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Prunetta-Fossoli-Auschwitz:
le due sorelle ebree Vera e Gabriella De Cori

Enrico Bettazzi

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Il 26 gennaio 1944 fu una data infausta: vi fu una retata sulla montagna pistoiese ai danni degli ebrei ivi residenti, sfollati o internati, e presenti in varie comunità . A Prunetta vi era la presenza di due nuclei familiari: gli ebrei croati Fiser e le donne di casa De Cori, sfollate da Pisa.

Il loro destino fu tragico, perché assieme a molti altri ebrei rastrellati quel giorno in località della montagna, furono prelevati grazie all’opera dei fascisti locali da agenti di pubblica sicurezza e da questi consegnati alle forze di sicurezza tedesche. Condotti prima nel carcere cittadino di S. Caterina in Brana e da lì a quello delle Murate di Firenze, furono poi trasferiti al campo di concentramento di Fossoli, vicino Carpi.

Qui seguirono la triste sorte di tutti i concentrati in quel campo: poi trasferiti con convoglio ferroviario nei campi di sterminio dell’Europa sottoposta ai nazisti.
Delle sorelle De Cori abbiamo trovato presso l’Archivio Arolsen le cartoline da loro scritte nel momento della breve permanenza nel campo di Fossoli.
Sono cartoline prestampate, ufficiali del campo, in cartoncino colorato (rosa scuro), da utilizzare per le comunicazioni in franchigia; dall’esame di quelle reperite ed esistenti, al momento se ne riscontra un utilizzo per comunicazioni verso organismi di soccorso (Croce Rossa); visto lo status degli internati ed il periodo in cui vennero scritte debbono considerarsi alla stregua di espressione di ultime volontà da parte dei prigionieri. Non ebbero mai un esito risolutivo né positivo per i mittenti.

Prima di riportare i commoventi testi delle cartoline delle due sorelle De Cori, facciamo un breve riassunto biografico, traendo le notizie dal bel volume di Andrea Lottini sugli ebrei nel pistoiese, indicato in bibliografia.

Gabriella e Vera De Cori erano giunte a Prunetta assieme alla madre Giuseppina a seguito delle persecuzioni messe in atto dagli organismi della Repubblica Sociale; pertanto, sfollarono dal territorio pisano raggiungendo il paesino pistoiese. A fine gennaio come abbiamo visto le donne vennero tradotte nel carcere circondariale di Pistoia; la madre, Giuseppina Ambron, venne rilasciata, mentre per le due giovani sorelle iniziò un viaggio senza ritorno verso Auschwitz.

Cartolina indirizzata alla Croce Rossa Italiana a Roma, spedita da u.p. civile di Fossoli Modena il 16/2/1944. Presente timbro lineare “Posta di internato civile verificato per censura” e timbro circolare del Campo Concentramento Fossoli di Carpi. (Archivio Arolsen)

Retro della cartolina che veniva distribuita nel campo per le comunicazioni postali (Archivio Arolsen)

“ 13 febbraio 1944
La sottoscritta Italiana di Razza Ebraica Discriminata perché orfana di guerra del Ten. Colonnello Vittorio DE-Cori e sorella del Caduto in guerra Sergente in Sanità Gino De-Cori. Si trova in campo di concentramento, date le recenti disposizioni, e considerata nemica, senza alcun aiuto priva del necessario per cambiarsi e abbandonata senza alcuna protezione morale e materiale. Invoca la Croce Rossa di venire, se è possibile, in aiuto, essendo anche tanto sofferente. Grazie.
Vera De-Cori
Italiana nata a Reggio Emilia nel 1903 residente a Pisa”

Cartolina spedita in franchigia postale come da disposizioni per internati civili dall’ufficio postale civile di Fossoli (Modena) in data 16/2/1944; presenti timbro amministrativo e di censura del campo di concentramento. (Archivio Arolsen)

Retro della cartolina scritta da Gabriella De Cori dal campo di Fossoli in data 13/2/44. (Archivio Arolsen)

“13 febbraio 1944. La sottoscritta italiana di razza ebraica di anni 48, discriminata orfana di guerra e sorella di caduto in guerra, per le recenti disposizioni, considerata suddita nemica, si trova qui, malata priva di tutto, senza aiuto morale e materiale.
Può la Croce Rossa venire in aiuto? Nei tempi felici la sottoscritta era Socia e tanto si è prestata per la benefica Istituzione. Grazie.
Gabriella De Cori nata a Pisa nel 1896 “

Gabriella che era maestra ed aveva insegnato nelle scuole elementari scrivendo alla Croce Rossa rammenta nella corrispondenza che le insegnanti promuovevano l’adesione giovanile ed erano esse stesse insegnanti socie, spesso benemerite per propaganda, della medesima. Nonostante le benemerenze passate, anche familiari, con due caduti nella Grande Guerra per la nazione italiana, Gabriella aveva poi subìto discriminazione razziale nell’insegnamento e le lettere accorate che la anziana madre aveva rivolto al Ministro dell’Interno Buffarini Guidi non servirono a niente né per lei né per la sorella più giovane.
Probabilmente le due sorelle furono deportate già col primo convoglio verso Auschwitz il 22 febbraio ‘44.

Enrico Bettazzi
30/6/2025

 

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

A. LOTTINI, Vite sospese. Memorie e storie della Shoah nel Pistoiese, Pistoia, 2021

https://www.collections.arolsen-archives.org/