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DUNKIRK
di Alberto CAMINITI

ANTEFATTO.

Recentemente un film di Christofer Nolan presentato alla 74^ Mostra cinematografica di Venezia ha ricordato la battaglia di Dunkirk ( in francese : Dunkerque) che nel 1940, dalla domenica 26 maggio al successivo 4 giugno (Operazione Dynamo) mise in salvo 320.000 soldati alleati, di cui 180 mila inglesi del BEF e 140.000 militari francesi, belgi ed olandesi. Essi, i salvati, formeranno la spina dorsale delle Armate alleate che poi sbarcheranno in Normandia il 6 giugno 1944. Il BEF (British Expeditioner Force) era al comando del Gen. Alexander.

La battaglia di Dunkirk va vista secondo una duplice lettura :
- fu uno dei primi e più gravi errori di Hitler che preferì gettare tutte le sue risorse contro l’URSS (Operazione Barbarossa del 22 giugno 1941), senza aver prima annientato la massa dei soldati alleati chiusi nella sacca di Dunkirk;
- permise a Churchill (a quel punto la Gran Bretagna era l’unica nazione che si opponeva all’avanzata di Hitler in Europa; gli USA erano ancora neutrali) di riprendere in mano il bandolo della matassa bellica e di avvolgerla a proprio favore.

Inoltre sempre in quest’anno da Mondadori è uscito il volume di Storia “Dunkirk” di Franco Cardini e Sergio Valzanìa sullo stesso argomento, che – quindi – è ridiventato di attualità. Tale testo è stato utilizzato per la stesura del presente articolo.

SITUAZIONE AL 1940.

La Blitz-krieg nazista aveva permesso in pochi mesi la conquista dell’Europa nord- occidentale (Francia - Belgio - Olanda e Lussemburgo). I carri armati di von Guderian “galoppavano” in Francia e si lasciavano alle spalle intere Armate francesi, secondo il nuovo principio: ”i panzer avanzano e la fanteria rastrella”. Arrivati quasi alla Manica, circa 320.00 militari alleati erano ormai imbottigliati e pressati dalle artiglierie tedesche e dagli aerei di Goering. Guderian prese una decisione: non aveva senso proseguire negli attacchi al perimetro di Dunkirk con le divisioni Panzer: la linea difensiva alleata era determinata ed efficace. Non appariva opportuno “sprecare” carri e fanti addestrati contro posizioni difensive ormai trincerate e ben difese. Il Fuhrer approvò; fu un grande errore. Gli aerei della Luftwaffe e l’artiglieria da campo nazista rimasero sole a battersi contro le truppe alleate rimaste nella sacca. A quel punto la palla passò alla Gran Bretagna e Churchill – more solito – scelse l’uomo giusto per il momento giusto: il Capitano di Vascello della Royal Navy William Tennant, che venne nominato “unico responsabile con pieni poteri per l’evacuazione della sacca”.

Questi era un vecchio marinaio deciso e di poche parole ed aveva una mente lucida e geniale; per cui – eseguite opportune ricognizioni – si convinse che i pontili e la rada di Dunkirk non erano sufficienti per un rapido salvataggio di quel che rimaneva- in Europa - l’unico baluardo al nazismo. Ricordiamo che Dunkirk è in fondo ad una rada dal fondale basso che non permetteva manovre alle navi operanti, le quali – per tornare indietro – dovevano fare (sic !) marcia indietro coi motori di bordo.

Nel porto di D. vi era già un pontile che si protendeva per quasi un chilometro nel mare e da esso potevano partire contemporaneamente 4 piccole navi alla volta dopo aver imbarcato gli evacuandi, oltre all’apporto dei natanti a scafo basso che potevano accostarsi direttamente alle spiagge della cittadina. Occorreva però incrementare i punti di partenza ed egli, con una geniale intuizione, giocò sull’effetto - marea. Dovete sapere che quella località subisce la medesima escursione di marea di Sainte- Marie- du Mont; per capirci, un intero settore del litorale rimane scoperto (bassa marea) al mattino dalle 7.40 alle 12.43, mentre alla sera lo stesso fenomeno si manifesta dalle 20.02 all’1.03. Il dislivello della superficie marina può raggiungere anche 7.50 metri.

