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Remo Cerini poeta del popolo

Enrico Bettazzi

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Ritratto pittorico di Remo Cerini e della sua compagna Rita.

Così veniva definito nella presentazione dell’opera sua postuma all’inizio di questo millennio.
Certo per le ultime generazioni che hanno conosciuto questo personaggio pistoiese rimane vivida l’immagine di un uomo in preda ai fumi dell’alcool che cammina ondeggiando per le strade di Pistoia, in compagnia della sua compagna Rita, fino alla morte che lo colse nel 1980.

Ma sarebbe riduttivo parlare solo della fase finale della sua lunga vita (era nato a Pistoia il 28 luglio 1889): tre generazioni di pistoiesi l’hanno conosciuto nella sua semplicità e schiettezza, lui il poeta improvvisatore povero.

Nacque nella casa di famiglia sita nel quartiere cittadino di San Marco.
Ma in breve a causa di dissidi con il padre si ritrovò fuor di casa e da allora la sua abitazione furono le strade della città e rifugio notturno i loggiati dell’Ospedale del Ceppo o della Biblioteca Forteguerriana.
Come tutti i giovani del periodo fu richiamato in servizio militare e partecipò alla prima guerra mondiale. Tornato nel 1919 entrò in fabbrica, nella allora San Giorgio; anche lì prevalse un certo spirito ribelle, che mal sopportava prevaricazioni del forte sul debole, il che lo condusse a licenziarsi nel giro di pochi mesi sia nel 1919 ed dopo una seconda riassunzione nel 1927, dopo aver pronunciato uno dei suoi famosi motti verso il direttore del personale.

Già nel 1922 questa vena poetica innata aveva trovato sfogo in un volume dal titolo “Verso la modernità. Poesie moderne di Remo Cerini”.

Frontespizio del libro custodito presso la Biblioteca Comunale Forteguerriana di Pistoia.

In tutta la sua vita ha prevalso un amore per la libertà, contro la sopraffazione e le ingiustizie, che lo portarono durante il ventennio ad una serie di arresti: i suoi ragionamenti a voce alta non erano graditi al Regime.

Famose le frasi che sono state tramandate di bocca in bocca dai pistoiesi.
La forse più ricordata quella che pronunciò in tempo di guerra , quando per paura dei bombardamenti alleati sulla città, si “imbracarono” i monumenti cittadini e lui di fronte alle formelle robbiane dell’Ospedale del Ceppo nascoste alla vista della gente, disse:

“Quando rivedrete la luce
non ci sarà più nè il Re né il Duce”

Ma ricordiamo anche quella che il giorno dell’occupazione tedesca di Pistoia dopo l’armistizio dell’ 8 settembre 1943 pronunciò di fronte al monumento equestre a Garibaldi vicino la chiesa di S. Domenico:

Stai attento Beppe, ci rienno" (nda: sono tornati)

Remo desiderava essere considerato un poeta e nelle sue liriche semplici coltivò sempre un senso di fratellanza umanitaria verso i miseri e i derelitti, in concordia con lo status che si era ritagliato per il suo modo di vivere. Nel 2013 il Consiglio comunale di Pistoia decise di indicare in anagrafe con una strada (Via Remo Cerini) l’indirizzo convenzionale per i senzatetto della città.

Remo precisò il suo senso di ripulsa verso la guerra, la violenza e le distruzioni in diverse liriche; in “Tacete o mostri d’acciaio”:

Perchè non tace mai lo vostro rombo
l’opra nefasta de la distruzione?
Perchè quel material d’acciaio e piombo
distrugge il sacro ben di noi persone?…
Ma non tacete no. Voi non tacete!
Le bocche vostre sputan sempre fuoco,
l’opere d’arte tutte distruggete:
la somma scienza non si mette ‘n gioco.

E ancora nel 1916, in pieno conflitto:

Iddio per me chiede la pace

Pace fratelli ‘l padre nostro grida
prima che resti ‘l mondo un cimiterio...

Come abbiamo detto anche a lui toccò vestire il grigioverde ed è grazie ad una cartolina scritta alla sorella che ne abbiamo una rara testimonianza. Manda i saluti a Giselda, lavorante in un laboratorio di maglieria in Via del Can Bianco, il 18 agosto 1918.

Cartolina postale in franchigia spedita dall’Ufficio di Posta militare Concentramento Sezione E.P.
in data 21/8/18.


Come vediamo fu adoperata per i saluti una cartolina postale, in franchigia, illustrata da Mazzoni, con una frase di propaganda che mette in luce la difesa delle cose proprie dall’aggressione del nemico. La cartolina, edita per la III Armata, fu utilizzata dopo la rotta di Caporetto.

La scrisse dal Magazzino Avanzato di Massa Lombarda (prov. Di Ravenna), retrovia ove evidentemente il trentenne pacifista era stato destinato.

Enrico Bettazzi
11/9/25

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

R. CERINI, Ben io dritto vo per la mia via..., Pistoia, 2000

G. BARBI, Storie minime pistoiesi, Pistoia, 1997

https://www.petiteplaisance.it/libri/100-150/126/int126.html

https://www.electroyou.it/carlopavana/wiki/tre-toscani-tre-personaggi-sul-filo-della-memoria#google_vignette