Ci pare interessante, e anche curioso, il contenuto 
              di questo documento1 che riguarda l'ufficio 
              postale di Pienza. Lo riportiamo integralmente: è un po' 
              lungo, è vero, ma crediamo valga la pena di leggerlo. A seguire, 
              il nostro commento e i risultati di un'indagine sul posto. 
            
              
                Pienza, 17 Luglio 1875 
                   Ill.mo Sig.Cavaliere 
                    Prefetto della Città e 
                    Provincia di Siena, 
                     
                    In qualunque siasi ramo di Servizio il Governo del Magnanimo 
                    Re d'Italia chiede ai suoi sottoposti la puntualità, 
                    esattezza e galantomismo, ma non domanda già la perdita 
                    della salute e della vita, ed è per questo che il sottoscritto, 
                    in qualità di Regio Commesso Postale, servo e suddito 
                    fedelissimo della S.V. Ill.ma, rispettosamente con la presente 
                    si prende con le debite ragioni rivolgersi alla prefata S.Vostra 
                    sperando di ottenere con sicurtà ciò che domandato 
                    viene. 
                    In qualunque posto ove esiste Regio Uffizio Postale, il proprio 
                    comune tanto per decoro del paese o Città, quanto per 
                    la salute e bene del Titolare, ha provveduto due stanze con 
                    tutti i necessari comodi per uso d'Ufficio Postale, meno che 
                    in questa disgraziata Città a motivo del troppo egoismo 
                    che vi comanda, tenendo per Ufficio un piccolo stanzino sotto 
                    alla torre umidissimo esposto a tutte le intemperie, da non 
                    resisterci dal freddo e dai venti, privo di sole che nelle 
                    giornate buie conviene accenderci il lume anco nel mezzo dì; 
                    tale stanzino anticamente serviva da Magazzino per il sale 
                    e può paragonarsi ad un carcere di Splesburgo. Il genitore 
                    dell'esponente nel 1853, ci rimise la propria vita, ed il 
                    dolente la propria salute avendovi acquistato tutti gli 
                    immaginabili malanni e cinque malattie tutte mortali, 
                    quivi acquistate come dichiarato viene dai medici curanti, 
                    e se non credono al deposto facciano verificare la verità, 
                    vi ho pure acquistato forte paralisi alla mano destra che 
                    per potere scrivere conviene regolarla con la sinistra. Forse 
                    diranno ha l'Aiuto vi tenga lui, il med.o essendo proprio 
                    figlio permetterebbero farci perdere la salute anco a lui. 
                    La sera conviene aspettare l'arrivo del Procaccia fino a mezza 
                    notte e più oltre, ed essendo molto lontana la propria 
                    abitazione, quando piove bisogna zupparsi come pesci come 
                    è successo la decorsa notte, e la strada del chiasso 
                    essendo tutta a sterro denominata la via della Volpe, simile 
                    ad un fosso non ci si sta ritti, e non essendovi lampione 
                    in fondo, priva rimane di luce da non trovare neanco l'uscio 
                    della propria abitazione, cosa indecente e pericolosa per 
                    colui che vi passa portando in tasca forti somme per incasso 
                    di Vaglia Postali, non potere trovare l'uscio, sentire passare 
                    gente e non vedere chi sia. 
                    Questo Comune tiene in proprio due stanze, e sotto alle medesime 
                    vi è un Caffè a pigione, stanza adattissima 
                    per un Ufizio Postale essendovi annesse le Logge, potrebbero 
                    prenderla ed assegnarla al Titolare, e così nelle stanze 
                    sopra tenervi un letto per quando il Procaccia nei mesi d'inverno, 
                    molte volte a motivo di nevi e geli arriva a nottata molto 
                    avanzata, e così non costringere il rappresentante 
                    ad aspettare l'arrivo del Procaccia a casa, e trasportarvi 
                    pure la distribuzione della corrispondenza. 
                    Questo è quanto per la pura verità. 
                   Il Titolare 
                    B. Senesi 
                   | 
               
             
             
            "L'esponente" o "il dolente", 
            come lui stesso si definisce, è Bonifazio Senesi, titolare 
            all'epoca dell'ufficio postale di Pienza, figlio del Distributore 
            Comunitativo Arcangiolo, che già nel 1854 si era lamentato 
            col Direttore della Posta di Siena per le disagiate condizioni del 
            suo uffizio2. 
             
