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Murlo
Integrazione della scheda di Murlo - II parte (pag. 159)
Nel 1896 il Comune richiese l'impianto del telegrafo, ma la Giunta Provinciale Amministrativa si dichiarò contraria, "...sia perché non reca utilità a questo Comune che non ha grandi centri, né commercio, né industria [...] sia perché il Comune non può concedersi spese facoltative che ne aggraverebbero il bilancio".

Tuttavia il Comune rinnovò la richiesta, adducendo che la G.P.A. non aveva tenuto conto "...che in Murlo esisteva l'Ufficio telegrafico, ma che ne è stato privato al seguito del fallimento della Miniera" e che il commercio esiste "...principalmente pel carbone, olio, legnami da costruire e bestiame."

Vogliamo qui ricordare che la miniera lignitifera di Murlo era stata aperta nel 1830 da una Società con sede in Torino e rilevata nel 1876 dalla "Compagnia francese della Miniera di Pienza" con sede in Parigi.

Nel 1873 era stata costruita una ferrovia a scartamento ordinario, sostituita in seguito da una a scartamento ridotto, lunga 22 km per allacciare la miniera con la stazione di Monte Antico sulla linea Asciano-Grosseto. La Direzione della Miniera aveva installato anche il telegrafo che, in caso di necessità, poteva essere utilizzato dal Comune e dai privati. La Compagnia fallì nel 1894 e la miniera fu riaperta sotto una nuova gestione nel 1917, per chiudere definitivamente nel 1949.1

Il 26 Gennaio 1897 la Direzione Compartimentale dei Telegrafi concede l'impianto dell'Ufficio telegrafico con i seguenti oneri:
1) Pagamento anticipato di una quota di concorso per l'impianto in £ 605
2) Pagamento di un canone annuo di £ 140 per la sorveglianza e manutenzione della linea.


Le relative pratiche andarono un po' per le lunghe e bisognò aspettare la fine dell'anno per arrivare alla loro conclusione. Il 5 Dicembre 1897 il Sindaco di Murlo, Angelini, così telegrafa al Prefetto di Siena: "A voi capo della Provincia che avete già dato prova di impareggiabile perizia amministrativa cui sta a cuore la pubblica sicurezza e il bene della classe operaia, civica rappresentanza e popolazione inaugurandosi oggi ufficio telegrafico presentanvi loro ossequi.".

Il servizio telegrafico fu affidato al collettore postale, il quale chiese "...che al seguito della istituzione dell'Ufficio Telegrafico essendogli aumentate le spese, il Comune gli assegni una compartecipazione annua dalle £ 150 alle £ 200."; il Comune gli accordò un compenso di £ 120.

Nella seduta del 12 Aprile 1898 il Consiglio Comunale osserva che "...l'Ufficio è stato istituito da pochi mesi" e il Bruni, che è anche consigliere comunale "...aveva promesso di disimpegnare gratuitamente l'Ufficio accontentandosi della compartecipazione che il Governo concede per i telegrammi spediti" quindi ritiene opportuno chiedere "...al R° Governo che stante la istituzione dell'Ufficio Telegrafico e la non tenue rendita che trae dalla Collettoria di 1a classe di Vescovado, voglia elevarla a Ufficio di 3a classe come quello di Monteroni d'Arbia. L'Amministrazione delle RR. Poste ne risentirebbe vantaggio non lieve perché i vaglia postali aumenterebbero con certezza, come aumenterebbero i depositi della Cassa di Risparmio postale che oggi non essendo accettati vengono per la massima parte depositati al Monte dei Paschi di Siena." Chiede anche che venga elevata dalla seconda alla prima classe la Collettoria di Casciano.2

Il 10 Febbraio 1899 il Consiglio Comunale esamina il progetto di un servizio postale che "...partendosi da Vescovado percorresse lo stradale Murlo-Stazione-Ulivello-Montepescini-Vallerano-S.Stefano-Campolungo- Poggiolodoli-Casciano-Casanuova-Crevole e quindi ritrovarsi nuovamente a Vescovado. [...] Propone la soppressione della Collettoria di Montepescini, da sostituirsi con una cassetta postale. La istituzione di un pedone postale che percorra tutto il territorio comunale coll'itinerario che sopra [...] E per questo servizio, quando il Governo mantenga lo stesso assegno finora concesso alla Collettoria di Montepescini invece al pedone postale, delibera di elevare da £ 80 a £ 150 il contributo annuo del Comune in via di esperimento per anni tre, e per il 1899 la differenza prelevarla dal fondo a calcolo."

Com'era da aspettarsi la proposta sollevò le proteste degli abitanti di Montepescini e soprattutto di un certo Rimbotti, fiorentino, che era il proprietario di due tenute nella zona e che sosteneva di essere intenzionato "...di fare escavazioni minerarie e di dare lavoro a due centinaia di operai, per la qualcosa la collettoria verrebbe ad acquistare molta importanza."

