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Storie di caduti in Russia

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I Leoni di Sicilia nella Grande Guerra.
Il carteggio familiare.
Enrico Bettazzi

SECONDA PARTE

IL CARTEGGIO

Si tratta solo di una minima parte di quello che era un più ampio carteggio familiare, la cui parte più rilevante è data dalle corrispondenze tra Ignazio Lanza e la madre Giulia Florio.
Questo scambio di corrispondenze doveva essere frequente: un numero riportato, manoscritto evidentemente dalla madre, evidenzia almeno centotrentadue missive spedite dal figlio.
Le restanti, di seguito riportate, consentono comunque, vista l’importanza degli attori della vicenda, di ricostruire biografie e situazioni di un certo rilievo storico-militare.

 

MANFREDI LANZA DI TRABIA

Proponiamo per prima la corrispondenza di Manfredi, il figlio più piccolo di Giulia, indirizzata al colonnello dei bersaglieri Felice Coralli:

"Ho pensato molte volte a Lei. Le sono gratissimo del pensiero affettuoso. Presto andrò a Roma a vedere mia madre. Spero che potrò avere sue notizie. Le mando i miei migliori saluti suo dev.mo Manfredi Lanza"

Cartolina in franchigia postalizzata 10/11/1916 tramite Ufficio PM 13 Corpo d’Armata viaggiata con affrancatura tra ufficiali in zona di guerra, spedita dal Ten. Lanza Manfredi al Colonnello Felice Coralli del 6° Rgt. Bersaglieri (di cui alla nota 34).

 

IGNAZIO LANZA DI TRABIA

 

"13/4/16
Carissima Mammà
Ricevo in questo momento il tuo telegramma e penso alla gioia tua di assistere alla consegna della medaglia a Manfredi (1). Non cominciare a stancarti. Il tempo è sempre grigio come piace a te. I cap. Stanzani e Calma (2) ringraziano e ti inviano i loro ossequi. Domenica sarò sempre col pensiero vicino a voi e al caro Manfredi. Ti abbraccio con Padre e fratello Ignazio
"

Franchigia postalizzata da Posta Militare 14 Corpo d’Armata in data 13/4/16

 

"2 giugno
Carissima Mammà
Ieri sera ho ricevuto due lettere tue ed una cartolina di papà. La posta va irregolarmente. Domani farò da testimonio a un tenente mio amico il quale ha la malinconia di volersi sposare durante la guerra. Mi dispiace che zia Rosa (3) non sia stata a Palermo. Ti ha mandato le istantanee? La conferma della morte di G. S.Marco (4) mi ha molto addolorato. Il Cap.no Leitenitz fratello del mio amico è morto in seguito a ferite. (5) Il t.te sta bene. Quello del Draken è stato De Luce. (6) Ho ancora molte commissioni da fare per Giuseppe. (7) Spero potere andare presto a rivederlo. Stanno molto bene dove sono e vi rimarranno ancora. Il tempo è sempre coperto e caldo. Prendo dei bagni nel fosso vicino al campo. (8) Ti abbraccio affettuosamente con Papà. Ignazio
"

Franchigia postalizzata senza timbro di P.M: giunta a Palazzo Butera a Palermo il 10/6/1916

 

"Carissima Mammà
spero avere stasera la gioia di rivedere Manfredi che è assegnato al 3 Sq. (9) Il quale rimane col Comando. Il 2° e il 4° ( Fabrizio (10) e Bebè (11) ) sono invece con un nuovo C. d’ A. verso Vicenza. Ad Ajello starà benissimo. Buone notizie dalla Russia oggi.(12) Mi raccomando di non irritare Miss Russell.(13) Ci sono tante cose cose che noi non possiamo spiegare. Qui pare di essere in autunno – piove sempre. Ti abbraccio teneramente Ignazio
"

Franchigia postalizzata da posta Militare 14° Corpo d’Armata in data 10/6/16 giunta a Palermo a palazzo Butera il 12/6. Visto per censura di Ignazio in vece del capitano, timbro di reparto 25ª squadriglia aeroplani.

 

"Carissima Mammà,
stamani ho ricevuto lettere e cartoline tue e di Papà, che mi hanno fatto immenso piacere. Domani
andrò a Bologna col Com.te per la consegna di altri nuovi apparecchi e così mi godrò qualche giorno di vita borghese. Che peccato che Palermo sia tanto lontano! E di non potere fare una scappata. Ti abbraccio affte con Papà. Ignazio"

Franchigia senza timbro di p.m. con timbro civile di arrivo a Palermo in data 13/7/1916. Timbro di reparto 25ª Squadriglia Aviatori e ufficio sprovvisto di bollo con firma dello stesso Ignazio Lanza.


