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  La pubblicità del PRESTITO NAZIONALE DI GUERRA
Fabio Parenti

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Faccio parte di un gruppo di collezionisti/studiosi di storia postale particolarmente attivo nel campo specifico della storia postale militare d'Italia, sono iscritto al Circolo Filatelico Numismatico Pistoiese dal 2016, ma anche dal 2009 alla A.I.C.P.M. (Associazione Italiana Collezionisti Posta Militare) che principalmente raccoglie collezionisti nel campo della storia postale militare e suoi addentellati.

Questo tipo di interesse in campo storico – collezionistico mi ha portato a sviluppare una tematica che ha particolarmente sempre attirato la mia curiosità e cioè quella legata alle cartoline e materiale pubblicitario di propaganda dei cosiddetti Prestiti Nazionali di Guerra; si tratta in particolare della pubblicità che i vari Istituti di Credito, Banche, Enti vari stampavano e divulgavano alla scopo di "rastrellare" denaro con l'emergente necessità di fronteggiare l'impegno derivante dalle spese militari le quali, sia in occasione della 1° che della 2° Guerra Mondiale assumevano un peso di rilevanza del tutto straordinaria rispetto al bilancio generale dello Stato.

Il 1° Prestito Nazionale di Guerra fu emesso nel gennaio 1915, essendo l’Italia entrata in guerra solo nel maggio 1915, l’attribuzione del significato “pacifico” è meramente formale poiché i venti di guerra già stavano soffiando e nel corso della Grande Guerra in totale ne furono accesi ben 6 nell'arco temporale che va dal 1915 al 1920; la ragione per cui lo Stato decise, per finanziare il conflitto, di ricorrere al Prestito piuttosto che inasprire la pressione fiscale o aumentare la liquidità senza adeguata copertura, è sicuramente da ricercare nella volontà e l'esigenza di coinvolgere e mobilitare nei cittadini il sentimento di partecipazione alle vicende che, particolarmente per la prima GM, vedevano l'Italia impegnata in una guerra di liberazione di territori italiani e di compatrioti che volevano riunirsi alla madrepatria.

Per fornire un ordine di grandezza, con l’emissione del 1° Prestito Nazionale lo Stato si era prefisso l’obiettivo di raccogliere un miliardo di vecchie lire, con una durata del prestito di 25 anni a decorrere dal 1° gennaio 1915 e con un tasso di interesse del 4,50% con un prezzo di emissione fissato in 97 lire per ogni 100 di capitale nominale e con una redditività effettiva finale del 4,63%, esente da ogni imposta anche futura; per le successive emissioni il criterio seguito fu invece di non porre limiti al tetto massimo raggiungibile con la sottoscrizione.

L’allora Presidente del Consiglio ed il Ministro del Tesoro erano autorizzati per il collocamento delle obbligazioni, ad avvalersi della cooperazione di un Consorzio, presieduto dal Direttore della Banca d’Italia e costituito da 3 Istituti di emissione che assoceranno alla propria azione Casse di Risparmio, Istituti di Credito ordinario, Banche Popolari e altre Cooperative di Credito, Società e ditte bancarie, oltre ad avvalersi dell’opera della Cassa Depositi e Prestiti, dell’Istituto Nazionale delle Assicurazioni e della Cassa di Previdenza.
L’incetta di denaro supererà il miliardo di lire (1.147.224.800) con il 2° Prestito, toccherà addirittura la cifra di 3.018.092.800 lire con il 3° Prestito.

Il 1916 è un anno ricco di vittorie per l’Italia e gli alleati impegnati contro gli Austroungarici, l’offensiva di Verdun viene contenuta ed arrestata, la Strafexpedition lanciata dagli austriaci fra l’Adige ed il Brenta si infrange contro la resistenza delle truppe italiane schierate di fronte ad Arsiero ed i Sette Comuni cosicchè nel giro di circa un mese la situazione viene ribaltata, gli Austriaci sono costretti a ritirarsi; anche sul Pasubio le truppe italiane escono vincitrici costringendo gli Austriaci al ritiro, la grande strada delle Dolomiti, di grande importanza dal punto di vista strategico viene raggiunta dagli Italiani il 1° di agosto e la inesorabile avanzata porta alla conquista del Sabotino e di Gorizia l’8 di agosto.

In questo clima viene lanciato il 4° prestito, che giunge alla fine del 1916 ed è caratterizzato non più da obbligazioni redimibili, ma invece da luogo ad una “rendita consolidata”. I titoli, fruttanti un interesse annuo del 5%, sono non soggetti a conversione per i primi 15 anni, considerato il prezzo di emissione fissato in lire 90 per ogni 100 lire di capitale nominale ed avranno un reddito effettivo del 5,55%.
La sottoscrizione raggiungerà la cifra record di 6.149.000.000 lire!!!

Il risultato di queste strategie politico finanziarie è sicuramente sorprendente, l’esplosione delle attività di propaganda, in qualsiasi forma e con modalità indubbiamente originali e nuove per il gusto dell’epoca, sono immediate e travolgenti in un clima di “entusiasmo per la Vittoria”.
Invece il 1917 si rivelerà un anno drammatico, oltre che per l’andamento del conflitto, più in generale per gli avvenimenti storici di portata mondiale che influenzeranno l’assetto politico e la cultura dell’uomo fino ai nostri giorni.

