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un mistero granducale... (risolto da Andrea Bizio Gradenico)

di Giuseppe Pallini

Premetto che l’argomento che sto per trattare non riguarda il servizio postale, ma lo ritengo abbastanza interessante per tutti coloro che, in un modo o in un altro, sono interessati al periodo granducale lorenese; e dopotutto una connessione c’è, in quanto la faccenda qui esposta è nata proprio dalle ricerche che hanno contribuito alla stesura di “I Corrieri del Mangia”.
E’ studiando la documentazione riguardante la Stazione di Posta di Radicofani, (con annesso il suo “Postino” delle lettere) che mi è capitato di vedere una lettera scritta il 19 Agosto 1793 da quel Postiere al Direttore della Posta di Siena, che era allora Francesco Domenico Ugurgieri.
Eccone il testo, esattamente trascritto:

 “Le rimetto l'inventari belli e firmati, e Sabbato risponderò alla sua Lettera. Le dò nuova che l'Uffiziale, che andò a Napoli con il dispaccio del parto della Granduchessa ha avuto di regalo una scatola d'oro smaltata con miniature contornate di perle con entro zecchini duecento, e una pietra verde legata con attorno dei grossi brillanti e baciandole le mani con tutto il rispetto mi dico
Dev.mo Francesco Minutelli Cioli

La prima cosa che mi colpì fu l’entità del compenso che i Sovrani napoletani dettero al fortunato uffiziale, il quale con ogni probabilità comandava il picchetto di soldati di stanza alla Posta di Radicofani e aveva dato il cambio alla staffetta a cavallo arrivata fin lì da Firenze; tutto quel denaro (non so quanto valesse uno zecchino napoletano, ma erano pur sempre monete d’oro) e quegli oggetti preziosi corrispondevano a diversi anni di paga di un semplice uffiziale; compenso che di certo aveva voluto premiare la rapidità con cui era stata percorsa la distanza fra Radicofani e Napoli, ma soprattutto doveva essere correlato all’importanza della notizia recata e alla gioia che aveva destato nei regali destinatari.
Subito andai a guardare i miei libri di storia per verificare la notizia, e mi trovai del tutto disorientato. L’unica persona che aveva diritto al titolo di Granduchessa non poteva essere che la moglie del Granduca di Toscana: a Napoli regnavano Ferdinando IV e Maria Carolina (una delle tante figlie della grande Maria Teresa d’Austria) , la cui figliola, Luisa Maria Amalia, di cui si annunciava il parto, aveva sposato Ferdinando III Granduca di Toscana nell’autunno del 1790. Ma il primogenito della coppia granducale fu Francesco Leopoldo, nato il 15 Dicembre 1794, che perirà tragicamente a Vienna il 18 Marzo 1800, durante l’esilio del Granduca, cadendo da una carrozza. E allora?
Ho interpellato diverse persone che conoscono la storia molto meglio di me, fra le quali uno dei maggiori esperti attuali, che sui Lorena ha pubblicato alcuni libri molto documentati, ma nessuno ha saputo darmi una spiegazione, sia pure approssimativa. Desidero proporre il quesito nel sito gentilmente messomi a disposizione dal “Postalista”, con la speranza che cada sotto gli occhi di qualcuno in grado di spiegarmi questo piccolo mistero.
Intanto, eccovi la mia modesta opinione. Le coppie reali dell’epoca erano generalmente molto prolifiche e un periodo di quattro anni senza figlioli, come quello intercorso fra le nozze di Ferdinando III con Maria Carolina e la nascita del primogenito, era da considerarsi del tutto anomalo. E se la granduchessa avesse dato alla luce nell’Agosto del 1793 una creatura e questa fosse morta poco dopo la nascita? Possibile, ma impossibile che nella storia della famiglia Lorena un fatto del genere non si trovi citato (a meno che qualcuno, e me lo auguro, sia in grado di smentirmi). Più facile pensare, secondo me, alla notizia di una gravidanza, bastante a far esultare i genitori della sposa, ma successivamente esitata in aborto e come tale non registrato dalla storia. Non mi sento di escludere che il Minutelli, persona di scarsa cultura, scrivendo al Direttore della Posta abbia usato la parola “parto” al posto di “gravidanza”, parola allora insolita nel basso ceto, che diceva semplicemente “incinta”. o addirittura “pregna”: termini che forse sembrarono sconvenienti al Postiere di Radicofani. E’ una spiegazione che non convince neppure me, ma non saprei proprio a che altro pensare.

“Larga è la foglia e stretta la via, dite la vostra che ho detto la mia”.