"Carissima Mammà,
Oggi ha ricominciato a piovere. Le giornate di cattivo tempo sono piuttosto lunghe a Pozzuolo . Faccio delle ore di buona musica col violinista che mi è prezioso. Ricevuto una tua lettera del 21. Sono contento che sei riuscita nell’impresa per zio Ignazio .
Ti abbraccio affte con Papà e sorelle. Ignazio
"

Franchigia postalizzata senza timbri di P.M. e timbro civile di arrivo a Roma Centro 26/10/1916. Timbro lineare di reparto.

 

"Carissima Mammà,
Il tempo ha stabilito di non rimettersi e noi non si vola più. Oggi faccio colazione alla Squadriglia di Bianconcini (14). Forse Franco Pallavicino (15) verrà da noi.
Ti abbraccio teneramente. Ignazio"

Franchigia postalizzata da P.M. II Intendenza d’Armata in data 24/11/1916 e arrivo a Palermo il 28/11/16. Timbro lineare di reparto.

 

"Carissima Mammà,
niente di nuovo. Un vento forte da varii giorni impedisce di lavorare e si passano le giornate senza far niente. Oggi è passato un altro squadrone di P.R. (16) diretto a S. Daniele.
Come è stata accolta a Palermo la morte di Cecco Beppe? (17) Pietro Lucchesi Palli è cognato di Carlo VIII. Che bella soddisfazione! (18).
Ti abbraccio con le fanciulle. Ignazio."

Franchigia postalizzata tramite posta militare illeggibile in data 28/11/16 ed arrivata a Palermo il 3/12/1916. Timbro lineare di reparto della 25a Squadriglia Aviatori.

 

"Carissima Mammà, 27/5
Le giornate dei monitori è stata bellissima e mi sono divertito un mondo con Giangi Borghese (19).
Manfredi Gravina (20) poteva fare anche a meno di parlartene. Ho avuto una lettera di Manfredi-fratello (21) che sembra contento. Spero che avrete avuto da Orlando (22) buone notizie di Giuseppe (23).
Io ho volato il giorno 23 col grande cotillon, come lo abbiamo chiamato (24).
Ora sono tornato in quel buco del Gruppo dove si ammuffisce.
I giorni scorsi sono stati gloriosi per le nostre truppe. Si vive ancora in attesa di altri successi più decisivi (25).
Ti abbraccio con tutto il cuore. Affmo Ignazio"

Franchigia postalizzata con Posta Militare Intendenza Zona Gorizia in data 28/5/1917. Timbro lineare di reparto e timbro di censura.

 

"Carissima Mammà,
E’ qui a Pozzuolo (26) in un battaglione di Bers. Cicl. il Cap. Verna figlio del tuo amico ex colonnello (27).
Il Lanza (28) promosso capitano è del corso prima del mio. Per me c’è ancora tempo.
Ti abbraccio aff.te Ignazio"

Franchigia postalizzata da P.M. 17 il 5/9/1917 ed arrivata a Palermo il 12/9, rispedita dal Palace Hotel di Varese.


"Carissima Mammà, 6/9/17
In seguito a nuove disposizioni emanate dal C.S. (29) vi prego di indirizzare lettere e cartoline 25ª Squadriglia Aviatori- Zona di Guerra.
L’azione ha ripreso. Tutto va bene- speriamo molte cose belle. La 25 sta molto, troppo, a terra.
Ieri ho incontrato il Gen. Emo Capodilista (30). Pare ringiovanito e ti saluta. Credi pure che noialtri si vola molto raramente. I Comandi ci risparmiano. Spero che i Mazzarino avranno avuto notizie di Fabrizio (31). Franco Pallavicino (32) e Bartolini (33) hanno avuto la medaglia d’argento. Coralli (34) è verso il mare ma non in linea.
Ti abbraccio teneramente con Papà e sorelle. Ignazio"

Franchigia postalizzata da PM17 verso il Palace Hotel di Varese. Apposto timbro della Censura Militare di Varese (35) datato 11/9/17, dopo di che reindirizzata a Palermo con indicazione manoscritta celeste di tassazione. Timbro di arrivo il 16/9/1917. Timbri lineari di reparto e di censura.

 

 

NOTE

(1) Si tratta della medaglia d’argento al. v.m. data a Manfredi per l’azione sul Podgora del 1915, ove rimase ferito.

