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  Coi partigiani in Albania: Furio Pallini
Enrico Bettazzi

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Furio Pallini era nato a Coreglia Antelminelli (prov. di Lucca), dove suo padre si era trasferito da Pescia per lavorare in una fabbrica, il 10/7/1912.
Verso i suoi dieci anni, la famiglia si era ritrasferita nella città di origine e Furio aveva poi trovato occupazione presso il centrale Bar Pulter, ancor oggi presente nella lunga piazza Mazzini.
Dovette lasciare il proprio lavoro di barista nel 1939, quando richiamato col 127° Reggimento di fanteria “Firenze”, partì da Pistoia per l’occupazione dell’Albania.

L’occupazione fu questione di pochi giorni: il 7 aprile 1939 le truppe italiane occupavano Valona, Durazzo e San Giovanni di Medua; l’8 Scutari e Tirana; il 9 Argirocastro; il 10 Coriza, Berat e Tepeleni.
E’ di quel periodo una corrispondenza spedita a Pescia in franchigia con una cartolina illustrata, modalità spesso usata in quei frangenti di riorganizzazione delle amministrazioni locali, compresa quella postale, per la carente distribuzione di francobolli nazionali alle nostre truppe per lo meno nei primi due mesi dallo sbarco.

La cartolina con panorama di Durazzo ed ivi scritta da Furio, viene affidata al Concentramento postale di Durazzo, cioè l’ufficio di P.M. 402. L’indisponibilità di francobolli viene supplita da Furio con la dizione manoscritta Posta Militare Albania e grazie a questa indicazione similare a quella presente nel timbro ufficiale di franchigia allora predisposto ed alla benevolenza degli addetti postali non viene tassata e regolarmente instradata verso l’Italia.

Furio Pallini è il primo a sinistra.


Furio Pallini nel 1940 rientra in patria e si sposa. Ma sarà un breve intervallo in quel periodo di guerra perché nel marzo del 1941 è ancora col 127° Reggimento, di nuovo in Albania.

Con l’aprile parte la breve campagna bellica di Jugoslavia (dal 6/4 al 17/4); gli Jugoslavi avevano tentato un’azione alle spalle delle nostre truppe disposte sul fronte greco, ma i nostri reparti in Albania, prima contenendo l’offensiva e dopo ribaltandola, erano avanzati nel Montenegro e nelle zone intorno al lago di Ocrida e verso il Kossovo.

Furio partecipa alle azioni in quel settore ed a maggio, a guerra conclusa, rimane di presidio nella città di Tetovo.
Scrive due cartoline paesaggistiche dalla località occupata, entrambe postalizzate tramite la Posta Militare n. 68 che serve adesso la Divisione Firenze. Vedute di Tetovo, come in voga nel periodo per far vedere a casa le nostre conquiste; indicazione manoscritta della località... in barba al segreto militare... ma la guerra era finita lì (al momento); non usa le cartoline postali per le forze armate e prova a replicare quanto già fatto nel 1939 per usufruire comunque della non tassazione, scrivendo la frase “zona priva di bolli”, con alterne fortune (una tassata, all’arrivo alla censura di Pistoia, ed una no).



Kossovo, Dibrano, Struga e Dulcigno andarono a formare la “grande” Albania. La divisione Firenze, della quale faceva parte il 127° Rgt. Ftr., rimase di presidio nel Kossovo, col comando a Dibra.
Lì iniziarono i primi non piacevoli contatti coi partigiani.

Cartina estrapolata dal libro di V. Astolfi, riportato in bibliografia.


Con l’8 Settembre 1943 cambiano totalmente gli scenari. Le nostre truppe si ritrovano in territorio ostile; ai Tedeschi ora si sommano le non sopite volontà di indipendenza albanese con l’aggiunta di una ulteriore spinta ideologica nella guerra partigiana.

Per i nostri soldati, truppa ed ufficiali, è l’ora della scelta; continuare in una guerra solitaria difendendosi da tutti, collaborare coi vecchi alleati oppure partecipare sia pur da lontano alla nuova lotta di affrancamento della nazione dal giogo nazi-fascista. Scelta certamente non facile, soprattutto nei Balcani.

Lo storico Massimo Coltrinari ci fornisce il quadro d’insieme: a settembre ‘43 in Albania vi erano 130mila soldati delle Forze Armate; dopo un primo periodo di sbandamento, dovuto alle azioni tedesche di rastrellamento con 75mila catturati ed internati successivamente in Germania, 10mila fortunosamente rientrati sulle coste pugliesi e altri 7/8mila cobelligeranti coi Tedeschi, ne erano rimasti circa 25mila, la maggior parte isolati in condizioni di mera sopravvivenza e circa 3/4mila che entrarono a far parte dell’Esercito di Liberazione Nazionale Albanese (E.L.N.A.) o alle dipendenze del Comando Italiano Truppe della Montagna.

Di questi tremila fa parte Furio Pallini; per lui, figlio di antifascista, è forse più facile capire da che parte stare, ma è tutta la “Firenze” che sceglie: non si fa disarmare, unica divisione italiana in Albania, e affronta i Tedeschi in una vera battaglia tra eserciti a Kruja.

Il combattimento non è favorevole alle forze italiane, che debbono disperdersi e adattarsi alla guerriglia; Furio a quel punto decide di continuare nella Colonna Martino (circa 1200 uomini in gran parte della Divisione Firenze). E vi rimane fino al novembre quando passa al Battaglione Gramsci, unità all’interno della I Brigata Proletaria a comando albanese.
Il Btg. Gramsci ebbe caratteristiche e distintivi partigiani, con regole e disciplina partigiane e comandanti eletti a prescindere dal grado tra i militari del battaglione.

Tessera personale di Furio Pallini, effettivo del Btg. Gramsci.


Naturalmente l’appartenenza ad una forza partigiana all’interno di un esercito di liberazione nazionale in un teatro di guerra come quello balcanico/albanese non permise contatti epistolari con la madrepatria; così per due lunghi anni i familiari di Furio rimasero senza notizie e visto come erano andate le cose un po’ dovunque e non ricevendo corrispondenze neppure come prigioniero, lo dettero per disperso, sperando comunque in qualche buona nuova.
Alla moglie, rimasta sola con una figlia di 4 anni, non rimase che chiedere nel frattempo il sussidio per familiari di combattenti dispersi.

Questa però è una storia a lieto fine: dopo aver combattuto nelle fila partigiane per tutto il 1944, a guerra appena conclusa in Italia, Furio Pallini viene rimpatriato il 5/5/1945; arriverà il 6 giugno a Pescia nella sorpresa e nella gioia della sua famiglia.
Furio Pallini verrà riconosciuto Partigiano combattente.

Il materiale qui riprodotto, salvo diversa indicazione, è di proprietà di Mauro Pallini, che ringraziamo per le informazioni biografiche e la documentazione forniteci e per avercene consentita la messa online.

Enrico Bettazzi
10/05/2022

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

G. MARCHESE, La posta militare italiana 1939-1945, vol.2, Trapani, 2002

V. ASTOLFI, Occupazioni ed annessioni italiane nella seconda guerra mondiale, Milano, 1996

G. BEDESCHI, Fronte jugoslavo-balcanico; c’ero anch’io, Milano, 1985

L. TOSI, a cura di, Caro nemico. Soldati pistoiesi e toscani nella Resistenza in Albania e Montenegro 1943 – 1945, Pistoia, 2018

M. PAOLINI, 127° Rgt. Fanteria “Firenze”, Pistoia, 2015