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“Piccolo amore gentile...”
Una lettera d’amore dal fronte

Enrico Bettazzi

Nel giorno di San Valentino, un pensiero a tutti coloro che, nel passato, sono stati lontani, separati per anni dal proprio affetto più grande, vittime di un fato che ha loro destinato di trascorrere i migliori anni delle loro esistenze in mezzo a tante brutture.

E allora poco conta che stavolta il documento non sia preciso e dettagliato in notizie storiche, non ci dica niente dell’ambiente intorno e non sia stato scritto il 14 febbraio; ci rende però il sentimento malinconico e struggente con cui fu scritto ed è quello che conta oggi…

L’interno della lettera è datato 3 agosto 1917 e la lettera può essere dedicata ad una qualsiasi Maria italica.

Mia piccola Maria,
né ieri, né ieri l’altro ho avuto tue lettere.
Speriamo che stamani la posta si ricordi di me.
La mancanza di tue notizie mi rende ancora più insopportabile la lontananza….
Io vivo la vita solita, col pensiero rivolto al mio sogno, Maria, al nostro sogno.
In questi giorni, nella passata estate, ero da te a Sestri, e la sera, nel plenilunio pieno di ombre, andavamo sul colle, di fronte alla chiesa, che sovrasta sul mare.
Lontani ricordi delle ore vissute con te, questi, piccolo amore gentile.
E un anno è trascorso, ora, da quel tempo, un lungo anno pieno di tormentoso dolore, pieno di amara tristezza.
Io ripenso a quei momenti, Maria, con una nostalgia profonda, brevi momenti in cui la mia vita sembrava rinnovellarsi nel tuo affetto carezzevole, in cui la mia anima sentiva il fascino della fine sensibilità del tuo cuore.
Oggi, non la pace di quella chiesa immersa nel plenilunio d’estate aleggia d’intorno a me, né a me giunge il murmure sommerso della marina, nell’angolo tranquillo del sacrato, su cui i neri cipressi allungavano l’ombra notturna.
Ti sono lontano, oggi, Maria, lontano nella dolorosa guerra; e quei ricordi ho scolpiti nella mia anima indelebilmente, cari ricordi di un tempo trascorso con te, dolci memorie dei giorni in cui il mio essere sentiva l’infinita soavità delle tue lievi carezze.
D’intorno a me è la solitudine sconfinata, che da quasi lo smarrimento, talvolta.
Solo mi sento, qui, Maria, come mai.
Afferra il mio cuore, ogni giorno, un pensiero che corre nella mia mente, un ricordo lontano, una memoria di vita passata: e in quel pensiero, in quel pensiero ancora rivive, il cuore che soffre e che spera.
Sono i pensieri di te, Maria, di te i ricordi, di te le memorie.
Del tempo vissuto insieme, del nostro amore, delle carezze tue divinamente lievi, sono i ricordi, nella mente e nell’anima.
Ti bacio lungamente, con tutta la mia passione infinita.

Tuo Gi


Enrico Bettazzi
09-02/2023