(2) Il capitano Mario Stanzani, nato a Castel S.Pietro Terme il 10/5/1888 (m. a Roma il 18/9/1953), fu il comandante della 25ª Squadriglia Aviatori (1916), dove prestò servizio anche Ignazio Lanza. Di stanza a Pozzuolo del Friuli, la 25ª Sq. era equipaggiata all’epoca con apparecchi Voisin . Nel 1915 aveva ricevuto una m.a.v.m.: “capitano battaglione squadriglie aviatori, gruppo aeroplani- Pilota militare e comandante di squadriglia compì numerose ardite operazioni di guerra in aeroplano, dando sempre prova di arditezza, abilità, intelligenza, e riuscendo di vero costante esempio ai propri dipendenti.- Cielo del Carso, 24 maggio 1915-20 settembre 1916."
Divenne poi generale; uno dei pionieri dell’Aeronautica italiana.
Il capitano Enrico Calma, da Livorno, era stato in Libia nel 7° reggimento Alpini ed aveva preso due medaglie di bronzo al valor militare. Divenuto comandante del battaglione squadriglie aviatori, gli venne concessa una terza medaglia al v.m., stavolta d'argento, con la seguente motivazione: "Arditissimo osservatore di aeroplani dette numerose prove di intelligente audacia, compiendo sul nemico bombardamenti e ricognizioni aeree del più alto interesse, noncurante sempre dell'aggiustato tiro degli antiaerei avversari. Sostenne pure combattimenti erei con apparecchi nemici, dimostrando mirabile ardimento e sangue freddo. - Altipiano Carsico 24 maggio 1915- 20 marzo 1916".

(3) "zia Rosa" era Rosa Blanche Ney d'Elchingen, la moglie di Ottavio Lanza Branciforte.

(4) San Marco Luigi di Salvatore, caporale del 18° rgt. Fanteria, nato il 24 maggio 1892 a Piazza Armerina e morto il 24 agosto 1915 sul Carso per ferite riportate in combattimento.

(5)Leitenitz Alberto, di Alfredo, capitano nel 1° rgt. Nizza cavalleria, nato il 26 novembre 1881 a Roma e morto il 28 maggio 1916 nell'ospedaletto da campo n.45 per ferite riportate in combattimento. Ebbe una m.a.v.m. : "Durante un intenso bombardamento nemico con mirabile esempio di valore sapeva infondere la calma nel reparto. Allla testa dello squadrone, nell'assalto per la riconquista di una posizione, cadeva gravemente ferito, mentre stava per raggiungere l'obbiettivo. Monfalcone, 15 maggio 1916."

(6) De Luce Alfredo, da Napoli, tenente reggimento cavalleggeri, addetto squadriglia aeroplani: il 25 maggio 1916 assieme al S.Ten Ferruccio Marzari attaccò un Drachen (Pallone frenato) su Kostanjevica na Krasu. Gli fu concesso una m.b.v.m.: "arditissimo osservatore d'aeroplano, eseguiva con fede ed entusiasmo numerosi voli di ricognizione e di bombardamento a lunga distanza e del più alto interesse. Sosteneva brillantemente combattimenti aerei con apparecchi nemicidi maggior efficienza. Impavido sotto il fuoco degli antiaerei nemici, riusciva sempre ad assolvere il mandato, volando sovente a bassa quota per le cattive condizioni atmosferiche e di luce, dando continuamente fulgido esempio di audacia e spirito di sacrificio. Cielo del carso, gennaio-luglio 1916"

(7) Giuseppe Lanza Branciforte di Trabia, fratello di Ignazio e Manfredi, poi deputato alla Camera del Regno. Principe di Scordia (Palermo, 6 giugno 1889 – Palermo, 12 febbraio 1927). Laureatosi in legge, intraprese la carriera diplomatica, che lo portò in giro per l'Europa. Nel 1915, allo scoppio della era addetprima guerra mondialeto all'Ambasciata italiana di Londra, che lasciò per arruolarsi. Nel 1919 fu inviato alla Conferenza di pace di Parigi quale segretario del presidente del consiglio Vittorio Emanuele Orlando. Subito dopo, solo trentenne, fu eletto deputato alla Camera dal 1919 al 1921 nella lista di Orlando. Fu sottosegretario di stato alla Guerra dal 1920 al 1921 nel governo Giolitti V. Rieletto deputato nel 1921 e ancora nel 1924 ma nel listone fascista. Nell'estate 1924 fu espulso dal Partito Nazionale Fascista per rientrarvi poco dopo. Morì prematuramente nel 1927 stroncato da una febbre tifoide.

(8) Il campo di aviazione di Pozzuolo del Friuli, allora base della 25a Squadriglia.

(9) Manfredi Lanza di Trabia fu assegnato al 3° squadrone del reggimento di cavalleria Piemonte Reale, presso il Comando ad Ajello.