(*)Archivio di Stato di Siena, RR.Poste n.6   


risponde: Andrea Bizio Gradenigo

Gentilissimo Signor Giuseppe Pallini,
ho letto su Il Postalista il Suo articolo intitolato "Un mistero... granducale" che si conclude con l'adagio "Larga è la foglia e stretta la via, dite la vostra che ho detto la mia". Provo a dire la mia!
 
Senza alcuna pretesa di risolvere il mistero (ma invece forse è la chiave che può portare alla soluzione) con una piccola ricerca genealogica in Internet avrei trovato queste notizie:
 
Il Principe Ferdinando III Granduca di Toscana sposò in prime nozze Maria Luisa di Borbone (per procura a Napoli il 15 agosto 1790 e di persona a Vienna il successivo 19 settembre 1790).
 
Da questo matrimonio nacquero 6 figli:
1) la Principessa ed Arciduchessa Carolina Ferdinanda Teresa (n. Firenze 2 agosto 1793, m. Vienna 4 gennaio 1812).
2) il Principe e Granduca ereditario Francesco Leopoldo (n. Firenze 15 agosto 1794, m. Vienna 18 marzo 1800).
3) Leopoldo II Giovanni Giuseppe Francesco Ferdinando Carlo (n. Firenze 3 ottobre 1797, m. Roma 29 gennaio 1870), Granduca di Toscana dal 1824 al 1859 (deposto il 27 aprile, abdica il 21 luglio).
4) la Principessa ed Arciduchessa Maria Luisa Giuseppa Cristina Rosa (n. Firenze 30 agosto 1799, m. 15 giugno 1857), badessa del convento di Sant'Anna a Firenze.
5) la Principessa ed Arciduchessa Maria Teresa Francesca Giuseppa Giovanna Benedetta (n. Vienna 21 marzo 1801, m. Torino 12 gennaio 1855) che sposa a Firenze il 30 settembre 1817 Carlo Alberto I di Savoia, Re di Sardegna.
6) N.N. un figlio nato morto a Vienna il 19 settembre 1802.
 
A questo punto si potrebbe azzardare con una certa ragionevolezza che il dispaccio annunciava a Ferdinando IV ed alla sua augusta consorte Maria Carolina che erano diventati nonni della Principessina e Arciduchessa Carolina, primogenita del Granduca di Toscana Ferdinando III e di Maria Luisa. Le date mi sembrano assolutamente congruenti: l'illustre parto si verificò a Firenze il 2 agosto 1793 ed il successivo 19 agosto il Postiere poteva dare notizia del ritorno dell'Uffiziale con i preziosi doni.
 
Sperando di poter aver fornito notizie utili alla Sua ricerca, Le invio i miei più distinti saluti.
 
Andrea Bizio Gradenigo
S. Polo, 2289
30125 Venezia

un mistero svelato,

Giuseppe Pallini ringrazia:

Francamente, non sapevo cosa pensare. Dopo aver consultato opere autorevoli, come quelle dei vari Bargellini, Pesendorfer, Coppini, Bellucci, Cucentrentoli e altri, oltre a un paio di ponderose enciclopedie, cominciavo quasi a dubitare che la lettera scritta nel lontano 19 Agosto 1793 dal postiere di Radicofani al Direttore della Posta di Siena, dove si parlava del parto della Granduchessa di Toscana, fosse frutto di fantasia. Non avevo infatti riscontrato traccia del fausto evento.
Pensai quindi di chiedere aiuto al sito internet "II Postalista” pubblicando quel breve articolo, "Un mistero ...granducale'' e chiedendo lumi a chi fosse in grado di darmene.
La risposta non si è fatta attendere, una risposta esauriente e risolutiva che, udite! udite!, è arrivata non da un toscano, ma da un veneziano. Miei cari corregionali, andiamo a nasconderci, non prima però di avere dato atto al sig. ANDREA BIZIO GRADENIGO del suo sollecito e prezioso contributo, per avermi comunicato i risultati di una attenta ricerca da lui eseguita via internet.
Non fu Francesco Leopoldo (1794-1800) il primogenito di Ferdinando III e Maria Luisa Amalia di Borbone, ma una primogenita: Carolina Ferdinanda Teresa, nata a Firenze il 2 Agosto 1793 e morta a Vienna il 4 Gennaio 1812. La data concorda perfettamente con quella della lettera da me citata, scritta al ritorno da Napoli dell’uffiziale latore della notizia.
La principessa, morta a soli 18 anni durante l’esilio viennese del Granduca, non è nominata in nessuno dei testi da me esaminati, come se non fosse mai esistita; come pure non si trova traccia (ma questo è comprensibile) di un sesto figlio nato morto a Vienna il 19 Settembre 1802 e anche questo l'ho saputo dal sig. Gradenigo al quale vanno i miei più sentiti ringraziamenti.

    Giuseppe Pallini

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