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Filatelia polare

 




Vitus Bering,
il Colombo dello Zar


di Lodovico SACCHI (Polar n. 28-2017)

 

Vitus Bering Jonasson nacque vicino a Horsens in Danimarca nel 1680, e morì nel dicembre 1741 sull'isola Awatscha, che fu in seguito chiamata in suo onore Bering Island.
Era un ufficiale di marina danese al servizio dello zar.
Quando Bering era ancora un giovane ragazzo, aveva già prestato servizio come mozzo su navi danesi. Ma per qualsiasi ragazzo, amante del mare e della navigazione che sia vissuto nel 17° secolo, l'Olanda era il paese da sognare.


Zar Pietro I

Durante la maggior parte del 17° secolo gli olandesi, tradizionalmente marittimi esperti e cartografi appassionati, dominarono il commercio mondiale, una posizione che prima era stata occupata da portoghesi e spagnoli, e successivamente dagli inglesi.

È stato il "Secolo d'oro" olandese.

Ad Amsterdam si arruolò con un reclutatore russo ed entrò al servizio dello zar Pietro I come tenente, conosciuto tra i marinai come Ivan Ivanovich. Presto avanzato al grado di capitano. Ha partecipato a tre guerre nordiche e alla guerra tra la Russia e l'Impero Ottomano.

Il foglietto raffigura lo zar Pietro I, denominato anche il Grande e una scena della battaglia di Hangö, che la flotta russa vinse contro la Svezia
I francobolli rappresentano le corazzate “Poltawa” (1712) e “Ingermanland” (1715)

Le tre guerre combattute nei mari nordici sono state per la supremazia nel dominio del Baltico, che lo zar Pietro conquistò sul giovane re svedese Carlo XII.

Bering aveva già lasciato la Marina quando venne chiamato dallo Zar a guidare la spedizione da lui voluta.
Così divenne comandante della prima spedizione in Kamchatka durata dal febbraio 1725 al febbraio 1730.
La sua missione era quella di trovare a nord - est se esisteva un passaggio dall'Asia all'America. Giunse a Okhostk dopo un viaggio di circa due anni, dove fu costruita la nave Fortuna in tempi molto rapidi, lunga solo 18 metri, con la quale raggiunse la parte occidentale della Kamchatka.
Attraversatola, sempre con i materiali al seguito, giunse a Ostrong (?) sulla costa orientale, dove fece costruire la seconda nave “San Gabriel” (“Svyator o Sviatoi Gavriil”) varata l’8 giugno 1728.
Partì verso metà luglio, con due ufficiali e 21 uomini di equipaggio, direzione nord.

Bering e gli itinerari della prima (a nord) e seconda spedizione in Kamchatka

Scoperse varie isole, tra le quali “Isola San Lorenzo”, ma non trovò l’ipotizzato “ponte” Asia e America.
Non vide le coste dell’Alaska, che per tutto il viaggio rimasero avvolte da una nebbia impenetrabile. Oltrepassò l’attuale stretto di Bering all’altezza di capo Dezhnev.

Navigando costantemente verso nord-ovest, a circa 67° di latitudine nord essendo diventato il navigare molto difficoltoso per il ghiaccio e la bassa visibilità, e trovando sempre acque libere, si convinse che fra i due continenti ci fosse solo mare e che quindi non fossero collegati via terra. Il 15 agosto 1728 decise di rientrare.
Ma naturalmente questo non forniva alcuna prova dell’eventuale connessione più a nord.

Su questo frammento di intero postale è raffigurato uno sloop della seconda spedizione. Il "San Gabirel" era costruito praticamente allo stesso modo
sotto:


Dipinto del “San Gabriel”

Quando Bering ritornò a Pietroburgo nel 1730, fu promosso al rango di Comandante. Ma fu anche criticato per non aver completato pienamente la sua missione. Bering si propone quindi una seconda esplorazione.

La seconda spedizione in Kamchatka fu denominata "The Great Nordic Expedition".
Durò 10 anni, 1733-1743, fu la più grande spedizione di tutti i tempi.

Bering era il suo comandante. Poiché zar Pietro il Grande era morto nel 1725, la zarina Anna (figlia di Pietro, salita al trono nel gennaio del 1730) autorizzò la seconda spedizione, esaudendo il volere del padre.

La zarina però diede ordine di eseguire un progetto immenso, per quei tempi, che alla fine portarono ad evidenziare tre operazioni, che avendo in comune lo scopo economico-scientifico, ma ben distinte fra loro.