(10) Fabrizio Lanza di Mazzarino aveva sposato Conchita Ramírez de Villa Urrutia. Era figlio di Giuseppe Lanza Branciforte. Nato il 28/5/1896. Ebbe nella Grande Guerra due medaglie di bronzo al valor militare.

(11) Giuseppe Lanza , il fratello . Un suo figlio illegittimo, Raimondo, fu legittimato grazie all'intervento della nonna Giulia Florio e in seguito divenne presidente del Palermo per poi morire in circostanze misteriose in via Veneto a Roma nel 1954.

(12) Ci si riferisce all’offensiva russa sferrata dal generale Brusilov che con una velocissima avanzata verso la città di Luck catturò in un sol giorno 26mila austriaci . In Martin GILBERT , La grande storia della prima guerra mondiale. Mondadori, 1998, p.310.

(13) Miss Russell è Edith Louise Rosenbaum Russell (June 12, 1879 – April 4, 1975), una stilista, imprenditrice della moda e giornalista (corrispondente per Women's Wear Daily),ricordata per essere sopravvissuta all'affondamento del Titanic. La sua carriera nella moda iniziò nel 1908, quando andò a Parigi e divenne una rappresentante/venditrice della maison di alta moda Cheruit, sita in Place Vendome. Iniziò a scrivere su riviste di moda seguendo le allora più importanti maison di haute couture parigine. Dal 1912 rappresentante di numerose firme di moda americana a Parigi, incominciò ad essere conosciuta come una delle più affermate stiliste per attrici e personalità, ebbe una sua linea di moda a nome "Elrose". Per tre mesi durante la prima guerra mondiale fece report giornalistici per la Croce Rossa Americana; fu quindi una delle prime donne giornaliste, corrispondenti di guerra. In seguito pubblicò articoli sulla esperienza della guerra di trincea per giornali quali il New York Herald.

(14) Bianconcini Persiani Carlo, da Firenze, tenente reggimento di cavalleria, a cui fu concessa una m.a.v.m.: "Arditissimo osservatore d'aeroplano, dette numerose prove di intelligente audacia, compiendo sul nemico bombardamenti, fotografando in ricognizioni del più alto interesse, noncurante sempre dell'aggiustato tiro degli antiaerei avversari, che gli colpirono varie volte e seriamente il velivolo. Sostenne numerosi combattimenti aerei con apparecchi nemici, attaccando egli stesso con fredda ed ammirevole audacia. Altipiano della Bainsizza, 10 settembre-3 ottobre; Cielo di Schompaj, 17 settembre; Altipiano Ternova, Cielo di Fofovica, 31 ottobre; Cielo di Dornberg (Valle Vipacco), 1 dicembre 1916."

(15) Francesco Pallavicino , detto Franco, da Parma. Ottenne una m.a.v.m. come pilota d'aeroplano.

(16) P.R. sta per Piemonte Reale, reggimento di cavalleria.

(17) Diminuitivo confidenziale dato all'imperatore austriaco, Francesco Giuseppe.

(18) Pietro Lucchesi-Palli (1870-1939), figlio di Adinolfo (1840-1912) di Lucrezia Nicoletta Ruffo di Calabria (1841-1931), sposò nel 1906 Beatrice di Borbone-Parma (1879-1945), figlia del duca Roberto I di Parma e di Maria Pia di Borbone-Due Sicilie. Cognato dell’ultimo Imperatore di Austria Carlo che aveva sposato Zita Borbone Parma, sorellastra di Beatrice.

