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Storie di caduti in Russia

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Storie di caduti in Russia nel II conflitto mondiale:
Alpino Tagliafico Luigi
Samuel Rimoldi

Cartolina in franchigia con immagine e frase di propaganda "Con la tua sobrietà e austerità di costumi rispetta e onora i combattenti", messaggio rivolto alla popolazione civile per compattare maggiormente il fronte interno aiutando quindi coloro che sono al fronte.

La cartolina è inoltrata attraverso l'ufficio di Posta Militare n. 203 in data 6.1.1943: il timbro risulta male impresso ma i dati sono deducibili anche attraverso le indicazioni manoscritte del mittente. Giunge a destinazione a Castelletto d'Erro (AL) il 7.2.1943 impiegandoci un mese.
Il militare mittente di questa cartolina è l'alpino Tagliafico Luigi di Alessandro, nato il 29.07.1921 a Castelletto d'Erro (AL) e assegnato al 1° Reggimento Alpini Battaglione Ceva, 4^ Compagnia.

Nel testo: "7-1-1943 cari Genitori da pochi giorni faccio sapere le mie notizie che di salute sto bene spero anche di tutti voglialtri in famiglia. Questo è tutto, il mio desiderio che vi mantenete sempre in ottima salute perchè giorno e notte penso a voglialtri spero sempre che venia il bel giorno che sarò a vierno a voi saluti e baci"


Il 1° Reggimento Alpini inquadra i seguenti reparti: Comando, Compagnia Comando di Reggimento; Battaglione Alpini Pieve di Teco (Compagnia Comando di Battaglione, 2^ Compagnia, 3^ Compagnia, 8^ Compagnia, 102^ Compagnia armi di accompagnamento); Battaglione Alpini Ceva (Compagnia Comando di Battaglione, 1^ Compagnia, 4^ Compagnia, 5^ Compagnia, 101^ Compagnia armi di accompagnamento); Battaglione Alpini Mondovì (Compagnia Comando di Battaglione, 9^ Compagnia, 10^ Compagnia, 11^ Compagnia, 103^ Compagnia armi di accompagnamento); 1^ Sezione alpina di sanità; 612° Ospedale alpino da campo; 1° Nucleo sussistenza alpino; 21^ Sezione salmerie. Il 1° Reggimento Alpini con il 2° Reggimento e il 4° Reggimento Artiglieria Alpina formano la Divisione Cuneense.

Dopo la campagna delle Alpi Occidentali contro la Francia e dopo la Campagna d'Albania, la Divisione, il 26 luglio 1942, parte per la Russia con assegnazione la zona destra del settore tra Nowo Kalitwa e Pawlowsk. I primi veri scontri con i russi si hanno intorno alla metà di dicembre del 1942 ai quali però gli alpini resistono con valore. A seguito dello sfondamento del fronte, il 17 gennaio 1943 l'intero Corpo d'Armata Alpino del quale fa parte la Cuneense riceve l'ordine di ritirata: diversi reparti si trovano orami già circondati dal nemico e devono faticare molto per ricongiungersi alle unità più grandi, non sempre riuscendovi. Il Battaglione Ceva sostiene continui combattimenti, una "avanzata all'indietro" come sarà definita; i pochi superstiti rimasti ancora in vita, si arrendono il 28 gennaio e per loro inizia la prigionia dalla quale in pochissimi ritorneranno.

Probabilmente è in questo giorno che il nostro Luigi è catturato, ma facciamo un passo indietro.
Effettuando una ricerca tramite il sito del Ministero della Difesa / Onorcaduti, scopriamo che il nostro soldato risulta caduto il giorno 04.04.1943 ma non vi sono informazioni più dettagliate. Una data così tarda, lontana ormai di tre mesi dagli ultimi scontri in quei luoghi, può far solo presumere una morte in prigionia, e così infatti è avvenuto.


Dall'archivio dell’UNIRR (Unione Nazionale Italiana Reduci Russia) apprendiamo infatti che Luigi è deceduto presso il campo di prigionieri n. 67 di Bostianovka (dicitura più corretta Campo n. 67/5 di Basjanovki). Le condizioni di vita in questi campi sono durissime, con una pessima situazione igienico sanitaria e un vitto scarsissimo, per non parlare dei soprusi perpetrati dalle guardie della struttura. Il campo di Basjanovki è sito nel versante siberiano degli Urali, nella regione di Sverdlovsk. I prigionieri italiani giunti sin qui, dopo un viaggio in ferrovia do oltre 2000km, provengono dal campo n. 62 di Nekrilovo. A Basjanovki muoiono 1154 soldati italiani e sono sepolti in una fossa comune sita in un boschetto vicino alla strada che costeggia la ferrovia che conduce alla città che dà il nome al campo.

Samuel Rimoldi
14-01-2021