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I bolli e le etichette di censura della
Posta Militare n. 15 di Costantinopoli

di Mario Chesne DAUPHINÉ
(Bollettino prefilatelico e storico postale n. 182 - A.S.S.P.)

fig. l -"VEDUTA DEL PORTO DI GALATA": in una piccola traversa a destra sbucava Mumhané Sokak un vicolo dove ebbe sede la POSTA MILITARE N° 15: questo proseguiva in "Mumhané Street" un'ampia strada interna parallela al lungomare dove si trovavano quasi tutte le agenzie delle società di navigazione internazionali compresa quella italiana.

Dopo la firma dell'armistizio con la Turchia del 30 ottobre 1918, furono nominati tre alti commissari che dovevano insediarsi a Costantinopoli: per l'Italia il conte Carlo Sforza, il francese ammiraglio Amet e per l'Inghilterra l'ammiraglio Calthorpe. A partire dal 12 novembre varie squadre alleate sbarcarono a più riprese a
Galata.

Ma solo il 6 febbraio dell'anno successivo, il grosso del corpo di spedizione dei tre paesi, comprendente anche
il terzo battaglione del 62° reggimento italiano di fanteria, prese alloggio nella città.

Dopo circa una settimana e precisamente il 13 febbraio 1919, fu aperto in Mumhané Sokak, un vicolo nei pressi del porto di Galata, l'ufficio di posta militare n. 15, ufficio che era servito nel periodo bellico dal 1° agosto 1917 al dicembre dello stesso anno, alla 34° divisione di fanteria e dal 1° febbraio 1918 al dicembre dello stesso anno, alla prima divisione di cavalleria.

fig. 2- Lettera spedita a Losanna il13 febbraio 1919 (giorno di apertura dell'ufficio italiano) non affrancata (sul retro il timbro rettangolare "ALTO COMMISSARIATO ITALIANO-UFFICIO MILITARE-VERIFICATO PER CENSURA" è sigillata con fascetta anonima).

 

Benché il conflitto fosse da tempo terminato, vigeva ancora il servizio della censura militare sulla corrispondenza
spedita dall'esercito. Ogni missiva passata per censura doveva portare all'esterno il timbro numerico personale del censore, esecutore dell'esame. Questo servizio era affidato ad un apposito personale di truppa, sotto la sorveglianza di un ufficiale.

La censura fu soppressa solo nel luglio 1919 con circolare n° 1712R dell'intendenza in data 28 luglio 1919. Il servizio di censura ebbe inizio a Costantinopoli già dal primo giorno di attività dell'ufficio, ovvero il 13 febbraio 1919.

Inizialmente fu impiegato un timbro rettangolare (65 mm. x 31 mm.) con la didascalia ''ALTO COMMISSARIATO ITALIANO-UFFICIOMILITARE-VERIFICATO PER CENSURA" disposto su tre righe, con a sinistra in alto lo stemma reale. Lo conosco impresso con inchiostro violetto e successivamente in nero.

fig. 3- Cartolina spedita a Roma il 18 febbraio 1919 (sesto giorno di attività dell'ufficio) insieme ai timbro rettangolare, "ALTO COMMISSARIATO ITALIANO-UFFICIO MILITARE-.VERIFICATO PER CENSURA", vi è il cerchio col n. 2 del censore. La mittente in fondo alla cartolina ha anche citato l'indirizzo dell'ufficio italiano: "Posta Militare italiana Ufficio n° 15 Galata".

 

Questo mi risulta apparire già il 13 febbraio impresso sul retro di due lettere una diretta a Ginevra e l'altra a Losanna. Un secondo timbro sempre rettangolare (77 mm. x 27 mm.) anche questo con didascalia su tre linee
"CENSURA MILITARE-COSTANTINOPOLI-VERIFICATO PER CENSURA" l'ho riscontrato in uso nei mesi da giugno a settembre dello stesso anno.

Un ulteriore timbro con didascalia sempre su tre righe: "CENSURA MILITARE-COSTANTINOPOLI-VERIFICATO PER CENSURA" (86 mm. x 22 mm.) riscontrato in uso nei mesi di giugno e luglio lo conosco con due differenti misure dei caratteri della parola "COSTANTINOPOLI" nel primo tipo sottile e nel secondo più grande.

Esiste anche un timbro circolare, con la didascalia nella corona esterna "COMMISSIONE CENSURA- UFF. POSTA M.N°15" lo stemma reale al centro. Ma in questo caso si tratta di una lettera spedita a Chicago 1'8 giugno 1920, quando il servizio di censura bellico era da tempo terminato.

fig. 4- I due lati di una lettera spedita a Bergamo il 3 giugno 1919, che risulta sigillata con la parte inferiore dell'etichetta, che evidentemente fu tagliata in due e quindi con la sola scritta "VERIFICATO PER CENSURA".

L'ufficio di posta militare N. 15 utilizzò anche una fascetta di censura, con un doppio bordino con la didascalia "VERIFICATO PER CENSURA-ALTO COMMISSARIATO ITALIANO Costantinopoli" su quattro righe (110 mm. x 42 mm.). Ho riscontrato su di una lettera spedita a Bergamo il 3 giugno 1919 sigillata solo con la parte superiore di questa etichetta, infatti la stessa era stata tagliata sotto la scritta "CENSURA".

 

Esiste anche un tipo di fascetta anonima con applicata la sola didascalia "VERIFICATO PER CENSURA" senza bordino riscontrata su le due lettere per la Svizzera, spedite il 13 febbraio, da me citate in precedenza.

Per quanto concerne i censori (che applicavano il numero in un piccolo cerchio), mi risulta una numerazione
che va dall'l al 7 tra i quali non ho però mai rilevato il n. 6. Il censore n. 2 mi risulta quello più utilizzato.
In un caso ho anche riscontrato una lettera che oltre al bollo rettangolare di censura italiano e il numero del
censore "2", riporta anche una ulteriore etichetta di censura della posta militare britannica "OPENED BY CENSOR 4053" che effettuò una ulteriore ispezione. Questa lettera appartiene alla collezione di Gianluca Foresti.

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