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CECIL RHODES E LA RHODESIA

di Alberto CAMINITI

prima parte

PREMESSA

Non tutti conoscono Cecil Rhodes, l’uomo che diede il suo nome ad uno Stato, e scusate se è poco! Tutti però conoscono la Rhodesia che, appunto, prese il nome da questo straordinario personaggio politico ed avventuriero. Pensate, il povero Colombo riuscì a stento a dare il proprio nome alla Columbia, perdendo l’occasione di denominare un intero continente che, invece, fu chiamato America, da Amerigo Vespucci, vero... usurpatore geografico. La colpa però, come voi tutti sapete, non fu di Vespucci ma del cartografo germanico Waldseemuller che nel planisfero da lui disegnato nel 1507 contrassegnò il Nuovo Mondo col nome di America, alla tedesca, in onore di Amerigo. Diciamo che erano tempi, quelli correnti fino al XIX secolo, in cui immensi territori erano inesplorati e senza nome. L’audace esploratore, se non vi lasciava prima le penne, scopriva fiumi, laghi ed altissime montagne e poteva dare il nome ad essi perché non ne avevano ancora uno. Non si sapeva neppure dove nascesse il Nilo, che di millenni di storia faraonica ne aveva già parecchi.
L’Africa, poi, era il massimo delle novità, e per essa appariva davvero pertinente lo scritto che si apponeva sulle terre incognite nelle incerte mappe geografiche dell’epoca: Hic sunt leones (qui vi sono soltanto animali selvaggi!).

In tale ambiente fu possibile ad un giovane avventuriero, Cecil Rhodes, non solo dare il proprio nome ad una immensa colonia di Sua Maestà britannica, l’allora Regina Vittoria, colonia che però – in seguito - (col linguaggio degli scacchi) diede scacco matto alla Regina e si sottrasse al potere di Londra!
Andiamo dunque a vedere sia chi era questo giovane Cecil, che a dare un’occhiata alla colonia successivamente chiamata col suo nome: la Rhodesia.

