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Storie di caduti in Russia

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Tre sciatori alpini in Russia

Samuel Rimoldi

Questa è la storia di tre amici, tutti e tre di Bardonecchia, tutti e tre inquadrati nel Battaglione Alpini Sciatori "Monte Cervino", tutti e tre inviati in Russia.
Augusto, Ernesto e Francesco, questi i loro nomi, scrivono ad un quarto amico, Aristide, che non è stato richiamato ed è quindi rimasto a Bardonecchia.

Il Battaglione sciatori "Monte Cervino" è un reparto scelto di truppe alpine addestrate alla guerra di montagna e all'uso degli sci come mezzo di locomozione: costituito nel 1940 in seno alla Scuola Centrale militare di Alpinismo di Aosta, riprende il nome da uno dei battaglioni del 4° Reggimento Alpini durante il primo conflitto mondiale. Per essere ammessi nel battaglione bisognava soddisfare i requisiti di essere volontari, della padronanza nell'uso degli sci e dell'essere scapoli. L'equipaggiamento è di ottima qualità: scarponi Vibram, sci Persenico, abbigliamento foderato per combattere i rigori del freddo, completi bianchi per mimetizzarsi sulla neve e altro ancora.


Nel gennaio 1941 il battaglione è inviato sul fronte greco albanese dove sostiene durissimo scontri con il nemico: al termine del conflitto il suo organico è ridotto ad una sessantina di uomini sui 320 partiti dall'Italia. A seguito di queste gravi perdite il reparto è sciolto.
Tra ottobre e novembre 1941 il Battaglione sciatori Monte Cervino è ricostituito in previsione di un suo possibile impiego sul fronte russo: sempre dipendente dalla Scuola Centrale militare di Alpinismo di Aosta, è comandato dal Maggiore Mario D'Adda.

Cartolina in franchigia inviata il 23.12.41 dall'alpino Augusto Garnier durante il periodo di istruzione presso la Scuola Centrale militare di Alpinismo di Aosta.


Il giorno 13 gennaio 1942 giunge l'ordine di partenza per la Russia: il battaglione, inquadrato nel CSIR, è impiegato in servizi di ricognizione e pattugliamento, di rinforzo alle divisioni Torino e Pasubio. Il 22 marzo ha il battesimo del fuoco nel tentativo di alleggerire la pressione russa nel settore di Izjum.

Cartolina tedesca, probabilmente recuperata durante il viaggio di trasferimento o magari frutto di un dono di un camerata teutonico, inoltrata dall'alpino Ernesto Durand attraverso l'ufficio di Posta Militare n. 88 in data 10.5.42.

Nel testo: "[...] Qui dove ci troviamo ora c'è molto fango e sai comè qui il paese è grande e le macchine non possono circolare come una volta e le novità non giungono come si deve [...]"


Nel luglio 1942, costituitasi l'ARMIR, il reparto è posto alle dipendenze dell'8^ Armata e, dalla fine di agosto, trasferito a Jagodnji in appoggio al 3° Reggimento Bersaglieri: dopo alcuni iniziali primi scontri con il nemico, il fronte si stabilizza e gli alpini possono rinforzare le linee.

Cartolina in franchigia inoltrata dall'alpino Ernesto Durand attraverso l'ufficio di Posta Militare n. 88 in data 18.7.42.

Nel testo : [...] Io sono sempre allo stesso posto accampato in riposo, si sta abbastanza bene adesso abbiamo anche tante cigliege da magiare, altro non c'è. Vino non se ne trova in nessun posto. Speriamo di ritornare presto in Italia sani e salvi con la Vittoria così faremo una gran festa tutti assieme baldoria. Garnier è già in Italia per malattia la pleurite e forse fra poco andrà in convaliscenza e così lo troverai a casa e così ti racconterà un pò della Russia. Non cè niente di bello: lo puoi dubitare come è la guerra [...]"


L'alpino Ernesto Durand scompare il giorno 30 agosto 1942: non sono documentati particolari scontri od offensive in quel giorno quindi la morte può essere ricondotta o ad uno scontro tra pattuglie, ad un incidente o a malattia. La salma è sepolta presso il cimitero militare italiano di Jagodnij. I suoi resti ritorneranno in Italia nel 1993.

Cartolina in franchigia inoltrata dall'alpino Francesco Cantone attraverso l'ufficio di Posta Militare n. 127 in data 4.8.42. Tale ufficio è assegnato all'8^Armata italiana ed ha sede a Rikowo (Ucraina) iniziando l'attività il giorno 3 agosto.

Dal testo comprendiamo che il reparto è nelle retrovie in riposo ma che attende un imminente spostamento verso il fronte.


A seguito dell'offensiva russa del dicembre 1942 e il conseguente sfondamento delle linee dell'Asse, il Battaglione Monte Cervino è inviato d'urgenza a Nowo Kalitwa in sostegno alla divisione Cosseria proteggendone poi in parte la ritirata. Gli scontri costano al reparto pesanti sacrifici ma gli attacchi russi vengono, almeno per ora, respinti.
La morsa russa va sempre di più stringendo attorno alle nostre truppe: il Cervino è lasciato a Rossoch a difesa della città, diviso in due tronconi, la 1^ Compagnia disposta a difesa del Comando del Corpo d'Armata nel centro della città, mentre la 2^ Compagnia disposta in periferia. All'alba del 15 gennaio una brigata di carri armati russi attacca la città cogliendo in parte di sorpresa le nostre truppe: gli atti di valore dei difensori sono innumerevoli, costretti a combattere con mezzi non all'altezza dello scontro con i carri, utilizzano bottiglie Moltov e persino l'arma bianca. Il Cervino viene qui completamente annientato come unità organica: solo alcuni singoli alpini o a piccoli gruppi riescono a sfuggire alla morte o alla prigionia.
Nella primavera del 1943, rimpatriati i pochissimi superstiti, la bandiera del reparto è decorata di Medaglia d'Oro al Valor Militare.

Cartolina in franchigia inoltrata dall'alpino Francesco Cantone attraverso l'ufficio di Posta Militare n. 108 in data 5.1.43. Tale ufficio è assegnato al Corpo d'Armata Alpino ed ha sede a Rossosch (Ucraina).


L'alpino ventenne Francesco Cantone scompare tra i tanti nel gelo della steppa russa: ufficialmente è fissata la data del 19 gennaio 1943 ma sappiamo bene che è una data di comodo stabilita burocraticamente in mancanza di dati certi.
Dei tre amici partiti per il fronte, solo Augusto Garnier, rimpatriato per malattia, può riabbracciare il quarto amico Aristide Gerard.


Samuel Rimoldi
11-03-2022