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Casi di meningite a Pistoia durante la Grande Guerra |
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di Enrico Bettazzi | |
PERCORSO: le schede > Pistoia racconta > questa pagina Qualche anno fa in un bel saggio dedicato ai militari ammalatisi durante la Grande Guerra, Daniele Ceschin ne parlava appellandoli “i fratelli minori dei feriti”. Eppure secondo una statistica stilata già sui primi numeri ufficiali del conflitto, a fronte di allora conteggiati 378mila morti sul campo o negli ospedali o nei campi di prigionia per ferite riportate in combattimento, ulteriori 168mila morti si registravano per malattia. Alla fine della guerra a fronte di quasi un milione di feriti si sarebbero avuti circa 2milioni e mezzo di ammalati. La situazione precaria generale, inclusa una arretratezza dei sistemi sanitari dell’epoca, portava ad una certa insicurezza di fronte all’avvento di varie forme di malattie epidemiche; famosa e più studiata negli ultimi anni la famosa “spagnola” che mietette vittime civili e militari con numeri pari a quelli dei caduti in guerra. “Da un resoconto dell’ Ufficio d’Igiene del Comune, datato 1 aprile 1917, si apprende come la città non fosse nuova a tal genere di epidemia. I freddi prolungati di febbraio, le piogge copiose della primavera avevano, secondo i sanitari di allora, favorito lo sviluppo della meningite. Il primo caso si verificò il primo di marzo, camuffato da comune influenza, da lì a pochi giorni i casi si infittirono divenendo in tutto 17. Sei di essi si verificarono tra i militari di truppa del Presidio di Pistoia, uno nella Caserma alle “Conce” il 5 marzo, uno alla Caserma Gavinana il 15, uno alla Caserma del Seminario il 16 e tre nella Caserma dell’ex Convento di Sala il 12, il 26 e 28 marzo.” (Nesti, p.140) Si ebbero 7 decessi , di questi 2 si ebbero tra la truppa. Il 26 maggio 1917 tra la truppa dell’83° Reggimento Fanteria acquartierata alla Caserma Gavinana vi fu un altro ulteriore caso, subito diagnosticato e per cui si applicarono subito le misure sanitarie previste, onde evitare ulteriori contagi. Il militare fu ricoverato in isolamento all’Ospedale Militare di Riserva di Pistoia, allora nel Conservatorio di S. Giovanni Battista nell’attuale Corso Gramsci. Cartolina del Conservatorio di San Giovanni Battista ove ebbe sede l’ Ospedale Militare di Riserva Foto del personale militare sanitario in forza all’Ospedale Militare di Riserva (Coll. Mario Lucarelli). Come da prassi il giorno stesso partì per l’ufficiale sanitario comunale un “biglietto di denunzia” in cui l’ufficiale medico dell’ Ospedale di Riserva comunicava l’avvenuta misura di isolamento del caso. Biglietto di denunzia alle autorità sanitarie locali spedito il giorno stesso della diagnosi Retro del medesimo con apposto il timbro circolare amministrativo dell’ Ospedale Militare di Riserva di Pistoia Di seguito riportiamo gli articoli del Regolamento sanitario e le leggi di Stato che indicavano i percorsi da tenere nel caso di malattie infettive, che per maggior sicurezza e precisione nell’applicazione erano riportate direttamente anche sul biglietto (Mod. 1 uniformato su indicazione ministeriale). Il soldato colpito dalla meningite era un militare di 36 anni proveniente dal Distretto militare di Nola, appartenente all’83° Rgt. di fanteria (Brigata “Venezia”).
Purtroppo, nonostante le misure prese, l’esito fu infausto ed il soldato andò ad ingrossare le fila dei caduti per la Patria, come testimoniato dall’inserimento del suo nome nell’Albo d’oro dei caduti.
D. CESCHIN, “I fratelli minori dei feriti”. Militari e malattie nella Grande Guerra, in AA.VV., Malattie e medicina durante la Grande Guerra 1915 – 1919, Udine ,2009. P. NESTI, Pistoia tra il 1915 e il 1918. La città e la sua gente durante la grande guerra, Pistoia, 2017. https://www.cadutigrandeguerra.it/Default.aspx https://www.difesa.it//assets/albooro/5/249.jpg
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