CECIL RHODES

Nacque a Bishop’s Stortford (nello Hertfordshire, GB) il 5.7.1853 e morì a Muzenberg (Città del Capo – Sudafrica) il 26.3.1902; fu un imprenditore di larghe vedute ed un uomo politico britannico che divenne celebre per il ruolo che ebbe nell’evoluzione storica dell’Africa coloniale.
Era figlio di Francis William Rhodes, vicario della Chiesa anglicana a St. Michael, e di Louisa Peacock. Aveva tre fratelli: Arthur, Herbert e Frank. Per via di una malattia polmonare, gli fu consigliato di vivere in posti caldi e di trascorrere un periodo da suo fratello che aveva una coltivazione di cotone nel Natal, nella valle di Umkomaas. Rhodes giunse quindi a Durban il 1° settembre 1870, portando con sé 3.000 sterline; in pratica era la sua quota ereditaria, liquidatagli in anticipo dal padre affinché potesse iniziare una qualsiasi propria attività. Di idee, il ragazzo, ne aveva e tante. Per incominciare, fabbricò e vendette pompe idrauliche ai minatori allora attirati in massa dalla corsa ai diamanti sudafricani. In breve tempo, Rhodes dimostrò di essere uno straordinario uomo d’affari ed investì tutti i ricavi nell’industria delle concessioni minerarie per la estrazione dei diamanti a Kimberley, dando poi vita – con alcuni soci – alla multinazionale De Beers nel 1888. Ricordo che tale compagnia è tuttora la più grande società al mondo nel settore dei diamanti che estrae, lavora e vende; in pratica controlla il prezzo mondiale di tali gemme preziose. Cecil creò anche la Rhodes Fruit nel distretto di Stellenbosch, diversificando in tal modo i suoi capitali. A 23 anni era così ricco da potersi permettere di finanziare perfino la costruzione della ferrovia Città del Capo- Kimberley (centro minerario). Nel 1873 tornò in Inghilterra per completare gli studi all’Università di Oxford, dove strinse anche nuove amicizie con membri dell’ambiente politico. Di esse si giovò al rientro in Sudafrica per appoggiarsi agli imprenditori più potenti e nel 1881 fu eletto al parlamento della Colonia del Capo. Lì lentamente iniziò a dare attuazione al suo grande sogno: estendere l’Impero britannico su una fascia continua di territorio dal Capo al Cairo, congiungendo tali estremi continentali con una ferrovia che allargasse lo schema commerciale africano e che portasse rapidamente i prodotti da una colonia all’altra. A tale scopo Rhodes ispirò l’occupazione inglese del Bechuanaland (1881 – 1885) di cui divenne il primo Commissario governativo. Dobbiamo ricordare che all’epoca vi erano in Africa due ingombranti (per la Gran Bretagna) colonie tedesche, ossia l’Africa del Sudovest e l’Africa Orientale che – di fatto – impedivano la contiguità territoriale dell’Impero vittoriano. Rhodes nel 1889 creò la British South Africa Chartered Company (BSAC) e coi traffici della medesima pose sotto proprio controllo le ampie regioni del Mashonaland e del Matabeland; quest’ultima era la terra dei Matabele che avevano per sovrano il re Lobenguela, e la zona corrispondeva agli attuali Stati del Malawi, dello Zambia e della stessa Rhodesia. In pratica si stava costruendo un impero personale. Gli fu quindi facile far approvare che l’ultimo dei territori acquisiti prendesse da lui la denominazione di Rhodesia. In più a 35 anni, Cecil controllava ormai il 90% del mercato mondiale dei diamanti e si stava espandendo anche in quello dell’oro. Nel 1890 fondò la città di Salisbury (oggi: la capitale Harare) e nello stesso anno ricevette l’incarico di Primo Ministro della Colonia del Capo. Uno dei primi atti di governo fu il Glen Grey Act, una legge con cui i neri venivano allontanati dalle loro terre a favore dello sviluppo industriale. La spregiudicatezza commerciale e la smania di espansionismo di Rhodes lo portarono però immancabilmente a scontrarsi con i due Stati boeri confinanti: l’Orange ed il Transvaal. Si inserisce a questo punto la famosa vicenda del “ raid di Jameson “. Ma andiamo con ordine. Rhodes diede incarico al suo socio in affari Leander Starr Jameson (Edimburgo 1853 – Londra 1917) di reclutare un “ esercito privato “ per invadere il Transvaal ed annetterlo alla Corona. Il piano era di agire di sorpresa e di sfruttare il senso di rabbia dei lavoratori di etnia britannica che lavoravano nel Transvaal nel settore aurifero (i cosiddetti “ uitlander = ossia “ stranieri” in lingua afrikaner); a loro dire i boeri li vessavano. Jameson raccolse circa 600 uomini a cavallo (avventurieri, disoccupati e mercenari ante litteram) e li munì di uniformi grigie quali Poliziotti della BSAC e si introdusse dal Bechuanaland nel Transvaal con 6 mitragliatrici e due piccoli cannoni. Affrontare l’esercito boero con quel piccolo distaccamento era una ingenuità , e così fu, in quanto la prevista sollevazione degli utilander non si verificò ed appena Jameson ed il suo seguito si presentarono a Doorkop (cittadina di confine), furono circondati dai Kommandos boeri e si arresero subito. I boeri però trovarono nei carriaggi di Jameson lettere autografe di Rhodes, codici e cifrari vari, e nel successivo processo a Johannesburg non solo gli “ invasori “ furono condannati ed imprigionati, ma scoppiò uno scandalo internazionale che travolse il mandante dell’impresa, ossia Rhodes. Questi venne immediatamente scaricato dal Governo di Sua Maestà britannica e dovette dimettersi da Premier del Capo. A Capetown giunse di corsa un Alto Commissario di Londra (Lord Milner) con l’ordine di riportare la calma in loco.
Quando scoppiò la seconda guerra anglo-boera, Rhodes ricomparve e – col grado di colonnello - diede un aiuto decisivo alle forze armate britanniche colà schierate. Gli ultimi anni della sua vita furono per lui i più negativi sia dal punto di vista personale (fu chiamato in tribunale da una principessa polacca per una ipotetica promessa di matrimonio non mantenuta) che per la chiusura – nei suoi confronti – dell’ambiente finanziario che lo aveva ormai definitivamente allontanato. Rhodes si ammalò e morì a soli 49 anni. Senza eredi diretti, lasciò la sua immensa fortuna ad una Fondazione (la Rhodes Scholarship) che fornisce borse di studio ai giovani di tutto il Commonwealth più meritevoli (e meno abbienti). Una scelta coerente con la sua visione vittoriana di supremazia intellettuale dell’elite di Oxford e della Gran Bretagna sull’intero mondo. Cose d’altri tempi!

