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L'anno che si annuncia
di Giuseppe MARCHESE (1943 Armistizio - 1993)

II 1943 nasce sotto cattivi presagi. In Russia è nella fase cruenta un attacco generalizzato verso il gruppo di Armate del Caucaso di cui fanno parte la 8^ Armata italiana con la 2^ Armata ungherese e la 3^ Armata ungherese.

Il 14 Gennaio i Sovietici sfondano le linee della 2^ Armata ungherese con gravi ripercussioni sulla tenuta delle truppe italiane.

Il Corpo d'Armata Alpino resiste fino al 17 gennaio quando il fronte viene rotto e inizia il ripiegamento anche di questa unità.

La ritirata avviene in condizioni drammatiche per l'incalzare delle forze russe, per l'inclemenza del clima e per la grave deficienza dei mezzi di trasporto.

Il 19 e 20 gennaio le truppe in ritirata riescono a rompere l'accerchiamento e il 21 gennaio a Nikolajevka alcune colonne del C.A. Alpino riescono a aprirsi un varco nello sbarramento russo e a aprirsi la strada verso Ovest. La ritirata continua fino al 27 sempre a contatto con forze sovietiche per evitare la chiusura in una sacca.

L'attacco termina il 30 gennaio con l'arretramento del fronte e la perdita di un ingente numero di combattenti a Nikolajevka, Malakijeva, Nikitovka. Ai primi di marzo i superstiti affluiti a Gomel vengono rimpatriati.

In Africa Settentrionale le cose non si mettono meglio. Il 23 Gennaio truppe inglesi entrano a Tripoli e il 27 l'8^ Armata britannica è alla frontiera tra la Libia e la Tunisia, con la definitiva perdita della Libia.

Dal febbraio al maggio 1943 le truppe italo­tedesche, sotto il comando unificato tedesco, resistono per "l'onore delle armi" ma già la partita è conclusa a causa della superiorità navale e aerea degli alleati.

L'esito della guerra all'Est è un grave colpo al prestigio del regime fascista ma con poche ripercussioni pratiche. Il rovescio militare subito in Africa settentrionale è molto più grave da assorbire sia per la perdita dell'ultima Colonia, dopo la perdita dell'A.O.I., per la quale era stato proclamato un impero che ora alla prova dei fatti non esisteva più, e infine per l'ormai prevedibile ulteriore mossa avversaria di portare la guerra entro il territorio italiano.

Infatti dopo un mese di incessanti incursioni aeree, l'11 Giugno il presidio dell'Isola di Pantelleria firma la resa, seguita nei giorni seguenti da Lampedusa e Linosa.

In Italia la situazione politica si evolve negativamente. Le incursioni aeree alleate si fanno sempre più intense e massicce specie nei grandi centri e nelle città della Sicilia.

Il 12 Marzo a Torino circa 100.000 operai scendono in sciopero imitati subito dopo dai lavoratori della Lombardia e di Genova.

Sono le prime serie manifestazioni antiregime. La reazione del Governo viene considerata blanda da Hitler.

Ecco l'anno che si annuncia gravido di esiti militari disastrosi e di una opposizione interna che ormai travalica la fase endemica e inizia a generalizzarsi tra tutti gli strati sociali. A Luglio il fascismo crollerà sotto il peso di una guerra dichiarata facile facile, che ha avuto una durata non rispondente alle aspettative e, infine, alla dura realtà di ogni giorno: i razionamenti, i bombardamenti, il lento stillicidio delle perdite umane.