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Luigi Pulcini | |
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Lettera spedita da Luigi Leoni a Niccolò Puccini in Pistoia. Timbro lineare di Firenze con data 31 ottobre 1930, tassata per 2 crazie, normale tariffa interna granducale del periodo.
Firenze, 30. Ottobre 1830 Grato delle vostre cortesi ed amichevoli proferte, ne approfitto all’istante indicandovi quanto per ora mi abbisognerebbe.
Ma colui che devo sopportare il soprannome di “Gobbo Puccini”, dovuto ad una malformazione della spina dorsale, o le maldicenze del popolino che lo accusano di organizzare il rito orgiastico del “Ballo Angelico” tra le rovine del Tempio a Pitagora fatto edificare sull’isola del Lago, è il creatore dello splendido Giardino romantico realizzato intorno alla Villa di Scornio, meglio conosciuta come “Il Villone”. Oggi la porzione pubblica del Parco è una meta frequentatissima soprattutto nella bella stagione. La vita e le opere di un protagonista assoluto come Puccini sono state oggetto di innumerevoli pubblicazioni disponibili al prestito o alla consultazione presso la Forteguerriana e la San Giorgio, le due biblioteche comunali pistoiesi. La missiva viene inoltrata a Firenze il 31 ottobre 1830 poco prima della partenza di Leoni, impiegato della Magona del Ferro, destinato come impiegato amministrativo presso la Fonderia di Follonica, uno dei più importanti complessi siderurgici maremmani. Il suo ruolo è quello di “commesso” alle dirette dipendenze del Direttore, il tecnico pistoiese Raffaello Sivieri. Niccolò Puccini e Luigi Leoni condividono la stessa passione per la lettura, per lo studio e per la politica. Sono entrambi frequentatori assidui degli stessi circoli culturali e politici fiorentini, tra i quali spicca il Gabinetto Scientifico e Letterario fondato, nel 1820, dal ginevrino Giovan Pietro Vieusseux. Puccini è un socio abbonato al Gabinetto dove si possono consultare libri e giornali provenienti da tutta Europa e dove può ordinare le opere destinate alla sue raccolte. Di contro Leoni si premura di consigliare all’amico quali siano le modalità di spedizione migliori relativamente alle varie tipologie delle pubblicazioni e quali siano i vettori più affidabili. Per i giornali “politici”, come il Globo o il Tempo, consiglia di portarli semplicemente alla Posta apponendo l’indirizzo del destinatario sulla fascia di spedizione originale, precisando che la Posta parte per Follonica il lunedì. Segnala inoltre “(…) se non vi accomoda il lunedì, allora potrete spedirmeli per certi uomini, chiamati Manciajoli, che vengono ogni settimana a Pistoja e ritornano a Follonica. Per questi stessi stessi uomini potete spedire qualunque cosa vi piaccia come libbri. I giornali gli avrò letti alla mia partenza fino al 24 di ottobre, onde potete spedirli da quel numero in poi. Questo sia detto per i giornali politici. Riguardo ai giornali letterari prenderei la Revue Britannique e l’Antologia. Questi potete mandarli per i predetti Manciajoli a vostro comodo dopo che ve ne sarete servito (...)”. Probabilmente i Manciajoli sono vetturini, oppure barrocciai e svolgono un servizio di trasporto merci tra Pistoia e la Maremma, utilizzando la Strada Regia litoranea denominata Emilia (oggi Aurelia). Follonica è in quel momento un piccolo borgo costruito intorno alla scalo del ferro proveniente dalla Miniera di Rio dell’Elba e alla Fonderia della Magona, ma grazie alla Posta e a corrieri e trasportatori come Manciajoli i collegamenti con Pistoia sono relativamente frequenti e per quanto possibile rapidi. In Maremma è presente una folta colonia proveniente da Pistoia e della Montagna Pistoiese composta prevalentemente da boscaioli, carbonai e pastori, ma anche da operai, tecnici e dirigenti amministrativi come Leoni che hanno origine nelle aree montane e collinari del pistoiese e che alimentano un traffico postale con prospettive di espansione, benché la permanenza di buona parte della popolazione sia ancora condizionata pesantemente, nella stagione estiva, dalla diffusione della malaria che in quel periodo viene attribuita ai miasmi (ovvero dalla mal’aria) prodotti dalle paludi costiere. Il chinino era l’unico farmaco in grado di prevenire e risolvere in parte le cicliche epidemie di febbri malariche. E’ solo alla fine del XIX° secolo che verrà individuata come responsabile delle micidiali febbri terzane la femmina infetta della zanzara anofele. Non è affatto casuale che Luigi Leoni sia stato trasferito Follonica a partire dalla fine di ottobre. Gli uffici pubblici di Grosseto, capoluogo di Compartimento. vengono trasferiti prima in più sedi (Massa Marittima, Roccastrada e Castel del Piano) per poi decidere di concentrarli tutti a Scansano che diviene il temporaneo capoluogo della Maremma Grossetana nella stagione estiva. Quello che è relativamente semplice per l’amministrazione pubblica non lo è per una attività industriale. E’ ancora nell’estate del 1838 che Leopodo II° di fronte a questo esodo forzato per diminuire i rischi della diffusione delle febbri malariche tra il personale della Fonderia annota “Verso San Giovanni partirono tutti. Partì Sivieri. Spenti i forni a Follonica e rimasti inattivi gli Edifizi. Le cose sono state lasciate ben sistemate e prescelte le Guardie Francardi e Cappellini e l’Operaio Giusto Guasti alla vigilanza dello Stabilimento e delle coltivazioni. Si chiudeva. Mancava tuttora qualcosa al Campanile e al Camposanto e tutto l’interno della Chiesa. Immense zanzare impestavano e la malinconia prendeva di veder partire tutti. La febbre viene non si sa come, in un momento: e da principio non vi si crede, ma poi bisogna credervi.”
Luigi Pulcini
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