Fu rapidamente costruito da genieri e marinai - durante la bassa marea -un lungo pontile mediante l’allineamento a due per volta dei camion rimasti nella sacca; su di essi venne gettata una passerella con assi di legno ovunque reperite. Quando il livello dell’alta marea saliva, il mare arrivava ai tetti degli autocarri e questa strana passerella si protendeva a livello del mare stesso; su di essa rapidamente i soldati alleati correvano verso le navi e gli altri natanti che si accostavano in cima al pontile improvvisato.

Il percorso non era difficile per i militari e così l’evacuazione assunse cifre giornaliere maggiori. Poi Tennant ordinò la confisca nella madrepatria di ogni scialuppa, battello da pesca, bettolina, veliero da diporto, gommone e di qualsiasi altra cosa che galleggiasse, sospinta a motore, a vela od anche a remi! Tutto andava bene purché fosse a basso pescaggio. Gli evacuandi già al secondo giorno erano passati da 8.000 circa a 18 mila, e così si sveltì l’evacuazione. Un’intera Nazione si mosse per salvare i suoi figli intrappolati e si videro vecchi pescatori, professori e bancari, giovani studenti, nobili col monocolo all’occhio che su natanti d’ogni tipo e su yacht varcavano la Manica andando avanti ed indietro, con i soldati che gremivano lo spazio disponibile. I mezzi più grandi trainavano le barchette più piccole e così il traghettamento si concluse in pochi giorni.

Ottima l’organizzazione all’arrivo, dove ogni salvato veniva registrato, rifocillato ed inviato – con un nuovo fucile – nei posti di riunione delle varie unità. Tutto quello che rimaneva sul litorale di D., compresi centinaia di migliaia di fucili e mitragliatrici, venne fatto saltare in aria: nulla di utile doveva esser lasciato ai nazisti. Fu un’opera colossale che permise – nel tempo – la ricostituzione dell’esercito britannico e la successiva operazione (quando arrivarono gli americani) dello sbarco in Normandia del 6 giugno 1944, quattro anni esatti dopo della battaglia di Dunkirk!

Per la migliore localizzazione di D. presentiamo la Fig.1 con la cartina del Canale della Manica; la freccia rossa indica Dunkirk.

Fig.1

ALBUM ICONOGRAFICO.

La battaglia di D, merita, per la sua importanza, una piccola mostra di cartoline e foto d’epoca britanniche; per cui presentiamo qui appresso, coi nn, da 2 a 16, le seguenti immagini coeve:

- 9 Postcard del 1940,
- 4 foto d’epoca,
- 1 rara foto a colori relativa all’episodio.

Sotto cadauna vignetta apponiamo la specifica didascalia ai fini della migliore comprensione.

 

 

Figg. 2- 3 = Molte le torpediniere distrutte dalla Luftwaffe e “ piaggiate” come balene sul lido.

 

Figg. 4-5 = Relitti di navi e di battelli vari sulla spiaggia di Dunkirk.

 

Fig.6 = Su queste colonne di camion, verrà costruita la passerella a fior d’acqua.

Fig.7 = Oltre a centinaia di battelli, rimasero perduti a D. centinaia di carri armati e di blindati.

 

Figg.8 – 9 = Altre Postcard della stessa serie del 1940 mostrano relitti di navi a D.

 

Fig.10 = Un relitto di aereo francese abbattuto a Dunkirk.

Fig.11 = Questa è la prima foto coeva e mostra i battelli che arrivano in soccorso degli evacuandi dalla Gran Bretagna.

 

Fig.12 = I soldati alleati raggiungono le navi inviate per lo sgombero e la salvezza.

Fig.13 = I genieri si apprestano a fare saltare le cataste di fucili, per non lasciarli ai nazisti.

 

Fig. 14 = Questa è una rara foto a colori e presenta una delle gloriose imbarcazioni che hanno partecipato all’evacuazione dei militari alleati rinchiusi nella sacca di Dunkirk; è del 1940 e mostra anche il “gran pavese” issato per onorare la missione eseguita.

 

CONCLUSIONE.

A ricordo della memorabile e straordinaria impresa dell’evacuazione di Dunkirk, a fine conflitto venne concessa a tutti i veterani dell’impresa, inglesi ed alleati, la Medaglia - ricordo appositamente coniata, e qui appresso presentata col n. 15; mentre col n.16 mostriamo un piccolo cimitero di guerra sorto in quei giorni di combattimenti sull’arenile di Dunkirk; che gli Eroi riposino in pace !

Fig. 15

Fig. 16


Alberto Caminiti