(19) Gian Giacomo Borghese, nacque a Lastra a Signa (Firenze) il 25 luglio 1889 da Giuseppe e dalla marchesa Maria Pandolfini Covoni Girolami, assumendo il titolo di principe di Leonforte. Laureatosi in ingegneria elettrotecnica, si specializzò nel ramo elettrotecnico e industriale meccanico, e, prima della guerra 1914-18, cominciò la propria attività professionale presso la società Marconi-Wireless di Londra. Con l'entrata dell'Italia nel conflitto mondiale partecipò alle operazioni belliche come ufficiale del Genio e fu preposto all'organizzazione della radiotelegrafia per l'aviazione, in qualità di osservatore. Successivamente fu pilota e comandante dello stormo volontari dell'aria della squadra San Marco, alle dipendenze di G. D'Annunzio, guadagnandosi una medaglia al valor militare e due croci di guerra. Nel primo dopoguerra aderì al movimento nazionalista e partecipò ai moti di Milano del luglio 1919 in opposizione ai socialisti. Rientrato a Roma nell'agosto dello stesso anno, dopo una breve visita in Russia, si dedicò principalmente alla costituzione delle associazioni combattentistiche e all'istituzione di consorzi per l'incremento delle bonifiche, specialmente in Sicilia, dove cercò di organizzare scientificamente l'estrazione dello zolfo. Nel 1932, quale consigliere dell'Opera nazionale combattenti bonifica e irrigazione, fu tra i realizzatori della Mostra del decennale dell'attività bonificatoria del regime. Il Borghese fu inoltre tra i maggiori dirigenti dell'Unione fascista per le famiglie numerose costituita il 3 marzo 1937 dal Gran Consiglio del fascismo. Organo di tale Unione fu il periodico dal titolo Famiglia fascista, di cui il Borghese fu direttore sino al 1943. Nel 1939 venne nominato governatore di Roma e rimase in carica sino al 25 luglio 1943, allorché venne nominato un commissario governativo. La sua attività come massimo dirigente dell'amministrazione romana è legata principalmente ad opere di carattere archeologico sul colle capitolino, al ritrovamento del tempio di Apollo Sosiano presso il teatro di Marcello, alla pavimentazione di piazza del Campidoglio sulla scorta di un progetto attribuito a Michelangelo. Nel gennaio 1941 nominò un comitato di esperti per elaborare un nuovo programma urbanistico, far revisionare il piano del 1931 e coordinare lo sviluppo della zona tra Roma e il mare. Al Borghese si deve inoltre l'inizio della costruzione del complesso dell'E 42 nella zona adiacente all'abbazia delle Tre Fontane (ricoprì infatti la carica di commissario generale dell'EUR), progettata sin dal 1936, per allestire a Roma una Esposizione universale, la cui realizzazione dovette essere forzatamente interrotta a causa della seconda guerra mondiale. Ritiratosi a vita privata dopo il crollo del fascismo, morì a Palermo il 27 settembre 1954. Motivazione della m.b.v.m. : “Ufficio addetto al servizio radiotelegrafico di aeronautica, il giorno 18 marzo 1917, durante un tiro a grande distanza da posizione soggetta ad efficace concentramento di fuoco di grossi e medi calibri nemici, con bell’esempio di imperturbabile calma e fermezza, doti in lui consuete, prese da un radiotelegrafista, di cui aveva notato un momento di esitazione, la cuffia radiotelegrafica e ricevette i segnali dall’aeroplano per modo da rendere efficace aggiustamento del tiro. Veliki-Kribach, 18 marzo 1917

