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P.M. 13: il raggruppamento Maletti
Enrico Bettazzi

A livello di posta militare, nella seconda guerra mondiale, ci sono alcuni uffici assegnati ad unità che, per la consistenza numerica e la durata di esistenza dei medesimi, risultano essere tra i più ricercati e difficili da trovare.
È il caso dell’ufficio di P.M. 13 assegnato poco dopo l’inizio delle ostilità all’appena costituito raggruppamento Maletti, dal nome del suo comandante, generale Pietro Maletti.

Questo reparto si presentava come una grande unità, numericamente come una divisione leggera; come le due divisioni libiche presenti nel teatro bellico dell’Africa Settentrionale, era costituito da reparti in prevalenza libici: Marchese indica un organico di 6350 libici e 800 nazionali.
Il gruppo era stato costituito con l’intento di avere una forza mobile, in grado di penetrare velocemente nel territorio nemico; perciò, aveva 450 mezzi di trasporto, tra cui moderne camionette specificatamente costruite per l’uso sui terreni sabbiosi dell’entroterra libico.

La punta di lancia del Raggruppamento "Maletti" era la componente corazzata, costituita da una compagnia di carri M11/39 del 32º Reggimento fanteria carrista e una di carri L3/35 del LX Battaglione carri. La fanteria (4 battaglioni di ascari libici) era completamente trasportata su automezzi AS37 e Fiat 634. Vi era poi un battaglione sahariano su 4 compagnie di presidio nelle oasi dell’interno libico ed altre aliquote di servizi.

Autocarro Fiat-SPA AS37 costruito per essere adoperato nel Sahara.

Il raggruppamento partecipò alla prima avanzata italiana, nel settembre 1940, raggiungendo il 13 settembre Sidi Omar in Egitto. In seguito il 16/9 arrivò a Sidi el Barrani, 100 chilometri oltre il confine libico, in territorio egiziano. Poi a corto di rifornimenti, si attestò sulle colline di Nibeiwa.

Gli Inglesi, ripresisi dalla rapida avanzata debolmente contrastata, passarono al contrattacco con l’operazione Compass, che in teoria sarebbe dovuta durare tre giorni. Di fronte alle difficoltà logistiche italiane, nonostante il rapporto in uomini fosse nettamente a sfavore dei Britannici (31.000 contro 150.000 italiani), la schiacciante superiorità dei mezzi corazzati britannici e la migliore logistica fecero collassare la X Armata italiana, che perse nell’operazione ben 115mila unità.
Lo stesso raggruppamento, investito dalla 4 Divisione indiana, venne annientato, avendo ben 4mila prigionieri e l’intera componente corazzata distrutta. Pochi superstiti furono aggregati in un battaglione (XXXIV Btg Libico).
Il 9 dicembre 1940 l’unità cessò di esistere; il generale Maletti cadde sul campo, combattendo in prima linea.

Carro britannico Matilda su cui sventola una bandiera italiana catturata durante l’operazione Compass.


L’ufficio postale militare seguì le sfortunate vicende della propria unità, forse ebbe addirittura maggiori difficoltà, con interruzioni di attività relativa ad alcuni servizi per fatti bellici intercorsi al personale.

 

Marchese nel catalogo riporta al 13/9/1940 la data di inizio attività; la data convenzionale di fine, concomitante con l’annientamento della unità combattente.
I servizi a denaro erano già stati interrotti dopo sei giorni dall’entrata in attività del 16/9; il 22 settembre, dopo che il giorno prima, nel trasferimento dell’ufficio a Bardia, il titolare dell’ufficio era morto e il controllore era rimasto ferito, i servizi vaglia, risparmi e conti correnti vennero affidati alla P.M. 262, in seguito alla P.M. 26, finché tornarono alla P.M. 13 il 20 novembre.

L’ufficio postale, anche se non più funzionante per mancanza di collegamenti, sopravvisse alla distruzione del reparto militare; il personale, considerato disperso dopo il 9/12/1940, fu infine catturato dai Britannici il 5/1/1941 e la sede fu saccheggiata dagli avanzanti australiani. Un nucleo staccato, che utilizzava il bollo dell’ufficio principale, subì la stessa sorte.
Queste vicende, comprese in un arco di attività di tre mesi e la scarsità di corrispondenze dovute alla composizione dell’unità servita (solo 800 soldati nazionali), hanno reso la P.M. 13 una delle più ricercate dai collezionisti di posta militare.

Enrico Bettazzi
27/12/2021


BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

https://it.wikipedia.org/wiki/Raggruppamento_sahariano_%22Maletti%22

https://it.wikipedia.org/wiki/Operazione_Compass

A.PETACCO, L’armata del deserto, Milano, 2001

E. KRIEG, La guerra nel deserto, vol.1, Ginevra, 1969

G.MARCHESE, La posta militare italiana. 1939-1945, Trapani, 2000

A.CECCHI – B.CADIOLI, La posta militare italiana nella seconda guerra mondiale, Roma, 1991

Cartolina in franchigia postalizzata tramite P.M. 34 il 22/10/1940. Da S.ten. veterinario del XVIII Btg Libico. Manoscritto P.M. 13.

Cartolina in franchigia postalizzata tramite P.M. 210 sez. A il 7/11/1940. Mittente un tenente del XVII Btg. Libico. Manoscritto P.M. 13. È abbastanza frequente in Africa Settentrionale l’appoggio della posta delle unità in movimento nel deserto al più vicino ufficio di posta militare a prescindere da quello di competenza.
Nel testo: “...5/11/40… Oggi, per la prima volta da quando siamo partiti, ci è stata recapitata della posta. Purtroppo, nulla di vostro: la posta vuole dare una nuova prova del suo cattivo funzionamento; non ce n’era bisogno. …

Cartolina in franchigia postalizzata da P.M. 13 in data 20/11/1940.

Cartolina in franchigia postalizzata da P.M. 13 in data 22/11/1940. Mittente un S.Ten. di artiglieria della 260 batteria da 20m/m. Nel testo si raccomanda “quando mi scrivi, di attenerti all’indirizzo qui dietro indicato. Ciò eviterà il ritardo con cui potrei avere tue care notizie.

 

Cartolina in franchigia postalizzata tramite P.M. 34 in data 5/12/1940, scritta il 4 dicembre, pochi giorni prima dell’annientamento del reparto. La P.M. 34 era assegnata alla Intendenza Africa Settentrionale; Marchese non cataloga corrispondenze in P.M. 34 con indicazione manoscritta della PM13 (al contrario censisce solo P.M. 302) nel periodo set/dic ‘40.

La cartolina è scritta ad una bambina, in risposta ad una delle corrispondenze epistolari che in tempo di guerra le scolaresche tenevano coi combattenti: ne riportiamo il testo come esempio di quel tipo di carteggio:

Z. di O. 4-12-1940 XIX
Carissima graziosa bambina,
quanto piacere e quanta soddisfazione mi ha recato la tua bellissima letterina. Pensa che ormai , per la nostra bella Italia, sono tre volte che impugno le armi. Sono stato in A.O., in Ispagna ed ora sono in Cirenaica, facendo parte delle truppe libiche. Se vedessi come corrono questi indigeni, quando si deve fare qualche avanzata e come sono contenti ad essere al nostro fianco! Tutti i miei compagni d’arme ti salutano caramente ed inviano saluti anche alle tue compagne di scuola ed alla signora maestra. Prega sempre per noi e per i nostri teneri figli che attendono il nostro ritorno tutte le ore. Studia sempre e rendi felice i tuoi genitori. Giannoni