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Filatelia polare

 




Progetto Cape Roberts



di Lodovico SACCHI (da "Turinpolar Flash n. 20)


L'Antartide non è il più piccolo continente del nostro pianeta (è infatti di un terzo più grande dell'Australia), ma è certamente il più alto e anche il più freddo e ventoso. È ricoperto di ghiacci
perenni che occupano oltre il 95 per cento della sua superficie.
La calotta di ghiaccio ha uno spessore fino a 3500 metri e la sua base è vicina al livello del mare. Dalla calotta glaciale emergono poche creste rocciose e alcuni vulcani.

…Esiste nel nostro pianeta un immenso laboratorio naturale per lo studio dei grandi problemi del futuro. Questo laboratorio è l’Antartide, il continente più affascinante e inesplorato della Terra...” Questa frase, dello scomparso Prof. Felice Ippolito, primo Presidente del Museo Nazionale dell’Antartide, riassume l’importanza delle ricerche scientifiche in Antartide e, tra queste, quelle geologiche che forniscono dati ed interpretazioni significative per la ricostruzione dell’evoluzione paleoclimatica, di crescente interesse considerati i cambiamenti globali in atto e previsti per il prossimo futuro.

Che cosa è il progetto “Cape Roberts”
Ideatore e fautore del progetto Cape Roberts fu Peter Barrett della Victoria University di Wellington (Nuova Zelanda).
La gestazione dell'impresa durò circa tre anni (1992 - 95), compresi il progetto e l'esecuzione dell'impianto di perforazione, l'acquisto delle attrezzature e il trasporto di tutto il materiale al campo base di Cape Roberts.
Il trasporto venne realizzato con la nave “Italica” in due riprese: parte nel 1995 e parte nel 1996.
Nel 1997 le condizioni del ghiaccio non erano ottimali, ma raggiungevano il valore limite, per cui si decise di partire.

Area di realizzo del progetto
Tale Progetto (cui hanno partecipano 6 nazioni: Australia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Nuova Zelanda e Stati Uniti) si prefiggeva la ricostruzione della storia climatica e tettonica dell’Antartide nel corso del Cenozoico, cioè, prima e dopo la formazione della calotta di ghiaccio e di studiare i meccanismi di apertura del Mare di Ross attraverso lo studio integrato (geologico, paleontologico e geofisico) dei sedimenti deposti sul fondo del Mare di Ross.

Il campionamento di tali sedimenti avveniva tramite la perforazione di una colonna di roccia, utilizzando il ghiaccio marino formatosi durante l’inverno australe come appoggio della torre di perforazione.

Il Progetto è durato, pare, per circa tre anni (1999).

E’ stata un’impresa piuttosto ardua che ha dovuto fare i conti con lo spessore del ghiaccio marino presente nel punto prescelto per eseguire i prelievi con una sonda.
Sfortunatamente, data l’estrema fratturazione ed il carattere incoerente ed inconsolidato dei sedimenti quaternari, lo studio di paleomagnetismo e` stato limitato al solo intervallo miocenico.

I sedimenti recuperati con la perforazione furono poi dettagliatamente descritti ed analizzati in laboratori appositamente allestiti in Antartide e suddivisi tra il sito di perforazione medesimo, un "campo base" a terra nei pressi della torre di perforazione e la stazione statunitense di McMurdo.


Torre di perforazione del Progetto Cape Roberts

Ai primi di Ottobre 1997, nell’ambito del Progetto Cape Roberts è stato installato un laboratorio di paleomagnetismo presso i laboratori Crary della stazione statunitense di McMurdo (isola di Ross), nei pressi del "Hutt Point", dove l’esploratore britannico Robert Falcon Scott stabilì una base nel 1901, utilizzata fino al 1917 dalle spedizioni polari britanniche successive.

Il laboratorio, che era il primo di questo tipo mai realizzato in aree polari, è stato attrezzato con strumentazione fornita per metà dall’Istituto Nazionale di Geofisica in Roma e per metà dall’Università della California in Davis. Il lavoro di ricerca svolto dal gruppo di paleomagnetismo si è sviluppato in piena coordinazione ed armonia tra il gruppo italiano e statunitense, come la pianificazione dell’organizzazione e della struttura del laboratorio.


La posta
Per questo progetto altamente significativo dal punto di vista scientifico ho scoperto casualmente alcuni reperti filatelici, di cui uno particolarmente interessante per una varietà occasionale, l’omissione della lettera “C” di Antarctica dal timbro, in rosso, sulla busta.






Cover probabilmente edita durante uno dei sopralluoghi,
in quanto porta la data del 18 febbraio 1991 di Christchurch.