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comuni ribattezzati
Monteroni, Colle, S. Quirico e Casole
Dopo l’Unità, il nuovo Stato italiano si trovò ad affrontare, insieme a enormi difficoltà di carattere politico ed economico, anche una questione che, seppure secondaria rispetto alle altre, e di molto più agevole soluzione, aveva grande importanza nel campo delle comunicazioni e, di conseguenza, del servizio postale, onde evitare possibili disguidi.

Ci riferiamo ai casi di omonimia di molte località, conseguente alla riunione in un unico Stato di tanti Stati diversi. Per i capoluoghi di provincia vi fu soltanto quello delle due Reggio, dell’Emilia e della Calabria, ma per i Comuni più piccoli furono tantissimi, e si impose subito la necessità di distinguere le località l’una dall’altra aggiungendo al nome una qualifica, che per lo più faceva riferimento a fiumi (o relative valli), a monti o altre indicazioni geografiche.

Spesso furono gli stessi Comuni ad avvertire tale bisogno e a deliberare in proposito, richiedendo al Ministero dell’Interno la relativa autorizzazione.

La variazione del toponimo doveva essere sancita da un Regio Decreto, come quello qui riprodotto, riguardante alcuni Comuni della Provincia di Siena, del 21 Settembre 1862.



Il nuovo nome doveva figurare, naturalmente, anche nel timbro postale, ma questa modifica non fu affatto tempestiva e prima di vederla attuata ci vollero mediamente una diecina d’anni, come si può vedere dagli esempi riportati qui di seguito.

MONTERONI D’ARBIA
Il bollo di collettoria Monteroni durò fino all’apertura dell’Ufficio Postale, nel 1872, e soltanto allora comparve il bollo con la nuova denominazione.

COLLE DI VAL D’ELSA
Il bollo a un cerchio medio con la sola dicitura COLLE fu mantenuto fino al 1871.

S. QUIRICO D’ORCIA
Il bollo a un cerchio piccolo con la sola dicitura S.QUIRICO fu mantenuto fino al 1870 (o 1871).

Soltanto l’Ufficio Postale di CASOLE D’ELSA ebbe subito il bollo con il nome nuovo, perché fu istituito soltanto dopo l’emanazione del decreto e precisamente il 1° Marzo 1863.

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