LA RHODESIA: STORIA E GEOGRAFIA

Si premette che in atto la Rhodesia va identificata con lo ZIMBABWE, Stato che ottenne l’indipendenza nel 1965. ma che divenne realmente sovrano nel 1980. Inizialmente di Rhodesie ve ne erano due: la Settentrionale (o DEL NORD) che oggi va identificata con lo ZAMBIA, repubblica indipendente dal 24 ottobre 1964. Esplorata e colonizzata da Cecil Rhodes nel 1897 fu unita a quella Meridionale sino al 1903, quando divenne una colonia britannica. Successivamente confluì nella Federazione della Rhodesia e del Nyassaland. Passò poi da una forma di protettorato all’indipendenza (1964), assumendo l’originario nome africano di Zambia. Ha una superficie di 752.614 kmq. (in pratica un po’ più del doppio dell’Italia) ed ha per capitale: Lusaka.



Fig. 2 = Mappa dello Zimbabwe (ex Rhodesia del Sud) .

La RHODESIA DEL SUD (o Meridionale) invece è quella che più direttamente deriva dalla vecchia colonia di Cecil Rhodes, come è dimostrato dal fatto che la sua denominazione rimase ininterrottamente “Rhodesia“ fino al 1980, anno in cui ufficialmente nacque lo Zimbabwe, vecchio termine africano con cui si indicava – sin dall’antichità – il territorio confinante con :
N = lo Zambia,
NW= la Namibia,
E = il Mozambico,
S = il Sudafrica,
W = il Botswana.
Il territorio è costituito da un vasto altopiano che digrada ad E verso il Mozambico e – per le altre parti – verso i bacini fluviali dello Zambesi e del Limpopo. La superficie è pari a kmq. 390.757, ossia è un po’ più grande dell’Italia, ed ha per capitale Harare, prima chiamata Salisbury. La Rhodesia fu creata da Cecil Rhodes a partire dal 1888 dopo la firma di una serie di trattati con le popolazioni locali di stirpe Zulù, la cui tribù più potente era quella dei Matabele. Tutti credevano che il giovane Cecil a sua volta ne trasferisse la sovranità alla Corona britannica, però Rhodes l’amministrò in proprio nella veste di Commissario governativo, e – di fatto – quale padrone assoluto. Con gli accordi di cui sopra il giovane Cecil si assicurò lo sfruttamento dei giacimenti minerari di cui il paese è ricchissimo e che comprendono: carbone, cromite, ferro, piriti, amianto, fosfati, argento, oro, platino e diamanti!
Rhodes aveva indubbiamente un gran fiuto per gli affari e si può quindi ben comprendere come si sia arricchito rapidamente. Nel 1903 la Rhodesia del Nord si separò – come abbiamo detto – da quella del Sud, divenendo una separata colonia britannica. Nel 1965, dopo una lunga guerra civile che vide contrapposto il governo, guidato da una minoranza bianca, contro le organizzazioni popolari di guerriglia (Movimenti di liberazione nazionale dello ZIPRA e dello ZANLA), l’esercito britannico – intervenuto pesantemente – riprese il controllo del paese. La Corona reale inglese concesse poi l’indipendenza a questa sua colonia nel 1980, nel grande quadro di dismissioni dell’impero. Da qui nacque lo ZIMBABWE. Abbiamo dato un rapido riassunto della vicenda storica della Rhodesia, ma – naturalmente – l’evolversi verso l’indipendenza fu più lungo, complesso e doloroso. Ciò perché il paese ebbe a subire un’odiosa forma di segregazionismo pari, se non peggiore, a quello che si era sviluppata nel Sudafrica.