I tre obiettivi principali programmati furono: esplorare la Siberia agevolando il suo sviluppo, esplorare l’oceano Pacifico più a sud verso il Giappone, provare l’esistenza o smentire il “ponte” verso l’America, ricercando il Gamaland (continente immaginario nel mezzo del Pacifico).

Pertanto la spedizione fu divisa in 3 gruppi.
I cartografi dovettero elaborare mappe delle aree settentrionali e orientali. La Siberia era stato solo annessa alla Russia nel tardo 16° secolo e poco si sapeva di quel territorio.
Tutto procedette con successo fino a quando ci furono i fiumi, ma giunti al mare di ghiaccio tutto si bloccò.

Il cosiddetto "gruppo di accademici" si dedicò allo studio delle genti incontrate le persone e le loro abitudini, oltre ad animali e piante della Siberia.

Il gruppo con a capo Bering , si dedicò alla ricerca di nuove rotte marittime seguendo le sconosciute coste est della Siberia. Numerosi esploratori e scienziati tedeschi si unirono alla spedizione. Georg Wilhelm Steller fu particolarmente degno di nota.

Georg Wilhelm Steller

I francobolli danesi emessi per il 200 ° anniversario della morte di Bering nel 1941, mostrano
la sua
nave il "Swajatoj Pjotr" o "Swiatoj Pietr" ("San Pietro") davanti all'isola di Bering

.

Non è noto il numero esatto dei partecipanti alla spedizione, ma fu sicuramente di diverse migliaia. Era come l'emigrazione di una nazione. Dal momento che si pianificò il viaggio, si era capito che la sua durata sarebbe stata molto lunga, perciò professori, esploratori e gli ufficiali furono autorizzati a portare le loro famiglie.

Tutto, quello che sembrava necessario fu caricato su dei grossi carri, anche il pianoforte della moglie di Bering. Per le navi, che avrebbero dovuto costruito successivamente, furono trasportati, cordame, tela per vele e attrezzature.di ogni genere.

First day cover-letter, celebrating Bering's 200th anniversary of his death

Le città attraverso le quali la spedizione passò dovevano fornire alloggio e il massimo della collaborazione. Il “popolo” di Bering confiscava tutto quello che era utile per lo scopo prefissato. "Utile" variava da cavalli, barche, operai e abitanti, che Bering prese insieme come aiutanti della spedizione.

Il “St. Pietro” davanti al monte Elias

È per merito di Bering, che l'immenso sforzo non sia finito nel caos perché le enormi difficoltà portarono a grandi malumori e diserzioni continue, si narra che un incendio (doloso) distrusse una grande quantità dei volumi scientifici portati con la spedizione.
Ci sono voluti 4 anni a Bering per raggiungere il mare Okhotsk.
Dove vennero costruite due navi.

Sui due francobolli vediamo il "San Pietro" e il percorso della nave

 

Annullo per ricordare il 250° anniversario della spedizione di Bering e Chirikov

 

 

 

La lettera è stata annullata con timbro del Kraj, a Petropavlozsk (Kamchatka)

Le navi avevano tre alberi e misuravano circa 24 metri di lunghezza.
Il "San Pietro" era sotto il comando di Bering, il "St. Paul" comandato dal suo compagno Aleksei Chirikov.
Nel settembre 1740 partirono da Okhotsk e si diressero verso la punta meridionale della Kamchatka.
Lo scienziato tedesco Steller andò con loro come studioso medico. Dopo aver raggiunto la Kamchatka si fermarono a Petropavlovsk.
A seguito di un rapporto di Bering, egli aveva fondato questa città dandogli il nome dalle due navi su cui viaggiava la sua spedizione, la San Paolo (com. Chirikov) e la San Pietro (com. Bering).
Nel mese di giugno 1741, salparono con direzione nord-est.

Intero postale con immagine di Chirikov ed annullo che ricorda "The Great Nordic Expedition"
(1733 – 1743)

Dopo due settimane di buon navigare, una fortissima tempesta separò le due barche. Bering e Chirikov non si ritrovarono più.
I due comandanti vagarono alcuni giorni nella ricerca uno dell’altro invano.
Chirikov raggiunse le coste dell’Alaska nel luglio 1741 vicino all'attuale città di Sitka.

