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Il XIV Gruppo Artiglieria Contraerei in Africa Settentrionale

Enrico Bettazzi
Una batteria contraerea 75/46 nel deserto.


L’artiglieria contraerei era una specialità che nata nella prima guerra mondiale aveva preso sempre più piede, soprattutto con l’affermarsi dei bombardamenti aerei, con la guerra di Spagna.

Oltre all’importante centro di Mantova (sede del 4 rgt.) era sorta una scuola di addestramento a Nettuno, usando materiale prettamente autarchico. Ciò non consentì un raffronto con le tecnologie più moderne ed anche in questo settore si dovette scontare un gap all’inizio del secondo conflitto mondiale.

L’Africa settentrionale fu il primo importante riscontro operativo; con il susseguirsi di movimento di truppe (avanzate e ritirate continue) in uno scenario senza ostacoli naturali a frapporsi ai bombardamenti, diventò fondamentale poter controbattere le offese del nemico, venissero sia da terra che dal cielo.

E la nostra artiglieria contraerei svolse ambedue i compiti, dato che l’artiglieria “terrestre” controcarro o a lunga gittata si rivelò velocemente inadeguata nei confronti dei mezzi avversari. Così in più di una occasione l’artiglieria antiaerea fu usata anche per contrastare l’avanzata dei potenti carri armati nemici, in sovrannumero e maggiormente armati rispetto ai nostri.

Comunque anche in questa tipologia di artiglieria si pagò il fatto di aver convogliato verso le colonie il materiale vetusto a disposizione: la maggior parte delle batterie controaeree erano equipaggiate con i veterani pezzi della 15/18 di calibro 75/27 mod. 1906 o tuttalpiù 1911, non solo più lenti e con minor gittata rispetto a quelli britannici, ma anche talmente usurati che un brillante nostro comandante ebbe a dire che non sapeva se ancora li potesse considerare armi a tutti gli effetti.

In minima parte più moderni i modificati 75 CK (Commissione Krupp) che andarono appunto ad equipaggiare le due batterie del XIV Gruppo.

Il XIV ° (poi con numero arabo 14°) , derivante dal 4° Rgt. Artiglieria di stanza a Mantova, confluì in Libia dopo le prime pesanti sconfitte di Sidi el Barrani, Bardia e Tobruk, nel 2° Reggimento Contraerei, allora al comando del Ten. Col. Attilio Marescotti.

Con le truppe giunte a Tripoli per ricostituire la difesa contraerea, c’era anche il tenente Carmelo Antoci,di Ragusa Ibla, classe 1910, a capo del reparto munizioni e viveri del XIV°; con le sue corrispondenze ci racconta le prime fasi di trasferimento da Tripoli alla appena riconquistata Bengasi, nel marzo 1941:

“Homs 24 marzo...Siamo arrivati ieri sera ad Homs, prima tappa del nostro viaggio di trasferimento: fra qualche ora ripartiremo, ma non so questa sera dove ci fermeremo… Sono stato ora chiamato dal colonnello per andare a vedere Leptis Magna…”

Cartolina in franchigia postalizzata tramite XI Ufficio Postale di Concentramento 24/3/41.

 

“Villaggio Gioda 25 marzo … abbiamo fatta la seconda tappa e fra mezz’ora partiamo per la tappa finale. Oggi comando io la colonna veloce, perché il colonnello con i comandanti di reparto ci hanno preceduti, per preparare il posto dove ci dobbiamo sistemare. Profitto che in questo grazioso villaggio c’è l’ufficio postale per mandarvi a tutti il mio pensiero….Ieri ho visitato fugacemente Leptis Magna: sono rimasto sbalordito dalle immense bellezze che vi si trovano.”

Rovine dell’anfiteatro di Leptis Magna, nei pressi di Homs.

 

Cartolina in franchigia postalizzata da XII UPC in data 27/3/41

 

Giunto a Bengasi il XIV° si dispose, con le due batterie 1ck e 2ck, a difesa della città nella parte nord orientale; il resto del gruppo fu messo a difesa della parte occidentale ove erano i due aeroporti K1 e K2.

Il 2° reggimento rimase a Bengasi fino a dicembre; fu una permanenza dura, vista la posizione strategica della città e l’importanza del porto e degli aeroporti. Il tenente Antoci in una sua cartolina del 16/8/41, ci racconta dell’impiego del suo gruppo:

“...Qui tutto bene il Gruppo, al quale ho avuto la fortuna di appartenere, ha al suo attivo dal 1/4 a tutt’oggi ben 19 apparecchi nemici abbattuti e abbiamo la coscienza di essere in gambissima!…”

 

Cartolina in franchigia postalizzata da PM 210 in data 16/8/41

 

Il 2° Rgt. contrastò in quel periodo ben 210 incursioni aeree, diurne e notturne, riuscendo ad abbattere 49 aerei accertati e 19 probabili.

Il nuovo Comandante Superiore delle Forze Armate in Africa Settentrionale Generale Bastico fece pervenire al Comandante di allora del reggimento, Col. Lener, il suo elogio per l’attiva ed efficace difesa antiaerea della città.

Il 18 novembre 1941 il nemico lanciò l’operazione “Crusader”: aggirata a sud la nostra divisione di fanteria Savona, i Britannici si diressero a nord verso Tobruk, ma a Sidi Rezegh furono contrastati prima dalla ns. divisione corazzata Ariete e poi da due divisioni panzer tedesche (15a e 21a). Fu la più grande battaglia combattuta in quel teatro tra forze corazzate, che si scontrarono per due giorni; i Britannici alla fine lasciarono sul terreno centinaia di carri, ma riorganizzatisi dopo altri due giorni di lotta riuscirono a prendere contatto col predisio assediato di Tobruk; a quel punto Rommel, per non fare la fine della Savona nel frattempo isolata e destinata all’annientamento, decise di arretrare e portare l’armata italo tedesca prima ad Ain Gazala e poi fino a Marsa el Brega.

Nel frattempo a Bengasi, prima che la città fosse investita dalle avanzanti forze britanniche, il nuovo comandante del 2 Rgt. Col. Prato, il 21 dicembre dette l’ordine di ripiegare. L’unità riuscì a raggiungere Tripoli il 27/12/41, ma il XIV° gruppo si disperse nel deserto.

 

Nell’ultima corrispondenza prima della ritirata, Antoci durante l’avanzata nemica esaltò la resistenza dei suoi compagni del Gruppo:

“ Z.O. 13 dicembre 1941 … Oggi sono rientrato al gruppo e spero questa notte riposare dato che domani riparto...ieri una sola batteria del gruppo ha abbattuto 6 (dico 6!) aerei catturando tre equipaggi…”.

Il tenente Antoci con la sua colonna riuscì ad arrivare a Tripoli, ove il suo gruppo venne riorganizzato ; passò poco che Rommel, capendo di non poter stare troppo sulla difensiva, iniziò l’attacco che portò le armate italo tedesche oltre il confine egiziano. Antoci informò subito la famiglia:

“ Z.O. 25 gennaio 1942 ...Qui per gli inglesi sono sorbe italianissime a volontà e ti assicuro che ne sentirete di gesta gloriose compiute dal nostro Grande ed eroico soldato!!…”

Cartolina in franchigia postalizzata da P.M. 11 in data 25/1/42 per via aerea

 

Il 29 gennaio 1942 Bengasi venne ripresa e il 2° reggimento venne subito rinviato nel capoluogo cirenaico, dove rimase fino al 21/7/42; subì 125 incursioni, abbattè 53 velivoli nemici accertati e 19 probabili, contribuì validamente nell’impedire le azioni di sabotaggio e distruzione dei nostri aerei negli aeroporti.

Il 21 luglio il 14° gruppo, assieme al 43°, si mosse per Tobruk, conquistata da appena un mese.
Il gruppo si posizionò vicino alla baia di Marsa el Auda; il 2° rgt., ora al comando del Colonnello Battaglia, respinse il 14/9/42 uno sbarco nemico coadiuvando le altre forze presenti nella piazzaforte. Antoci per questa azione si meritò una medaglia d’argento al valor militare con la seguente motivazione:

“Comandante del reparto munizioni e viveri del proprio gruppo, durante un attacco con truppe da sbarco condotto dall’avversario, organizzava prontamente a difesa un tratto di costa. Attaccato da forze preponderanti, opponeva efficace reazione stroncando l’attacco nemico. Mosso, di poi, con decisione ed ardire, col proprio reparto al contrassalto, determinava l’annientamento dell’avversario (A.S., 14 settembre 1942)”

 

A fine ottobre le difese dell’Asse furono annichilite ad El Alamein; così per l’ultima volta i due gruppi del 2° reggimento contraereo lasciarono Bengasi il 12 novembre 1942, il giorno prima che vi entrassero gli Inglesi.
Iniziò la grande ritirata: qui gli utilizzi della posta militare confermano ed amplificano la caratteristica di usi mai definiti in questo teatro di guerra, vista la continua mobilità del fronte e delle unità. Anche il 14° gruppo non esce da questo schema essendosi fin lì appoggiato ai due concentramenti postali (XI e XII), alla P.M. 11, P.M. 210, P.M. 210 sez.A ed in seguito anche P.M. 221, P.M. 136, P.M. 27 . Anche stavolta Antoci ci da una conferma:

“Z.O. 21 dicembre 1942… la presente per comunicarti il cambiamento di indirizzo che è – P.M. 221_ Abbiamo avuto la comunicazione ufficiale questa sera...”

Cartolina in franchigia postalizzata con P.M. 136 (manoscritto 221 come da indicazione ufficiale) in data 22/12/42 durante la ritirata.

 

Il 20 gennaio 1943 il 2 ° reggimento varcò il confine tunisino ed il 23 schierò le proprie batterie nella zona di Medina. Poi si riassestò sulla linea difensiva del Mareth agli ordini del Colonnello Gentile coi gruppi 14°, 43°, 48°, 90°, 91° e 1cp. Fotoelettrica. I gruppi furono schierati in prima linea a ridosso dei capisaldi in funzione anche anticarro, visto lo sbilanciamento di forze dei carri armati negli opposti schieramenti. Il 14° si schierò nel settore della divisione Pistoia.

La resistenza sul Mareth durò fino al 30 marzo. Poi le truppe dovettero ridurre il fronte retrocedendo fino ad Enfidaville; i gruppi erano ridotti al lumicino: il 90° (9 cannoni) , il 91° (6 cannoni), il 14°(6 cannoni) avevano in tutto 21 cannoni 75/46. Furono passati alle dirette dipendenze del Comando della 1 Armata ed utilizzati, fino alla fine delle munizioni, per la difesa contraerea della rotabile costiera, ove erano piazzate le batterie.
Il 13 maggio 1943 finì la campagna di Tunisia.

Enrico Bettazzi
09/12/23

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

D. BERETTA, Batterie semoventi alzo zero. Quelli di El Alamein, Milano, 1968

https://issuu.com/rivista.militare1/docs/4-rgt-controaerei-testo

https://it.wikipedia.org/wiki/75/27_Mod._1911

https://it.wikipedia.org/wiki/75/27_C.K.

https://it.wikipedia.org/wiki/75/46_C.A._Mod._1934