(20) Manfredi Gravina nacque a Palermo il 14 giugno 1883, da Biagio, nobile dei Principi di Ramacca e ufficiale della Regia Marina (1850-1897), e dalla tedesca Blandine von Bülow (1863-1941). La madre era figlia del compositore Hans von Bülow (1830-1894) e di Cosima Wagner (1837-1930), quest'ultima già vedova del celebre compositore Richard (1813-1883) al momento della nascita di Manfredi. Visse la sua giovinezza tra Ramacca, Catania, Firenze e la Germania.A dispetto della sua duplice identità italo-tedesca, il Gravina si sentiva italiano e maturò fin dalla giovinezza sentimenti nazionalisti. Nell'agosto 1900, entrò alla Regia Accademia navale di Livorno e, nel 1903, venne assegnato, col grado di guardiamarina, al corpo dello Stato Maggiore.[6] Nel marzo 1905, si imbarcò col grado di sottotenente di vascello per l'Estremo Oriente, destinato alla forza navale italiana in Cina.[6] Dopo circa un anno di navigazione nei mari asiatici, nel febbraio 1906, venne trattenuto al servizio del console generale italiano a Shanghai, Cesare Nerazzini, come segretario della commissione italiana per la stipulazione di un nuovo trattato di amicizia e commercio con la Cina. Rientrato in Italia, iniziò ad affiancare agli incarichi di servizio la collaborazione, su temi per lo più di strategia navale, a prestigiose riviste quali Rivista marittima e Nuova Antologia. Il Gravina si recò in Germania per studiare le nuove tecnologie militari sperimentare in campo aeronautico, di cui poté fare uso come primo ufficiale di marina con mansioni di osservatore d'idrovolanti nella Guerra di Libia, nella quale si distinse guadagnandosi, nel luglio 1912, la promozione a tenente di vascello. Al momento dell'entrata dell'Italia nel primo conflitto mondiale, fu chiamato a far parte dello Stato Maggiore dell'ammiraglio Paolo Thaon de Revel con sede a Venezia. La notte tra il 28 e il 29 maggio 1916, Gravina fu al comando della torpediniera 24 OS, che aveva come pilota Nazario Sauro, e che attaccò la base sommergibili austroungarica di Trieste, dove furono lanciati due siluri che non colpirono i bersagli, ma che danneggiarono il molo e alcuni depositi di carbone. L'impresa, pur avendo registrato un modesto risultato, ebbe benefici sul morale e sulla determinazione dei militari italiani. Decorato con due medaglie d'argento e una di bronzo al valor militare, alla fine della guerra venne inviato come addetto navale a Stoccolma, dove assunse l'incarico il 4 aprile 1919. Rimasto per alcuni mesi nella capitale svedese, Gravina ricevette incarico dal Ministero degli Affari esteri di trattare con la prima missione sovietica, con sede a Copenaghen, guidata da Maksim Maksimovič Litvinov, lo scambio dei militari russi prigionieri in Italia con il rimpatrio di tutti gli italiani dalla Russia, trattativa che si chiuse positivamente con l'accordo del 27 aprile 1920. Ma il Gravina non riuscì a procedere oltre nella normalizzazione delle relazioni con la Russia bolscevica: le sue convinzioni politiche antisovietiche, la diffidenza maturata verso gli esponenti del bolscevismo, spinsero il ministro degli Esteri, Carlo Sforza, a sollevarlo dall'incarico. Nel 1922, Gravina tornò in Italia, dove si sposò con la nobildonna romana Maria Sofia Giustiniani Bandini, (1889-1977), figlia di Carlo dei duchi Giustiniani Bandini e di Maria Luisa Lanza Branciforte dei principi di Trabia, da cui non ebbe discendenti. Si stabilì nella capitale e si dedicò ai viaggi all'estero - soprattutto in Germania - e all'attività di pubblicista, scrittore e conferenziere. Collaborò con periodici e quotidiani tra i quali Nuova Antologia, Politica, Gerarchia, il Corriere della Sera e soprattutto la Rassegna italiana diretta da Tomaso Sillani; fu anche collaboratore dell'Enciclopedia Italiana. Membro dell'Associazione Nazionalista Italiana, aderì successivamente al Partito Nazionale Fascista, di cui nel 1924 fu candidato nelle Marche; nello stesso anno fu nominato membro aggiunto della delegazione italiana alla Società delle Nazioni. Nel 1925, la medesima organizzazione lo incaricò di occuparsi del problema di Danzica, affidandogli il compito di provvedere alla delimitazione della penisola Westerplatte, ceduta in parte alla Polonia. Il Conte Gravina, divenne in seguito Alto Commissario della Società delle Nazioni per la Città Libera di Danzica, ed entrò in carica il 24 giugno 1929. La sua nomina a quel ruolo, accolta favorevolmente dalla Germania, aveva incontrato l'opposizione di Francia e Polonia, quest'ultima in particolare sospettosa di parzialità per i legami culturali e familiari che il Gravina aveva con il mondo tedesco. Nel periodo da funzionario della SdN, intensificò i rapporti con la politica tedesca, in particolare con il nascente movimento nazionalsocialista ed il suo capo Adolf Hitler, che conobbe personalmente e di cui ebbe grande stima e fiducia. Nel 1928, il Conte Gravina organizzò un incontro tra lo stesso Hitler ed il geografo italiano Ettore Tolomei, che si tenne a Monaco di Baviera, durante il quale i due discussero a lungo sul riconoscimento della frontiera italiana al Brennero e sulla necessità della rinuncia, da parte germanica, a qualsiasi pretesa territoriale sull'Alto Adige. Amico di Luigi Federzoni, nel 1930 lo introdusse a colloquio con Hitler, al fine di promuovere la sua figura in Italia. A Danzica, Gravina ebbe il compito di mediare le continue controversie e regolare i delicati rapporti tra i due poteri della città: il governo cittadino, nominato da un parlamento legislativo controllato dai Tedeschi, e il governo polacco. Anche nel ruolo di alto commissario non nascose le sue simpatie politiche per la Germania e, già alla fine del 1930, giudicò la situazione a Danzica insostenibile per l'impossibilità di stabilire una collaborazione tra Tedeschi e Polacchi, ritenendo che si imponesse ormai l'esigenza di una revisione del Trattato di Versailles in senso filotedesco e proponendo che l'Italia la sostenesse. Ipotesi quest'ultima respinta dal ministro degli Esteri, Dino Grandi, che lo invitò ad assumere un comportamento imparziale. Ricoprì l'incarico a Danzica fino al 1932, quando fu colto improvvisamente da malattia e morì il 19 settembre 1932, all'età di 49 anni. Gli furono attribuite diverse medaglie al valore:
m.a.v.m. “Osservatore di idroplano compiva volontariamente numerose missioni su territorio nemico, spesso sottoposto al tiro delle batterie antiaeree, e con vari e gravi incidenti d’aviazione. Pola,Trieste,Pirano,Salvore 1915-maggio 1916)"
m.av.m. “Per la singolare prova di ardimento e di perizia militare e marinaresca data penetrando nottetempo con la torpediniera 24O.S. in suo comando nel porto di Trieste per silurare dei galleggianti, ritornando alla propria base perfettamente incolume. Trieste 28-29 maggio 1916
m.bv.m. “Ha tenuto molto lodevolmente il comando di una torpediniera compiendo importanti e difficili missioni di guerra e dimostrando doti non comuni di ardimento e perizia militare e marinaresca. Ha dato prova di calma e prontezza di percezione nel respingere un attacco di velivoli nemici, durante il quale una bomba, caduta in prossimità della torpediniera, feriva con schegge alcune persone dell’equipaggio. Alto Adriatico dicembre 1917-luglio 1918)."