Egli mandò una decina di marinai a terra con due barche a remi, ma di loro non si seppe più nulla.
Così Chirikov per non mettere in pericolo altri marinai ordinò il ritorno.
Il "St. Paul" giunse a Petropavlovsk nell’ottobre 1741.

URSS 1943
Emissione per il 200 anni della morte di Vitus Bering.
Rappresentano le rotte seguite da Bering

Il 16 luglio 1741 Bering avvistò finalmente le coste dell’Alaska all’altezza del monte San Elias. Invertita la rotta per ritornare in patria, visto l’arrivo rapido del freddo invernale, visitò alcune delle centinaia di isole che formano l’arcipelago delle Aleutine.
Nel mese di novembre il "San Pietro" gettò le ancore al largo dell'isola Awatscha, che fu poi chiamata "Bering Island", perché una trentina di uomini e Bering stesso si erano ammalati di scorbuto.

Arrivati a terra, si presentò una landa desolata, ma trovarono acqua fresca e crescione verde per una sana insalata. Quando una terribile tempesta si abbattè su di loro, la catena dell'ancora si ruppe e la nave si schiantò sulla scogliera.
Un altro rapporto dice che la nave si era incagliata in precedenza. In entrambi i casi, dovettero rimanere per tutto l'inverno.
Gli uomini scavarono caverne nel terreno e con coperte, teloni e tavole del "San Pietro", cercarono il miglior riparo dal gran freddo.
Freddo, grandine, tempeste di neve e denutrizione presero il loro tributo, 18 uomini morirono, tra cui Bering.
Era il dicembre del 1741 e fu sepolto.

Cartolina che raffigura Bering morente

Alcuni rapporti sostengono, che morì di scorbuto. Ma Steller osservò in un suo scritto: "È piuttosto morto per la fame, il freddo, la sete e dolori, che da scorbuto o di qualsiasi altra malattia".

Busta con annullo della mostra Mophil 1991 di Leningrado rappresentate le isole Commodoro.
Bering è ritratto colpito da scorbuto a bordo della San Pietro

Alcuni sopravvissero grazie alla ricca vita marina ed alcune risorse naturali e quando ritornò un clima più mite, costruita una barca con i rottami della nave “San Pietro” nel mese di agosto fecero ritorno in Kamchatka.

Sul francobollo, a sinistra si possono osservare le scogliere delle isole Commander, a cui l'isola Bering appartiene (è l'isola a sinistra sulla mappa)



250 anni della spedizione di Bering in Kamchatka
Scoperta e recupero dei resti di Bering da una spedizione russo danese


Busta per ricordare i 250 anni della seconda spedizione di V. Bering


I numeri sulls busta e sulla cartina indicano i porti toccati

1- Vladivostok partenza missione . 02.07.91
2- Petropavlovsk 10.07
3- Nikol’skoye (isola di Bering) 22.07
4- Ossora 24.07
5- Tiliciki (o Giliciki) 26.07
6- Lavrentiya 30.07
7- Providenija (retro busta) 07.08
8- Annullo nave “Akademik . Kyrganov”

Con la nave ”A. Kyrganov” è stato ripercorso qualche tratto della rotta seguita da Bering durante la sua seconda spedizione in Kamchatka.

12.VIII.81
Anno di Vitus Bering
Bering Island del gruppo
Commander Island

Nel 1991 una spedizione russo-danese ha trovato il luogo di sepoltura di Bering.
Hanno analizzato i denti e le ossa e concludendo, che non era morto di scorbuto.
E anche, Bering non avrebbe avuto una faccia così rotonda, come viene rappresentato in molte immagini. In realtà aveva un corpo forte, ma un volto delicato nobile.
L'uomo Bering mostrato in molte immagini può eventualmente essere lo scrittore Vitus Bering Pedersen, che è uno zio del "nostro" explorer Bering.
Quando si guarda attraverso la letteratura, noterete differenze nelle date. Questo perché a volte le date si riferiscono al calendario giuliano, che è stato utilizzato in Russia, a volte le date si riferiscono al calendario gregoriano, che era in uso nella maggior parte dell'Europa.

Annullo di Petropavlovsk per il 320° ann. della nascita di Bering

F.D.C. per il 300° ann. nascita di Bering

Busta speciale in ricordo di Bering, emessa in occasione della spedizione tedesca/russa per produrre cinematograficamente le sue imprese. Annullo di Uelen

Firma del responsabile russo Evg.Savchenko (ha partecipato alla spedizione
dell’Ass. Grande Nord del ’94)