Anche il Ministero PT però era favorevole alla chiusura e incaricò la Prefettura di fare un'indagine, che fu affidata ai carabinieri. Nella loro relazione, del 20 Ottobre 1899, si dice che "La Collettoria postale a Montepescini è di ben poca importanza, mentre riuscirebbe maggiormente utile al pubblico ed al Servizio l'istituzione del portalettere rurale [...] Riguardo ai lavori di escavazione che ha in animo di far eseguire il sig. Rimbotti, non vi è in atto alcuna garanzia, perché il terreno che il Rimbotti stesso vuole acquistare è soggetto ad una lite civile [...] Il portalettere rurale stante il lungo giro che dovrebbe compiere a piedi, 30 o 35 chilometri al giorno in sentieri scabrosi, tra fitte boscaglie, attraversando diversi torrenti che nei giorni di pioggia si fanno pieni d'acqua, e ne rendono difficile il guado, qualche volta non potrebbe recapitare la corrispondenza in tutte le Frazioni, tuttavia, ripeto, è da preferirsi alla Collettoria Postale di Montepescini perché più utile alla maggioranza della popolazione locale."3

Così la collettoria di Montepescini fu chiusa: non abbiamo trovato il relativo decreto, ma dovrebbe essere alla fine del 1896, quindi la data del 1899 ipotizzata nell'aggiornamento n. 94 va rettificata. Essendo stata istituita nel 1891 ed avendo un movimento postale molto scarso, si spiega la rarità del suo bollo tondo-riquadrato.

Il percorso stabilito per il portalettere scontentò gli abitanti di alcune località della frazione di Casciano, che il 22 Gennaio 1900 reclamano col Prefetto perché nell'inverno, in caso di piogge abbondanti e conseguente piena dei torrenti da attraversare, possono rimanere anche 15 o 20 giorni senza ricevere posta e propongono in alternativa la "strada dei poggi". Sostengono che con il sistema attuale il portalettere "...non può fare da sé solo, ogni giorno, una gita così lunga, disastrosa ed ardua, ma invece ha stretto bisogno di un compagno, per fare il servizio un giorno per ciascuno, trattandosi fra andata e ritorno di percorrere un cammino di oltre 30 chilometri. E chi mai può reggere quotidianamente ad una fatica così improba, ad un viaggio così scabroso, massime per strade impraticabili e per sentieri selvaggi ?"

Concludono il lungo esposto (otto pagine!) dicendo che i reclamanti pagano fra tutti "...la non tenue somma di £ 9.400 fra tasse sui terreni, fabbricati, focatico e ricchezza mobile" e si vedono negato un servizio postale regolare "...e poi si pretende che noi sopportiamo in pacie (!) si fatte stranezze, volendoci far passare sotto le forche Caudine, senza proferir parola, né fare osservazioni in contrario, ma il divino Alighieri nella sua immortale trilogia ci ha detto sapientemente =Uomini siate e non pecore matte= [...] quindi noi chiediamo, anzi vogliamo, che il portalettere parta senz'altro da Casciano e si rechi direttamente a Montepescini, e di qui a Vallerano, S.Stefano, Campolungo, Poggiolodoli, Poggiobrucoli, ed infine faccia sosta a Casciano, ove deve avere la sua stabile residenza."

Tuttavia il 15 Febbraio 1900 la Direzione provinciale delle Poste comunica al Prefetto di essere contraria a qualsiasi cambiamento e il 2 Marzo il Consiglio Comunale, riunitosi appositamente per esaminare la questione,
1° Respinge il ricorso perché nella forma contiene parole sconvenienti, inquantoché l'intendimento del Consiglio a tutti manifesto, colla istituzione del pedone postale, era quello di recare vantaggio a tutti gli abitanti.
2° Incarica la Giunta, con facoltà di aggregarsi ad altre persone pratiche delle località, all'effetto di stabilire un servizio che risponda allo scopo, quando l'attuale sia provato insufficiente.


Il Sindaco accompagna la delibera con una lettera al Prefetto in cui afferma che "...si cerca di far nascere delle discordie con mezzi certo non leciti, e quindi occorre in qualche modo tutelare l'ordine pubblico" e lo informa di avere avvertito anche il Comandante della locale Stazione dei carabinieri.4


A Casciano di Murlo era stata istituita nel 1893 una Collettoria di 2a classe, che fu elevata a Ricevitoria di 3a classe dal 1° Maggio 1901, titolare la sig. Giselda Talenti.


1) A.Betti Carboncini - SIENA E IL TRENO, Calosci Cortona 1991
2) ASS - Prefettura anno 1898 - Affari generali, serie I, cat. 8
3) ASS - Prefettura anno 1899 - id.
4) ASS - Prefettura anno 1900 - id

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