IL SEGREGAZIONISMO RHODESIANO

Tutto iniziò dallo scontro politico fra il governo di Salisbury e quello di Londra a partire dal 1965.
Il Premier del governo inglese, Harold Wilson, aveva dichiarato che le colonie guidate da minoranze bianche (tale era la Rhodesia del Sud) avrebbero ottenuto l’indipendenza solo se avessero introdotto una Costituzione democratica che concedesse pari diritti alle maggioranze nere. Questa politica non fu accettata però dal governo di Salisbury, guidato da Ian Douglas Smith (nato a Selukwe – Rh. – 1919, morto a Città del Capo 2007), fiero assertore del primato dei bianchi e capo del Fronte rhodesiano, per cui Smith unilateralmente proclamò l’indipendenza del suo paese a partire dall’ 11 novembre 1965 e ruppe ogni rapporto con Londra, inviando (sic!) un semplice telegramma a Wilson onde partecipargli la decisione. Ecco lo schiaffo alla Regina, di cui abbiamo fatto cenno all’inizio di questo racconto! Sotto pressione, da parte sua, l’Alto Commissario britannico a Salisbury, bruciò cifrari e documenti e fuggì fuori dalla Rhodesia. La Gran Bretagna non poteva sopportare simile trattamento e fece intervenire l’ONU che – con la risoluzione S/RES/216 – invitò tutti gli stati membri a non riconoscere la Rhodesia quale paese sovrano ed a boicottare i prodotti rhodesiani. Solo il Sudafrica (altro segregazionista) e qualche altro paese (come Israele, il Portogallo di Salazar ed alcuni paesi arabi) aiutarono la Rhodesia in via non ufficiale. Dichiarata la repubblica nel 1968, l’esercito bianco rhodesiano iniziò operazioni militari per la repressione della guerriglia dei marxisti dello ZANU, che durò fino al 1979, provocando sanguinose perdite umane ed enormi sofferenze alla popolazione nera che subì una feroce segregazione razziale di stampo sudafricano. La prima fase bellica (1964 – 72) fu favorevole ai rhodesiani bianchi che riuscirono perfino ad imprigionare i capi nazionalisti Mugabe e Nkomo. Da entrambe le parti furono – purtroppo – commesse atrocità. Poi i movimenti di liberazione presero il sopravvento, aiutati dai partiti comunisti di tutto il mondo con denaro ed armi. Ufficiali nordcoreani addestrarono i guerriglieri neri, mentre circa 12.000 ribelli venivano istruiti all’uso delle armi in Libia, Etiopia e Tanzania. Poi i rhodesiani bianchi – rimasti isolati a livello internazionale e privi di ulteriori risorse militari, ripiegarono sulle sole grandi città. Nel 1978 il governo di Salisbuiry abbandonò la Dichiarazione di indipendenza e la Rhodesia ritornò sotto il controllo del Regno Unito. Londra, che aveva sempre aiutato concretamente il Fronte Nazionale di Liberazione ZANU di Robert Mugabe, mediò fra le parti avverse per riportare l’ordine nel paese, fece affluire truppe britanniche in quest’ex colonia e ciò portò alla fine alla formazione di un governo non separatista alla cui guida, con regolari elezioni, si pose nel 1980 Robert Mugabe; era nato lo ZIMBABWE.

DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA DEL SEGREGAZIONISMO



Fig. 3 = I negri erano sempre in coda, per procurarsi cibo, acquaed i permessi per potersi muovere



Fig. 4 = Truppe bianche rhodesiane in
azione anti-guerriglia contro i ribelli nazionalisti

Fig. 5 = Cartello in inglese ed in afrikaner che vieta ai negri di fare il bagno:
“Stabilimento riservato ai soli bianchi“

Fig. 6 = Manifestino divulgato clandestinamene dai guerriglieri, che fa conoscere i danni dell’apartheid

Fig. 7 = Uno dei primi libri (di E.Kaula) scritti contro il segregazionismo rhodesiano

 

MUGABE E LO ZIMBABWE.

Senza dubbio le attuali vicende storiche del dopo – Rhodesia sono strettamente collegate a Robert Mugabe (nato a Kutama il 21 febbraio 1924). Questi dopo essere stato Primo Ministro dello Zimbabwe dal 18 aprile 1980 al 31 dicembre 1987, da questa data ricopre la carica di Presidente della Repubblica a tutt’oggi; in pratica è il dittatore del suo paese ed ha più volte modificato la Costituzione per assicurarsi nuovi mandati presidenziali.

Fig. 8 = Il dittatore Robert Mugabe

Fig. 9 = La First Lady Sally Hayfron
celebrata in una bella serie filatelica

L’ ONU lo ignora, gli USA lo considerano “persona non gradita“ impedendogli di ottenere il visto d’ingresso in territorio americano, ma egli testardamente persegue i suoi ambiziosi progetti di potere personale. Ancora recentemente si è presentato a Roma in Vaticano per la S.Messa (19 marzo 2013) con cui Papa Francesco ha inaugurato il suo Pontificato. E’ sua la frase: “Solo Dio mi può destituire“, che è già di per sé un’aberrazione democratica: vuol restare dittatore a vita dello Zimbabwe, impedendo la pacificazione del suo paese, ogni possibile svolta liberale ed ogni legittima aspirazione ad un miglioramento del locale tenore di vita. Mugabe mantiene con spregiudicatezza il suo potere ed impedisce qualsiasi opposizione al proprio partito (lo ZANU) che considera sua personale proprietà. Ecco qualche nota biografica di lui: venne istruito dai missionari cattolici di Kutama, vicino all’ex Salisbury, proseguì gli studi coi gesuiti, recandosi infine in Sudafrica per intraprendere studi universitari. Poi da professore insegnò presso l’Università di Accra (Ghana) dove nel 1958 incontrò la sua futura moglie Sally Hayfron. Ha ricevuto onorificenze britanniche e riconoscimenti accademici, che oggi gli sono stati ritirati per indegnità. Imbevuto di teorie marxiste, nel 1960 entrò nel partito ZAPU, che abbandonò nel 1963 per passare ai vertici dello ZANU (Zimbabwe African National Union). Arrestato nel 1964, venne condannato a 10 anni di prigione. In carcere studiò giurisprudenza e dopo il rilascio si rifugiò in Mozambico come esule politico. Qui assunse il comando dell’ala militare del partito, eliminando i competitori. Dopo un forte impegno di guerriglia contro il governo di Ian Smith, nel 1979, quando l’esercito britannico riprese il controllo del paese, Mugabe vinse le prime elezioni democratiche (4 marzo 1980) e divenne Premier. Negli anni seguenti eliminò, talora fisicamente, gli oppositori, costringendoli a lasciare il paese; infine si accaparrò le funzioni presidenziali (e di governo) che tuttora detiene. Come in tante altre ex-colonie africane dove ai vecchi imperialisti sfruttatori è subentrato un regime dittatoriale (Uganda, Congo ecc.), la situazione economica è a livelli minimi, mentre l’indice di povertà umana è al massimo, sebbene il paese sia ricco di beni minerari e di potenzialità commerciali.
Concludiamo con la parte peggiore della “vicenda Mugabe“. Le organizzazioni internazionali per i diritti umani da anni denunciano i reati di cui si sarebbe macchiato il dittatore: persecuzione e torture degli avversari politici, violenze sistematiche contro le minoranze tribali, esproprio forzato di beni e terreni degli oppositori, brogli elettorali ed appropriazione personale degli aiuti internazionali. In pratica ha instaurato nello Zimbabwe un regime di terrore e la popolazione locale soffre per le brutali repressioni e la cattiva gestione amministrativa. In atto si cerca di denunciare Mugabe per genocidio presso l’Alta Corte Internaz. di Giustizia dell’Aja. Di certo, nella sua tomba Cecil Rhodes rabbrividisce vedendo in quali mani sia finita la bella terra di Rhodesia, da lui sì sfruttata, ma non a simili condizioni di malvagità come quelle attuali.