            Il documento, scritto sulle quattro facciate di un foglio protocollo, 
            è ricopiato alla lettera. La sottolineatura è in matita 
            blu nell'originale ed è presumibile sia stata fatta dalla Prefettura. 
            Il "carcere di Splesburgo" voleva dire "dello Spielberg", 
            famoso per essere stata la prigione di Silvio Pellico. Il distributore 
            comunitativo di Pienza Arcangiolo Senesi, babbo di Bonifazio, aveva 
            scritto nel surricordato esposto al Direttore della Posta di Siena, 
            "…essere la posta di questo posto situata in luogo 
            freddino, esposto a tutto, e quello che è peggio un piccolo 
            sgabuzzino umidissimo che anticamente se ne servivano per il magazzino 
            del sale, luogo dirò così d'acquistarvi tutti i malanni 
            …e per dire il vero pare più una prigione che un'Uffizio 
            Postale"3. 
             
            Come già detto, abbiamo fatto un sopralluogo a Pienza e ne 
            abbiamo ricavato il materiale fotografico che pubblichiamo qui sotto, 
            con le relative note.    
            
              
                  | 
                Fig. 1 - Il Palazzo Pubblico di Pienza, situato 
                  di fronte alla Cattedrale. Anche la costruzione di questo edificio 
                  fu ordinata da Pio II; venne eretto fra il 1459 e il 1464, ma 
                  il suo stato odierno è frutto di abbondanti restauri 
                  ottocenteschi. L'ingresso principale è sotto il porticato, 
                  mentre la porta piccola all'estrema destra, fuori dei portici, 
                  era quella dell'ufficio postale, situato nella base della torre, 
                  che ha una sola finestrina alta sul lato destro, non visibile 
                  nella foto. | 
               
              
                | Fig. 2 - Il portone con la scalinata dà 
                  adito al piano superiore, dove hanno sede gli uffici comunali. 
                  Si vedono bene la buca postale e, all'estrema destra, la porta 
                  dell'ufficio postale. | 
                  | 
               
              
                  | 
                Fig. 3 - Ingresso dell'ufficio postale: al centro 
                  dell'arco esiste ancora un gancio in ferro dove, probabilmente, 
                  stava appesa l'insegna. | 
               
              
                | Fig. 4 - La buca delle lettere, con sotto lo 
                  sportello di ferro per la vuotatura (interamente visibile nella 
                  fig. 2). Forse la dicitura non è quella originale, in 
                  quanto si vedono in alto dei segni che sembrano residui di altre 
                  lettere. | 
                  | 
               
              
                  | 
                Fig. 5 - VIA DELLA VOLPE, ancora oggi una traversa 
                  del corso Rossellino. Si vede in fondo la torre del Palazzo 
                  Pubblico, distante un centinaio di metri. Allora il "chiasso" 
                  era a sterro e, anche se non molto lontano dall'ufficio, percorrere 
                  la distanza di notte sotto la pioggia non era certo cosa piacevole. | 
               
             
             
             
            1) Archivio di Stato di Siena: Prefettura - N° 
            1456, cat. 8.  
             
            2) Non siamo riusciti a stabilire con esattezza quando l'ufficio postale 
            di Pienza, che nel periodo granducale era comunitativo, divenne regio, 
            ma deve essere stato subito dopo l'unità. 
             
            3) G.Pallini e P.Saletti: "I Corrieri del Mangia", pag. 
            164. |