| BUONCONVENTO | 
         
         
           Integrazione della scheda di Buonconvento (pag. 
            112) 
            I parte | 
         
         
          Le vicende postali di questo piccolo centro agricolo 
            sono state sempre legate alla Strada Regia Postale Romana (poi Via 
            Cassia), che fino all'apertura della circonvallazione (non molti anni 
            fa) lo attraversava a 25 km da Siena. Poco dopo l'annessione della 
            Toscana al Regno d'Italia, il servizio postale che collegava Firenze 
            a Roma passando per Siena, fu spostato sulla via di Orvieto e Montefiascone, 
            con progressivo smantellamento delle antiche Stazioni di Posta e gravi 
            difficoltà per il servizio postale non solo dei paesi toccati 
            dalla strada ma anche di quelli circostanti, difficoltà che 
            furono affrontate con l'istituzione di tratte locali e con i collegamenti 
            alle stazioni della nuova ferrovia per la Maremma, ma superate definitivamente 
            solo nei primi decenni del novecento con l'avvento del servizio automobilistico. 
            Tuttavia di questo argomento ci occuperemo a parte, in quanto interessa 
            non solo Buonconvento, ma, come abbiamo detto sopra, tutti i paesi 
            che sorgono lungo l'antica Strada Regia Postale.   
            Cominciamo col ricordare che nel libro, a proposito di un incidente 
            avvenuto alla Stazione di Posta di Buonconvento nel 1801, avevamo 
            osservato che tali fatti non erano infrequenti.   
            A conferma di ciò, possiamo documentare quanto successe poco 
            tempo dopo. Il 17 Febbraio 1803 una relazione del Potestà di 
            Buonconvento, Francesco Nannotti, informa il Direttore della Posta 
            di Siena di un litigio tra il sig. Francesco Irkall, Corriere Straordinario 
            per Parigi del R.Gabinetto di S.M.Siciliana e uno stalliere della 
            Posta di Buonconvento, Antonio Micheli, che fortunatamente si risolse 
            con minacce verbali e qualche spintone1.  
             
            Secondo quanto scrive il Potestà, il Corriere "...domandò 
            un calesse coperto per proseguire il suo viaggio" e il Micheli 
            gli rispose "...che non ne aveva, e che vi aveva invece una 
            calessina scoperta." Ne nacque una discussione e a un certo 
            punto il Corriere " ..diede un urto con una mano a detto 
            stalliere alla volta del petto, e detto stalliere gli corrispose con 
            altro atto consimile contro detto sig.Corriere, che appena lo toccò 
            e che non poteva averlo offeso, e che in tale diverbio non vi seguirono 
            parole ingiuriose ... almeno che fossero intese; un Testimone depose 
            di più, che seguiti gl'atti degl'urti scambievoli, il detto 
            sig. Corriere smontò di calesse, e prese infuriato la sciabola, 
            che aveva in calesse, la sfoderò e accorse alla volta della 
            stalla, ove era entrato il detto stalliere, senza sapere cosa seguisse 
            e fosse detto dentro la stalla, sortito di poi domandò dove 
            era il Tribunale." Non avendovi trovato il Potestà, 
            lasciò il suo reclamo e ripartì "...col mezzo 
            della calessina scoperta offertali dal detto stalliere". 
            Il successivo 14 Marzo la Segreteria del R.Governo comunica che il 
            Micheli "...è stato castigato con due giorni di carcere 
            segreta a pane ed acqua per l'insulto da esso fatto al Corriere."  
             
            Così, malgrado le sue proteste, il Corriere dovette proseguire 
            il suo viaggio verso Siena allo scoperto: era di Febbraio e non doveva 
            essere tanto piacevole. Non sappiamo con quale mezzo fosse arrivato 
            fino a Buonconvento, evidentemente il legno che aveva usato fino a 
            lì non era più in grado di tenere la strada. Tuttavia, 
            andò peggio allo stalliere, che si beccò due giorni 
            di prigione a pane e acqua.   
            Abbiamo già detto che fin dal 1814 il postiere di Buonconvento, 
            Raffaele Cantucci, fu autorizzato dal Direttore della Posta di Siena 
            "…di ricevere e consegnare le lettere per conto di 
            quest'Uffizio"2, per cui si venne 
            a determinare quella particolare istituzione che noi riteniamo di 
            poter definire "Uffizio fiduciario". Non ci risulta sia 
            stato mai istituito un Uffizio Comunitativo, ma era la Direzione di 
            Siena che passava al postiere una "gratificazione" annuale 
            per il suo incarico, che dopo la sua dimissione volontaria, nel 1852, 
            passò al fratello Antonio.   
            Fra il 1816 e il 1817 il Cantucci si fornì di due bolli lineari, 
            per le lettere con porto dovuto e porto pagato, che furono usati prima 
            con inchiostro rosso e poi nero.     
               
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                Nell'aggiornamento del 
                    Catalogo Vollmeier è riportata come prima data d'uso 
                    del lineare di porto dovuto l'Aprile 1816, noi però 
                    abbiamo visto questa lettera scritta a Buonconvento il 31 
                    Agosto 1816 e diretta a Campagnatico: arrivata a Siena è 
                    stata bollata regolarmente al verso col Cuore 35 e al recto 
                    col SIENA in cartella in partenza per Campagnatico. 
                     
                    Se il postiere di Buonconvento avesse avuto il bollo, lo avrebbe 
                    messo lui alla partenza, quindi quell'Aprile ci lascia piuttosto 
                    dubbiosi.   | 
               
             
             
            Altra lettera che riteniamo meritevole di segnalazione è questa, 
            spedita da Subbiano a Castel del Piano l'11 Dicembre 1843. E' interessante 
            anzitutto la bella busta, fabbricata a regola d'arte ripiegando uno 
            stampato. Il suo percorso fu Subbiano- Arezzo- Siena- S.Quirico- Castel 
            del Piano: è regolare che l'uffizio di S.Quirico abbia impresso 
            il suo datario 14 DECEMBRE 1843 (l'impronta è debole, ma leggibile), 
            del tutto insolito invece che Buonconvento abbia messo il suo lineare 
            in transito.    
               
            La busta contiene ancora la lettera, un foglio doppio piegato in quattro 
            dal cui contenuto si apprende che c'era allegato anche un "certificato 
            di miserabilità". Abbiamo pesato la lettera, con l'aggiunta 
            di un foglio di carta d'epoca al posto del certificato ed è 
            risultata di 21 grammi, corrispondenti a 2/3 d'oncia. Pertanto non 
            può essere che questa l'interpretazione di quel geroglifico 
            segnato in alto a sinistra, anche perché a questo peso corrisponde 
            la tassa di 5 crazie scritta al centro.      
            1) ASS - RR.Poste n. 16 
            2) ASS - RR.Poste n. 30 
            
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