 

DOCUMENTAZIONE TEMATICO - POSTALE

Generalmente a questo punto si dovrebbero inserire in bella mostra i pezzi postali di supporto, senza ulteriori indugi. La vicenda filatelica rhodesiana è però molto complessa e – come dire – vivace, per cui appare opportuno prima richiamare il susseguirsi dei momenti storici di questo paese onde meglio comprendere il meccanismo delle emissioni nel suo svolgersi. Andiamo quindi a seguire la Rhodesia nelle varie epoche; lo faremo sulla base delle successive denominazioni che la colonia ha assunto via via:

Prima colonia britannica al di sopra del Natal e del Transvaal=
Inizialmente Cecil Rhodes si incuneò con la sua Compagnia BSAC verso il Nord, colonizzando le terre di alcune tribù Zulù, come avanti detto: il Mashonaland ed il Matabeland. Rhodes con spregiudicatezza “acquistò” questi territori di re Lobenguela con un vergognoso baratto: a fronte di una decina di vecchi fucili e di un battello a vapore (sic!), beni che agli Zulù apparivano straordinari e di valore incalcolabile. Altro che gli specchietti e le collanine dei Conquistadores offerti generosamente agli indios del Nuovo Mondo! Naturalmente Rhodes non fornì alcun equipaggio a re Lobenguela che – poveretto! – non navigò mai sui fiumi e sui laghi africani. Questo era l’uomo. A supporto di tale periodo “postale“, per così dire, pionieristico presentiamo i seguenti pezzi di supporto: di nuovo l’esemplare di copertina che reca in sovrastampa l’indicazione “Rhodesia“, ma che in realtà è uno dei pezzi personalizzati di Rhodes, che nei territori dove penetrava, usava proprie emissioni della BSAC (British Sudafrica Company), come si può vedere nell’esemplare rosa da 3 pence già evidenziato in copertina e che reca l’effigie del Leone britannico vittoriano. L’emissione con la sovrastampa è del 1909 (Fig. 10). Molto interessante il pezzo seguente (Fig. 11): un cartolina postale del Mashonaland emessa nel 1895 e valida per uso interno, quindi con l’affrancatura di un penny grigio della BSAC; viaggiata e diretta a Salisbury, allora capoluogo della novella colonia:

Fig. 10 = Il 3 pence rosa della BSAC

Fig. 11 = Cartolina postale del Mashonaland

 

2° periodo coloniale =
Negli anni successivi (fino al 1903) la Rhodesia continuò ad appartenere alla Corona inglese, ma di fatto era amministrata da Rhodes come proprietà personale, per cui vennero utilizzati ancora gli esemplari emessi dalla BSAC. Ecco 6 buoni pezzi di buon interesse filatelico:

Fig. 12 = una sovrastampa di SAGGIO (Specimen) da 1 scellino giallo- arancio del 1898 Fig. 13 = un raro esemplare – su frammento – di posta consolare (Consolato di Chindu) coeva
Fig. 14 = il valore più alto della serie allora in corso, da 100 pounds ( molto pregiato in quanto usato) Fig. 15 = una cartolina postale viaggiata per Edimburgo ( Scozia )
del 1906
Fig. 16 = altra cartolina postale viaggiata del 1908
per la Gran Bretagna
Fig. 16-bis = Valore da 4 p. della serie Ammiragli, usato del 1910


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