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1ª Legione Italiana Garibaldi
di Luca DERMIDOFF

La prima guerra d'indipendenza rappresenta la prima tappa fondamentale del nostro Risorgimento che porterà all'unità d'Italia attraverso l'impegno attivo di Giuseppe Garibaldi, dopo le sue imprese nell'America Meridionale, da dove riportò il suo fervore patriottico ed un manipolo di fedelissimi combattenti a cui si aggiunse l'entusiasmo di schiere di giovani e meno giovani "italiani" di tutti i ceti sociali, affascinati dalla sua personalità e dalle idee di libertà e di patriottismo.

La prima guerra d'indipendenza portò inoltre come prima conseguenza, anche quella di accendere gli animi dei futuri italiani ed a confluire nella volontà di partecipazione personale alle imprese e gesta militari, le richieste di arruolamento volontario e quindi al relativo reclutamento attraverso l'intervento di persone di fiducia di Garibaldi che si occupavano di radunare e convogliare queste forze alle zone di raccolta prima e combattimento poi, le quali si occupavano anche di questioni pratiche di logistica quali la vestizione militare, vitto, alloggi, diarie e di portare queste persone alle destinazioni predefinite quali i centri di raccolta che di volta in volta si spostavano in relazione agli eventi bellici; in questo caso parliamo geograficamente dell'Italia Centrale (Romagne, Marche, Umbria e Lazio).

Questa premessa è necessaria per entrare nell'argomento della posta dei volontari garibaldini e di raccontare in breve ciò che essi vivevano nella quotidianità di questo periodo a cavallo dell'inizio della 1ª guerra d'Indipendenza e la breve ma significativa esperienza della Repubblica Romana.

Da qualche mese sono venuto in possesso di una sovraccoperta (fig.1 e fig.1bis) contenente a sua volta un testo separato (fig.2) diretto al "Cittadino Gonfaloniere" di Cento in provincia di Ferrara da parte del Capitano Napoleone Mambrini, ufficiale garibaldino precedentemente ufficiale fondatore dei “Bersaglieri Mantovani” e, dopo la fine del “moto mantovano” del marzo 1848, a capo di 300 volontari che formarono forse il più numeroso gruppo proveniente da un’unica zona nell’eterogeneità delle provenienze e nazionalità dei volontari arruolati.

Fig. 1 – Fronte sopraccoperta (collezione personale)
Fig. 1bis- La sopraccoperta della lettera spedita da Bologna il 28 febbraio 1849,
diretta "Al lodevole Cittadino Confaloniere di Cento"(collezione personale)

 

Fig. 2 - La lettera contenuta ripiegata all'interno della sopraccoperta (collezione personale)


Ancor più recentemente leggendo il Notiziario A.S.I.F. n. 138 dell'aprile 1975 mi sono imbattuto nell'articolo: "Garibaldi" di Silvio Merlo riferito alla sua collezione sull'Eroe dei due mondi che stava portando avanti da 3 anni, di cui ripercorreva la sua vita, quella di Anita e la sua partecipazione al Risorgimento Italiano attraverso una serie di documenti tra i quali proprio la medesima lettera oggetto di questo articolo (Figg. 1, 1bis e 2).

Nell'articolo di Merlo si cita come durante la 1ª guerra d'Indipendenza la "1ª Legione Italiana-Garibaldi" venne ricostituita da Garibaldi sul suolo italiano il 28/06/1848 dopo essere sbarcato a Genova con un "manipolo di 62 legionari" (la nascita risale al 1842 a Montevideo in Uruguay) e che con essa fu poi forgiato il loro bollo circolare con la scritta "1^ LEGIONE ITALIANA" posto all'interno di un doppio cerchio stretto con ornato, con l'aggiunta della dicitura "Garibaldi" al centro del cerchio stesso che veniva apposto nella loro corrispondenza, forse il primo bollo in assoluto di una formazione garibaldina (Figg. 3-4).

Fig. 3 - parte dell'articolo "Garibaldi" a firma Silvio Merlo in Notiziario A.S.I.F. n. 138 dell'aprile 1975

 

L’ufficiale reclutatore di Garibaldi, il Capitano della 1^ delle due compagnie formanti la 1ª Legione Italica, