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La guerra civile in Spagna - 1936-1939
di Alberto CAMINITI (La Voce del Cifr 114/2016)

PREMESSA

Quest’anno è passato completamente in sordina l’80° anniversario della Guerra civile spagnola. Nessuno ricorda più questo atroce conflitto che rappresentò la prova generale della seconda Guerra Mondiale.

Ho definito “atroce” lo scontro fratricida che colpì la Spagna procurando circa un milione di morti tra le due parti, non solo per l’entità delle perdite umane (per la statistica : morì uno spagnolo ogni 25 cittadini), ma perché in loco si verificò un immane conflitto di cultura, politica ma soprattutto di religione : ancor oggi i franchisti vengono chiamati “cattolici” ed i repubblicani “comunisti- atei”. Le guerre sono di per sé una tragedia, ma quelle a sfondo religioso sono le peggiori in quanto le due parti drizzano un alto muro tra sé e l’avversario, ed il massacro è ancor più sconvolgente perché al fratricidio si uniscono bestiali impulsi: da una parte vennero trucidati preti e suore, dall’altra parte furono soppressi e fucilati a migliaia i partigiani dell’Internazionale comunista.

Terribile, poi, la vicenda degli stupri di massa che i legionari d’Africa (marocchini) commisero sulle donne spagnole, colpevoli soltanto di risiedere nelle zone in mano ai repubblicani; la guerra civile fu un vero calvario per tutta la Spagna.
Passiamo alla parte che più ci interessa. Vi fu un fiorire di emissioni locali e di sovrastampe varie (regolarmente in seguito legittimate) nonché la messa in vendita di pezzi che – stante la precarietà di stampa e talora il minimo tempo di validità - oggi rappresentano assolute rarità. I Soci CIFR ricorderanno gli articoli del grande e compianto Egidio Errani che, malgrado la frammentarietà in più puntate allora ricorrente, erano di estremo interesse e di notevole valore storico- postale. Il primo dei 12 articoli comparve nel novembre 1996 sulla Voce, l’ultimo a maggio 2009. In essi Errani minuziosamente espose emissioni e varianti, coprendo compiutamente ogni settore tematico, per cui possiamo dire che la sua esposizione dell’argomento sia stata esaustiva. Con l’occasione ricordiamo il maestro (partigiano Gim) e paziente mentore di tutti noi tematici, nonché per lunghi anni Presidente Onorario del CIFR.


LA VICENDA STORICA


Possiamo dire che la scintilla delle guerra civile scoccò in occasione della vittoria – nel febbraio 1936 - del Fronte Popolare Repubblicano in cui erano confluite tutte le forze di sinistra, dai comunisti ai cattolici baschi autonomisti, fino agli anarchici. La situazione però precipitò in quanto il 17 luglio le truppe di stanza nel Marocco insorsero contro il governo repubblicano, ed il giorno dopo la rivolta si estese a tutto il paese. Vennero così a formarsi, nella penisola iberica, due grandi zone: a nord,dall’Atlantico a Burgos, si costituì una forza nazionalista che riuniva tutte le Forze Armate meno la Polizia e l’Aviazione (che passarono ai “rossi”); lo stesso avvenne in Andalusia, a Cadice e Siviglia. Il grosso del territorio rimase invece sotto il controllo del governo repubblicano appoggiato da operai, contadini e minatori delle Asturie e – questo fu molto importante - da migliaia di volontari internazionali accorsi da tutto il mondo.

L’altro grande evento scatenante fu l’assassinio del monarchico J.Calvo Sotelo (13 luglio) che provocò lo sdegno dei regimi fascista e nazista in Italia e Germania che aderirono in maniera ufficiale al “pronunciamento” del gen. Francisco Franco, appoggiato all’inizio in maniera quasi clandestina. Mussolini con aerei privi di contrassegno e con 12 piroscafi provvide a traghettare in Spagna le truppe del Marocco, mentre nel successivo autunno Germania ed Italia inviarono migliaia di “volontari” (etichetta usata per ragioni diplomatiche, in quanto Roma e Berlino non avevano dichiarato ufficialmente guerra al governo di Madrid ). A parte gli armamenti, i cannoni e le munizioni, le cifre dei rinforzi che arrivarono dall’Italia furono ingenti. 78.846 militari delle tre Armi giunsero in terra spagnola; di cui 6.000 circa cadranno sul campo, mentre 15.000 rimarranno feriti o mutilati.

L’altro Stato che appoggiò subito Franco fu il Portogallo che provvide ad inviare circa ventimila volontari ed a sigillare ermeticamente i confini con la zona occupata dai rossi.
Nell’altro campo, Mosca a sua volta appoggiò i repubblicani, inviando loro artiglierie, carri armati ed aerei, costituendo altresì le Brigate Internazionali guidate dal generale sovietico Emil Klèber, in cui affluiscono decine di migliaia di comunisti accorsi da tutto il mondo; tali brigate avranno un peso notevole nei combattimenti in corso. Si raddoppiano così le vicende fratricide, in quanto nelle Brigate rosse sono accorsi migliaia di italiani; la sola Brigata Garibaldi è forte di 3.350 effettivi. Non solo, ma a Togliatti, Longo e Di Vittorio si aggiungono i socialisti di Nenni ed i repubblicani di Pacciardi. La vasta aggregazione tra le forze anti-fasciste non costituì però un vantaggio, anzi indebolì l’azione repubblicana per via degli scontri e dei continui contrasti tra anarchici e comunisti, fra generali spagnoli e comandanti sovietici e stranieri. Alla fine, dei 59.380 volontari rossi accorsi in Spagna, 9.934 saranno fucilati o cadranno in combattimento e 7.686 resteranno feriti o mutilati.(fig. 1 e 2)

Figg.1-2 - La vecchia e gloriosa bandiera spagnola e quella repubblicana “rossa”; il cambio della bandiera fu uno dei motivi“morali” della rivolta dell’Esercito nazionalista


LE CAUSE DEL CONFLITTO


Come sempre accade, furono molteplici e diversificate. Alcune erano gravissime perché colpivano il grosso della popolazione che era cattolica: soppressione dell’Ordine dei Gesuiti, trasformazione delle scuole in cooperative fra genitori e docenti (sic!), divieto delle sagre religiose, introduzione del divorzio, requisizione dei beni della Chiesa cattolica.
Altri provvedimenti gravissimi colpirono le Forze Armate, con il collocamento a riposo di molti ufficiali reduci dalle guerre coloniali, modifica dell’inno nazionale e – come avanti detto – cambio della bandiera. Ciò colpì profondamente la componente militare che non tollerò tale cambio; in effetti i tradizionali colori rosso-giallo-rossi erano secolari e ricordavano la grandezza dell’Impero spagnolo, quando Carlo V poteva affermare che “sul mio Impero non tramonta mai il sole”! Vennero inoltre confiscati i latifondi, subito assegnati a piccoli agricoltori che, ovviamente, si schierarono coi repubblicani. Il fine ultimo, è inutile nasconderlo, era creare uno Stato di stampo comunista in Spagna con l’appoggio dell’URSS che così avrebbe ottenuto due vantaggi; l’esportazione del comunismo sovietico ; la creazione di una testa di ponte sul Mediterraneo a coronamento del vecchio sogno russo di avere uno sbocco “nei mari caldi”.

Ciò provocò una reazione internazionale a tutto campo: Gran Bretagna e Francia schierarono le loro flotte tutto attorno alle coste ispaniche onde scoraggiate l’arrivo di rinforzi e materiale bellico sovietici; a loro volta Italia e Germania colsero al volo l’occasione d’opporsi all’espansione dell’Internazionale comunista e da subito appoggiarono Franco e l’Esercito d’Africa sollevatosi contro il governo di Madrid.


APPOGGIO DELLA CHIESA CATTOLICA


I supporti qui appresso esposti ci consentono di realizzare quanto sia stato notevole l’appoggio della Chiesa cattolica all’impresa di Spagna. Venne presentata come una moderna “crociata contro il Male” (il Bolscevismo). Sull’onda del Concordato del 1929 Mussolini godette della simpatia e del sostegno concreto da parte del Clero italiano, a partire dal cardinale Schuster di Milano (peraltro recentemente beatificato) che garantì sempre al Duce l’appoggio ecclesiastico. Furono quindi almeno un centinaio i Cappellani Militari della MVSN che partirono per la penisola iberica, a conforto delle anime dei legionari ed allo scopo di fronteggiare il Male comunista. Fra i seguenti supporti storico tematici troviamo infatti volantini di preghiere del cappuccino padre Pietro da Varzi, Centurione della Milizia, acceso sostenitore del Duce. Esponiamo quindi

Volantino propagandistico di padre Pietro da Varzi
a giustificazione della guerra
Manifestino a ricordo della S.Pasqua 1937
in terra di Spagna
Manifestino per i genitori dei legionari. Hanno tutti il chiaro intento di convincere il soldato italiano che stava combattendo una vera Crociata contro il Bolscevismo

Concludiamo il paragrafo ricordando che a Roma per la Festa di Cristo Re (31 ottobre) si svolsero negli anni dal ’36 al ’39 “oceaniche” dimostrazioni di preti fascisti, nelle quali venivano appunto ricordati quali martiri della Fede, i legionari caduti in Spagna!
La Fede veniva, purtroppo, sfruttata dalla propaganda del regime fascista a fini esclusivamente propagandistici.


BATTAGLIE


Non è certamente questo il posto per una narrazione dettagliata dell’intero conflitto; ci limiteremo quindi ad una elencazione dei principali fatti d’armi, tutti – chiaramente– rivolti alla occupazione della capitale; caduta Madrid, infatti, la guerra sarebbe cessata. Non avvenne però così, in quanto i repubblicani schierarono il grosso del proprio esercito proprio attorno alla capitale e vi resistettero per tre anni. Procediamo anno per anno:

1936

20 luglio
- Inizio dell’assedio dell’Alcazar di Toledo (l’Accademia militare); i cadetti e gli altri nazionalisti lì schierati resisteranno fino al successivo 27 settembre, coprendosi di gloria sotto la guida del Col. Luis Moscardò. Per tentare
di abbattere il suo morale, i repubblicani fucilarono, in diretta telefonica col padre, il giovane figlio di Moscardò;

14 agosto - Battaglia di Badajoz;

6 novembre - I nazionalisti iniziano l’assedio di Madrid, fortemente presidiata dai repubblicani. Il fronte si stabilizza attorno alla capitale per gli anni successivi;

1937

17 gennaio - Battaglia di Malaga;

6 febbraio - Battagli di Almeria;

8-23 marzo - Battaglia di Guadalajara; primo scontro fratricida tra italiani;

26 aprile - Bombardamento “terroristico” di Guernica da parte dell’aviazione tedesca (Legione Condor); notevoli le perdite di civili innocenti;

19 giugno - Presa di Bilbao;

5-28 luglio - Battaglia di Brunete;

14-26 agosto - Battaglia di di Santander;

15 dicembre - Inizio della battaglia di Teruel;

1938

8 gennaio - Presa di Teruel;

15 aprile - I nazionalisti raggiungono il Mediterraneo a Vinaroz, dividendo in due la zona repubblicana;

24 luglio - Inizio della battaglia dell’Ebro (finirà il 18 novembre);

23 dicembre - Inizio della battaglia per la conquista di Barcellona;

1939

5 gennaio - Presa di Girona;

14 gennaio - Presa di Tarragona;

26 gennaio - Presa di Barcellona e fuga del locale governo catalano;

28 febbraio - Manuel Azana si dimette da Presidente della Repubblica; è l’inizio della fine;

29 marzo - Cade Cuenca;

30 marzo - Cadono Valencia ed Alicante;

31 marzo - Fine effettiva dei combattimenti;

1° aprile - Il Generalissimo Franco annuncia la fine della guerra.


L’APPORTO DEI VOLONTARI ITALIANI

Abbiamo già accennato al notevole impegno italiano voluto da Mussolini; ovviamente ridicolo il termine “volontario” dovuto soltanto al fatto di una reale mancanza di dichiarazione di guerra. Sul mare Franco dominò tramite l’intera mobilitazione della flotta italiana sia da guerra che mercantile, quest’ultima per assicurare continui rifornimenti. Il transatlantico “Conte Grande” venne dirottato dalla sua normale linea americana, ed adibito a trasportare interi reggimenti di fanteria in Spagna. Avveniva che intere Divisioni fossero assegnate alla spedizione in AOI, ma le navi, partite da Napoli, puntavano diritte verso la Spagna senza che le truppe imbarcate ne fossero a conoscenza!

Massiccio, poi, l’uso dei sottomarini italiani per decimare le (poche) navi da guerra repubblicane ed affondare i mercantili che trasportavano materiali ed armamenti ai rossi. Lo stesso diffuso impegno si ebbe in campo aereo dove l’Aeronautica militare legionaria piano piano si assicurò il dominio dell’aria; gli aviatori risultavano inseriti nel Tercio, ossia nella Legione Straniera spagnola, e così la faccia era salva.


L’AVIAZIONE LEGIONARIA

Qualche parola in più per illustrare l’attività della componente aerea italiana che appoggiò i franchisti, assicurando sia rapidi collegamenti aerei fra Italia e penisola iberica, sia conquistando il dominio del cielo, poiché allora la tecnologia nazionale superava di gran lunga le costruzioni aeree dell’URSS, paese che aveva inviato in Spagna parecchie squadriglie di “Rata” , ossia dei caccia Polikarpov ancora con carrello fisso, mentre l’Italia predominava in tutti i settori, dal trasporto già citato, al bombardamento veloce, ai caccia ed alla ricognizione. Gli aiuti avviati in Spagna raggiunsero la notevole cifra di ben 721 aeroplani dei vari tipi, ma tutti moderni ed efficienti.

Inizialmente posta sotto il comando del T.C. Ruggero Bonomi, l’Aviazione legionaria passò poi – per la consistenza di mezzi e di uomini – sotto il comando del Gen.Brig. Armando Monti. Gli aerei di vario tipo impiegati sfiorarono a rotazione il migliaio. A fine guerra 276 velivoli verranno lasciati alla costituenda Aviazione spagnola. Dati principali:

- uomini impiegati 6.011, di cui 312 istruttori civili
- aerei impiegati: 721
- ore di volo : 135.265
- scontri aerei : 5.318
- tonnellate di bombe sganciate : 11.524
- velivoli repubblicani distrutti : 903
- navi repubblicane affondate: 224
- caduti italiani (Ufficiali e truppa): 193 (con 54 Medaglie d’Oro al v.m.); feriti o mutilati: 192
- Aerei perduti ( di vario tipo ) : 86.

Ricordiamo fra i cacciatori che abbatterono più aerei nemici: Bruno di Montagnacco (15 aerei), Guido Presel (12) ed Adriano Mantelli (10), mentre vogliamo rammentare il pilota cap. Ernesto Botto, che aveva perduto una gamba in combattimento e che, per questo motivo, veniva chiamato scherzosamente dai compagni: “Gamba di legno”.


IL CORPO TRUPPE VOLONTARIE

Fu la componente maggiore per consistenza di militari del R.E. inviati in Spagna, sfiorando alla fine le 80 mila unità. Se i legionari all’inizio erano quasi tutti Camicie Nere della MVSN., in seguito l’afflusso di rinforzi fu di intere Divisioni regolari.
Tralasciando i primi reparti della Milizia, risultarono schierate nella penisola iberica le seguenti Divisioni di Fanteria motorizzata:

- 1^ Divisione CCNN. Dio lo vuole
- 2^ Divisione Fiamme Nere
- 3^ Divisione Penne Nere
- Divisione CCNN. XXIII Marzo
- Divisione Divisione Littorio
- Divisione Frecce Nere
- Divisione Frecce Azzurre
- Divisione Frecce Verdi.

I comandanti del CTV succedutisi furono :
Gen. Mario Roatta (dal 1936 al luglio 1937)
Gen. Ettore Bastico (dall’agosto ’37 in poi)
Gen. Mario Berti (dal 10.10.1937 sino alla fine della guerra).


LA LEGIONE CONDOR

I tedeschi parteciparono alla Guerra civile di Spagna con questa unità di volontari che risultava appartenere all’aviazione (Luftwaffe), sotto il comando del MajorGeneral Hugo Sperrle, ma che aveva anche notevoli componenti di carri armati, batterie antiaeree e oltre 100 velivoli di vario tipo.
Purtroppo il massacro aereo di Guernica ( 26 aprile 1937) marchiò per sempre l’ottima prestazione dei militari germanici. Fra i piloti più decorati ed efficienti, troviamo i nomi di quelli che poi divennero i migliori assi del cielo nella 2^ G.M. In pratica la Legione Condor servì ai comandi nazisti a sperimentare in volo e sul campo i mezzi corazzati, le batterie contraeree ed i velivoli d’ogni tipo che così poterono essere migliorati nelle loro prestazioni.


LEGALITÀ DELLE EMISSIONI LOCALI

Per meglio comprendere la questione delle emissioni locali con sovrastampa che fiorirono a valanga all’inizio della guerra civile (Burgos, Sevilla, ecc.), dobbiamo ricordare che uno Stato è tale, ossia riconoscibile a livello internazionale, se possiede le seguenti caratteristiche: organizzazione di un popolo su un determinato territorio sotto la propria sovranità di impero; gli elementi, quindi, sono tre: popolo, territorio e sovranità. Mentre tali requisiti erano indubbi per la Spagna repubblicana, sorta da regolari libere elezioni, lo stesso non poteva dirsi per i nazionalisti, essendo stato, quello di Franco, un “alzamento”, ossia una sollevazione contro il governo spagnolo legittimo. Mancava uno degli elementi, il territorio, motivo per cui appena i nazionalisti occupavano una città o un territorio, subito emettevano francobolli sovrastampati, quasi a dichiarare al mondo: noi siamo qui, abbiamo anche un territorio. In tale modo era facile per i governi alleati, riconoscere il nuovo organismo, come fecero subito Italia, Germania e Portogallo. Le emissioni locali di per sé non sono di gran valore, sia per le eccessive tirature che per la successiva lunga validità, mentre possono essere rari e costosi i supporti realmente bollati e viaggiati (lettere, raccomandate, assicurate ecc.), che spesso si trovano solo in apposite aste filateliche.

Quanto sopra premesso, passiamo all’esposizione postale-tematica di oggetti relativi alla Guerra civile spagnola. Dividiamola fra le due fazioni avverse.


SPAGNA REPUBBLICANA

Presentiamo alcuni pezzi che hanno un particolare valore simbolico, pur se esiguo pregio di costo:

l’allegoria della Repubblica (con berretto frigio) emessa nel 1938 (Yv.T. 618), il valore di posta aerea n°Yv.T.193-PA del 1938 sovrastampato e celebrativo della difesa di Madrid, il 10 c. seppia della serie commemorativa dell’Esercito popolare repubblicano, emessa nel 1938 ed infine un pezzo della serie emessa in omaggio alla 43^ Divisione particolarmente distintasi nei primi mesi di combattimento (n°787/A Yv.T. del 1938), (YT. 645).


NAZIONALISTI

Qui possiamo esporre sia emissioni che pezzi viaggiati, essendovi sul mercato abbondanza di supporti tematici. E precisamente:

Per quanto attiene al materiale viaggiato del CTV. presentiamo:

Inoltre (fig. 15) presentiamo una CP che è interessante in quanto reca l’indicazione scritta a mano dal mittente “Fronte di Santander”. Fu spedita dall’UPS.4 il 15.7.37 per Genova da un militare della Div. Fiamme Nere, appunto, in quei giorni impegnata a Santander; infine (fig. 16) CP in franchigia per Genova con annullo dell’UPS. 12. Il destinatario è il Generale della MVSN. Renzo Montagna, eroe della guerra d’Etiopia (annullo del 3.5.1939).

Inoltre (fig. 17) presentiamo una cartolina illustrata spedita dalla Spagna per Vercelli; gli annulli sono militari e civili, a dimostrazione del “ caos” postale dell’epoca.

Mentre con le successive figure 18 e 19 esponiamo una busta di raccomandata dell’IPS.3 (varietà rara 3 rotto) del 7.9.38 e una busta col timbro del posto scambio 3, col pregio di essere indirizzata ad un membro di casa Savoia: Pia Bianca; e dove poteva abitare se non in Via Savoia a Roma?.

Concludiamo questa breve mostra nazionalista con una busta dalla nave- passeggeri Urania (fig. 20) gemella della Saturnia della Soc. Navigazione Italia di Genova che si dedicava al trasporto legionari da/per la Spagna; dal bollo d’arrivo – 23.3.37 – possiamo datarla; mentre col n.21 abbiamo una interessante busta proveniente dalla Gran Bretagna (22.7.37) per Bandera, cittadina in Zona franchista, per cui risulta anche il bollo in gomma della censura di Franco:

Completiamo il paragrafo con due supporti non postali ma tematici, ossia con un volantino che l’Aviazione Legionaria sganciava sulle linee nazionaliste, quasi per autoreferenza (fig. 22); ricordiamo che gli Sparvieri erano i bombardieri leggeri SM.79 molto usati nei cieli iberici: ne furono impiegati ben 99. Di seguito l’interessante coupon di prenotazione da parte di un legionario sul piroscafo che lo riportava – a fine guerra – in Italia (fig.23). Non è stato possibile rintracciare né la nave né la data del rientro, ma ciò non toglie l’interesse del pezzo.

L’utilizzo di questi ultimi supporti nazionalisti è dovuto all’impegno del nostro Socio Mauro Miressi che ha messo a disposizione dello scrivente il suo ampio settore d’archivio tematico - postale relativo alla Guerra civile di Spagna, da lui acquisito direttamente a suo tempo da reduci legionari.


ALTRI SUPPORTI REPUBBLICANI

Ad ulteriore rinforzo per la parte governativa repubblicana (rossi) presentiamo alcuni supporti relativi al cosiddetto Soccorso Rosso, ossia un’organizzazione governativa pro-feriti e mutilati: l’aiuto che volontariamente veniva dato era acquistando valori chiudilettera di stampo postale; eccone due esemplari: da 10 centesimi (fig. 24-25).
E di seguito, fig. 26, una banconota corrente nella Spagna repubblicana nel 1936 (25 pesetas)

Fig. 24 - 25 - Chiudilettera del Soccorso Rosso governativo del 1936
Fig. 26 - La banconota repubblicana da 25 pesetas


CONCLUSIONE

Anzitutto mostriamo il famoso affresco di "GUERNICA" di Pablo Picasso, che di fatto per tutto il mondo rappresenta l’immagine-simbolo della Guerra civile spagnola. Vogliamo poi ricordare, commossi, tutti coloro – delle due parti – che persero la vita durante la Guerra civile; Franco ordinò la costruzione di un imponente cimitero nella Val de los caìdos, mentre i legionari italiani riposano quasi tutti nel Cimitero legionario italiano di Saragozza (figg. 28-29).

Caddero fratello contro fratello, padre contro figlio, ciascuno convinto delle proprie idee; ed una intera generazione di spagnoli scomparve nell’immane conflitto. Alcuni storici sono tuttora convinti che sia ancora latente, nei nipoti della gente d’allora, il ricordo lasciato ai posteri da reduci e sopravvissuti ; quasi un bagaglio d’orrore che permane nel loro io più intimo. L’anno dopo la fine della guerra civile di Spagna, scoppiò il Secondo conflitto mondiale e ben altri problemi turbarono l’intero pianeta.


BIBLIOGRAFIA

Paul Preston : La guerra civile spagnola; Oscar Storia Mondadori 2011, Milano.

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