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Remo Cerini poeta del popolo |
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Enrico Bettazzi | |
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Così veniva definito nella presentazione dell’opera sua postuma all’inizio di questo millennio. Ma sarebbe riduttivo parlare solo della fase finale della sua lunga vita (era nato a Pistoia il 28 luglio 1889): tre generazioni di pistoiesi l’hanno conosciuto nella sua semplicità e schiettezza, lui il poeta improvvisatore povero. Nacque nella casa di famiglia sita nel quartiere cittadino di San Marco. Già nel 1922 questa vena poetica innata aveva trovato sfogo in un volume dal titolo “Verso la modernità. Poesie moderne di Remo Cerini”. Frontespizio del libro custodito presso la Biblioteca Comunale Forteguerriana di Pistoia. In tutta la sua vita ha prevalso un amore per la libertà, contro la sopraffazione e le ingiustizie, che lo portarono durante il ventennio ad una serie di arresti: i suoi ragionamenti a voce alta non erano graditi al Regime. Famose le frasi che sono state tramandate di bocca in bocca dai pistoiesi. “Quando rivedrete la luce Ma ricordiamo anche quella che il giorno dell’occupazione tedesca di Pistoia dopo l’armistizio dell’ 8 settembre 1943 pronunciò di fronte al monumento equestre a Garibaldi vicino la chiesa di S. Domenico: “Stai attento Beppe, ci rienno" (nda: sono tornati) Remo desiderava essere considerato un poeta e nelle sue liriche semplici coltivò sempre un senso di fratellanza umanitaria verso i miseri e i derelitti, in concordia con lo status che si era ritagliato per il suo modo di vivere. Nel 2013 il Consiglio comunale di Pistoia decise di indicare in anagrafe con una strada (Via Remo Cerini) l’indirizzo convenzionale per i senzatetto della città. Remo precisò il suo senso di ripulsa verso la guerra, la violenza e le distruzioni in diverse liriche; in “Tacete o mostri d’acciaio”: Perchè non tace mai lo vostro rombo E ancora nel 1916, in pieno conflitto: Iddio per me chiede la pace Pace fratelli ‘l padre nostro grida Come abbiamo detto anche a lui toccò vestire il grigioverde ed è grazie ad una cartolina scritta alla sorella che ne abbiamo una rara testimonianza. Manda i saluti a Giselda, lavorante in un laboratorio di maglieria in Via del Can Bianco, il 18 agosto 1918. Cartolina postale in franchigia spedita dall’Ufficio di Posta militare Concentramento Sezione E.P.
Come vediamo fu adoperata per i saluti una cartolina postale, in franchigia, illustrata da Mazzoni, con una frase di propaganda che mette in luce la difesa delle cose proprie dall’aggressione del nemico. La cartolina, edita per la III Armata, fu utilizzata dopo la rotta di Caporetto. La scrisse dal Magazzino Avanzato di Massa Lombarda (prov. Di Ravenna), retrovia ove evidentemente il trentenne pacifista era stato destinato. Enrico Bettazzi BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA R. CERINI, Ben io dritto vo per la mia via..., Pistoia, 2000 G. BARBI, Storie minime pistoiesi, Pistoia, 1997 https://www.petiteplaisance.it/libri/100-150/126/int126.html |