(21) Il fratello Manfredi Lanza.

(22) Vittorio Emanuele Orlando, era allora Ministro degli Interni.

(23) Giuseppe Lanza

(24) “il grande cotillon” è Gabriele D’Annunzio, che durante la decima battaglia dell’Isonzo, sul Timavo fece accompagnare l’avanzata dal sorvolo dei bombardieri a sostegno della fanteria.

(25) Nel maggio 1917, mentre era ancora in corso, nello scacchiere occidentale, fra Soissons e Craonne, la grande offensiva di primavera, il Comando Supremo italiano decise di appoggiarla indirettamente, attaccando lungo tutto il fronte isontino. L’azione si sviluppò dal 12 al 28 maggio, dando vita alla 10ª battaglia combattuta sull’Isonzo.

(26) Pozzuolo del Friuli

(27) Capitano Giulio Verna del 9 rgt. Bersaglieri, nato il 6 luglio 1893 a Lercara Friddi, morto il 20 giugno 1918 sul Piave per ferite riportate in combattimento. Ottenne una m.a.v.m. : ”Comandante di un battaglione, pronunciatosi un violento attacco nemico, primo fra tutti, in piedi sulla trincea, con mirabile sprezzo del pericolo e del fuoco avversario, animava ed incitava i suoi bersaglieri a tenace resistenza, finché colpito a morte, lasciava gloriosamente la vita sul campo mentre l’attacco nemico veniva infranto. Losson(Piave) 20 giugno 1918.

(28) Capitano Pietro Lanza, da Corleone (PA) , aiutante maggiore in prima, 268 rgt. Fanteria. Gli fu conferita una croce di guerra al valor militare: “Aiutante maggiore in prima durante un lungo periodo di azioni fu valido coadiutore del Comando, dando prova di ardimento e coraggio- Medio Piave 15-22 giugno 1918.

(29) C.S. sta per Comando Supremo

(30) Generale Giorgio Emo Capodilista , conte dell'Impero Austriaco, Patrizio veneto (Padova, 8 giugno 1864 – Padova, 24 dicembre 1940). Colonnello, parte con quest'ultimo grado per la prima guerra mondiale nel 1915. Al comando di una brigata di cavalleria, sul fronte del Friuli, si guadagna due decorazioni al merito, tra cui l'Ordine Militare di Savoia per la Battaglia di Pozzuolo del Friuli, e la promozione sul campo a maggiore generale. Nel 1923, promosso generale di divisione, è assegnato al comando della scuola di applicazione di cavalleria.
m.a.v.m. “ Calmo, cosciente e ardimentoso,dette prova di particolare perizia nel condurre le truppe ai suoi ordini all'attacco e alla conquista di ben munite posizioni nemiche. Colpito da frammenti di granate rimaneva al suo posto di combattimento, distinguendosi per serenità e per mezza e sempre incitando i dipendenti alla lotta ed alla resistenza contro i violenti e reiterati attacchi del nemico. Carso ,Q.144 16 settembre 1916
Ordine Militare di Savoia, cavaliere. “Essendogli stato ordinato di tenere ad ogni costo, con la sua brigata di Cavalleria, la difesa del villaggio di Pozzuolo del Friuli, mentre sarebbero sopraggiunti i rinforzi, riusciva con saggie disposizioni a mantenere la posizione per tutta una giornata ad onta del progressivo incalzare del nemico, che con forze preponderanti aveva attaccato il villaggio da più lati e vi era anche penetrato, costringendo i Nostri a cedere terreno a palmo a palmo, combattendo per le vie. Esempio a tutti di abnegazione e di virtù militari . Pozzuolo del Friuli 28-30 ottobre 1917

