiamato sotto le armi, col quale iniziò proprio in quei mesi una collaborazione destinata a durare , tra alterne vicende, fino agli ultimi giorni di vita di Jimi.

Negli anni seguenti passò da una band all’altra, suonando in appoggio ad alcuni dei più grandi interpreti di blues, R&B e rock fino a guadagnarsi una solida stima di virtuoso impareggiabile: sapeva trarre dalla sua chitarra, anche con l’ausilio di effetti speciali di distorsione e amplificazione, suoni e vibrazioni mai sentiti prima, e cominciò ben presto a sentire l’esigenza di una band tutta sua.

Nacque così nel 1966 la Jimi Hendrix Experience, un trio con il bassista Noel Redding e il batterista Mitch Mitchell, che si impose prima in Europa per poi trovare la definitiva consacrazione con la leggendaria performance al Monterey Pop Festival del 1967, con la chitarra data alle fiamme al termine dell’esibizione. Il gruppo si sciolse nel 1969 anche a causa degli alti carichi di lavoro anche in sala di registrazione imposti agli altri due da Jimi, il cui perfezionismo rasentava ormai la follia. Tra l’altro in quel periodo si moltiplicarono le grane causate dall’uso di droghe e alcol.

Dopo la storica esibizione di Woodstock 1969 nacque il nuovo gruppo, Band of Gypsis, con il vecchio amico Billy Cox al basso, che si esibì anche all’Isola di Wight nel 1970 per poi, dopo la fondazione degli avveniristici studi di registrazione Electric Lady Studios, cambiare nome in Cry of Love, il gruppo col quale Jimi intraprese l’ultima tournée europea, tragicamente interrotta nella notte tra il 17 e il 18 settembre dalla morte del chitarrista, avvenuta a causa di un malore provocato da un cocktail di alcol e tranquillanti.

Finiva così, a soli 27 anni, la bruciante carriera di quello che secondo la classifica stilata nel 2011 dalla rivista Rolling Stone, è stato il più grande chitarrista di tutti i tempi.

LA MELODIA

La performance più conosciuta di Jimi Hendrix si tenne all’alba del 19 agosto 1969 a chiusura del festival di Woodstock: una trasfigurazione chitarristica sul tema di The Star Spangled Banner, l’inno nazionale americano, intervallato da simulazioni di sirene, scoppi di bombe e raffiche di mitraglia (erano gli anni della guerra del Vietnam) che Jimi trasse esclusivamente dalla sua mitica Fender Stratocaster.

IL FRANCOBOLLO

Emesso dagli Stati Uniti d'America
il 13 marzo 2014

Yvert 4693
Dentellatura 11