E’ storia di quei giorni infatti la caduta del governo monarchico dello Zar Nicola II costretto ad abdicare dietro le pressioni dei Soviet formati dai delegati degli operai e dei soldati. Inizia il processo di cambiamento dello Stato Russo che porterà alla instaurazione del primo governo bolscevico con a capo Lenin il 9 novembre 1917 che firmerà con la Germania l’uscita dalla guerra; questa pace sul fronte russo causerà chiaramente una recrudescenza sugli altri fronti di guerra; è infatti questo stato di cose che innescherà la controffensiva austroungarica sul fronte italiano con la breccia aperta su Caporetto e con il dilagare delle truppe nemiche in territorio italiano.
Gli Italiani si attesteranno sul Piave, impegnandosi nella storica resistenza che vanificherà i tentativi di superamento del nemico.

In questo clima di incertezza viene varato il 5° prestito denominato comunemente “Nuovo Prestito Nazionale Consolidato 5% netto”, i risultati della sottoscrizione sono ancora buoni accumulando quasi 3,5 miliardi di lire al netto della conversione dei precedenti titoli.
Agli inizi del mese di giugno del 1918 settantuno divisioni austroungariche con 7500 cannoni attaccano il fronte italiano per un’estensione di oltre 100 chilometri nella famosa “Battaglia del Piave” che nelle intenzioni del nemico doveva “fiaccare” definitivamente le difese italiane; la linea del Piave invece resiste eroicamente e oltre l’immaginabile, i tentativi degli Austriaci si infrangono senza speranza e quello che doveva essere il passaggio per la vittoria presto si trasforma per loro nel fatale avvio della disfatta. Alla fine della battaglia gli Austroungarici lasceranno sul campo oltre 180.000 caduti e buona parte dei mezzi di assalto utilizzati.

Contemporaneamente i Tedeschi subiscono gravi perdite anche sul fronte francese contro gli Alleati, che trionferanno nelle vittorie della Marna e nella Battaglia di Santerre grazie alla collaborazione delle forze americane al comando del Generale Pershing.
In questo clima, le truppe italiane al comando del Generale Diaz sferrano la controffensiva sul fronte italiano con la vittoriosa “Battaglia del Piave”. L’offensiva è ormai inarrestabile e le truppe italiane riconquistano nuovamente le posizioni perse nel 1917 costringendo l’Austria a chiedere la cessazione delle ostilità il 29 ottobre 1918, mentre la Turchia, alleata degli Austriaci capitola, i Serbi invadono Belgrado e l’esercito Belga sfonda da Nord riconquistando Andmarch.

Siamo al 4 novembre e finalmente il famoso “Bollettino della Vittoria” dichiarerà:
La guerra con l’Austria-Ungheria che, sotto la guida di S.M. il Re, Duce Supremo, l’esercito italiano, inferiore in numero e mezzi, iniziò il 24 maggio 1915, e con fede incrollabile e tenace valore condusse, ininterrotta ed asprissima, per 41 mesi, è vinta, l’esercito austroungarico è annientato, ha finora lasciato nelle nostre mani oltre 300.000 uomini con interi Stati Maggiori e non meno di 5000 cannoni. I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del Mondo, risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza

Anche sul territorio pistoiese abbiamo testimonianze, in particolare della Banca Italiana di Sconto, sede succursale di Pistoia, via Orafi 5, che pubblicizzavano l'operazione Prestito di Guerra, come testimoniano le immagini, prima e quarta di copertina di un giornale "numero Unico" emesso per quattro settimane consecutive, dal 25 febbraio 1917 al 17 marzo 1917 dallo stesso Istituto Bancario, con in copertina immagini a tutta pagina dell'illustratore Pistoiese Mazzei (1) che inneggia alla sottoscrizione per la Vittoria nei mesi che preludevano alla riscossa italiana che avrebbe poi portato alle vicende del 1918 fino alla vittoria conclusiva nella Battaglia di Vittorio Veneto.

1° di copertina 26 febbraio 1917

4° di copertina 26 febbraio 1917

1° di copertina 4 marzo 1917

1° di copertina 11 marzo 1917

1° di copertina 17 marzo 1917

 

NOTE

1) - Luigi Mazzei, pistoiese allievo di Fattori, fu artista versatile che sperimentò nel corso della sua lunga carriera le più svariate tecniche artistiche, dalla caricatura al restauro, dalla scenografia alla pittura da cavalletto, dalla grafica pubblicitaria all’affresco. Autore fra le altre opere de La Madonna del grano unico pannello che si è conservato di una serie commissionata dal Ministero per la decorazione del Palazzo dell’Economia Corporativa, attuale sede della Camera di Commercio di Corso Gramsci a Pistoia: la serie, che aveva intento celebrativo,raffigurava le principali attività economiche della Provincia, istituita in epoca fascista.

Fabio Parenti
01-03-2021