(31) Fabrizio Lanza di Mazzarino aveva sposato Conchita Ramírez de Villa Urrutia. Era figlio di Giuseppe Lanza Branciforte. Nato 28/5/1896, fu ufficiale dell’esercito nella Grande Guerra.
m.b.v.m. “Aspirante ufficiale di complemento reggimento cavalleggeri Saluzzo (12 rgt.). Comandante di una pattuglia fiancheggiante fu di valido aiuto al comandante il gruppo di squadroni, durante il ripiegamento, dimostrando intelligenza,slancio e coraggio di fronte a pattuglie nemiche che tentavano di disturbare la marcia del gruppo stesso. Pianzano-Conegliano, 9 novembre 1917
m.b.v.m. “sottotenente reggimento Nizza cavalleria (1 rgt.). Comandante del plotone d’avanguardia del reggimento, si spingeva arditamente attraverso il Tagliamento, puntando a rapida andatura sull’opposta sponda occupata dal nemico, il quale aveva già diretto raffiche di mitragliatrici sugli elementi esploranti del corpo. Riuscito a raggiungere l’obbiettivo, caricava i reparti nemici, imponendo loro la resa. Tagliamento, 3 novembre 1918

(32) m.a.v.m. “Tenente di complemento cavalleria, battaglione squadriglie aviatori. Arditissimo pilota d’aeroplano, durante una ricognizione fotografica, quantunque l’apparecchio fosse stato colpito gravemente dall’artiglieria, riuscì ad eseguire il mandato. Attaccato da due velivoli nemici che danneggiarono l’apparecchio in parti vitali, tenne loro fronte. Essendo stata colpita ed inutilizzata la mitragliatrice, e trovandosi quindi privo di difesa, riuscì con ardite manovre a raggiungere le nostre linee, offrendo bellissimo esempio di calma, di audacia, di alto sentimento del dovere. Cielo carsico , 18 maggio 1917

(33) Bartolini Ermanno , da Montevarchi (Arezzo), tenente nel 84 reggimento di fanteria, poi 104 squadriglia aviatori.
m.a.v.m. “Osservatore di aeroplano, costretto ad atterrare in campo nemico per guasti al motore, con contegno energico e coraggioso, opponeva disperata resistenza ai ribelli che l’avevano circondato e ferito. Fatto prigioniero, eludendo la vigilanza intensa delle sentinelle, arditamente fuggiva e benchè inseguito , dopo nove ore di marcia, attraverso zone desertiche, con indomita energia, e portando il pilota sulle spalle per un certo tratto, perveniva a raggiungere le linee italiane. Azizia, 25 ottobre- 2 dicembre 1916.
m.av.m. “Arditissimo ufficiale osservatore dell’aeroplano, durante una ricognizione fotografica riuscì ad eseguire il mandato che gli era stato affidato, sebbene l’apparecchio fosse gravemente colpito dal fuoco antiaereo. Attaccato da due velivoli nemici che danneggiarono l’apparecchio in parti vitali, abbandonò il combattimento solo quando la mitragliatrice fu colpita ed inutilizzata dal fuoco nemico. Mentre gli apparecchi insistevano nell’attacco, provvedeva ad arrestare con le mani l’uscita dell’acqua dal radiatore colpito, assecondando così il il pilota nel raggiungere le nostre linee, ed offrendo bellissimo esempio di calma, di audacia, di alto sentimento del dovere. Cielo carsico , 18 maggio 1917.

(34) Felice Coralli (Casteggio, 12 gennaio 1866 – Pianoro, 16 giugno 1944), capitano dei bersaglieri, vice-comandante dell'11º reggimento , col quale nel 1911 parte per il fronte in Tripolitania, dove si guadagna la prima medaglia d'argento e dal quale torna in Italia ferito alla coscia sinistra da un colpo d'arma da fuoco. Tornato in Africa, si guadagna la promozione sul campo a maggiore e la seconda medaglia d'argento. Nel 1915, partito per la prima guerra mondiale col grado di tenente colonnello, viene ferito a Plezzo e decorato di medaglia di bronzo. Ripresosi dalle ferite, viene nuovamente ferito dalle schegge di una granata e si procura una frattura al braccio sinistro, incidenti che gli valgono la promozione sul campo a colonnello, cinque distintivi di onore e il ritiro dal fronte per inabilità. A disposizione del ministero della guerra, nel luglio 1917 è nominato comandante in capo del reggimento deposito bersaglieri di Torino fino al termine del conflitto. Diviene poi generale e senatore del Regno.

(35) Tutte le corrispondenze da e per le provincie limitrofe alla Svizzera erano sottoposte alla censura militare in funzione antispionaggio.

Enrico Bettazzi
03-09-2021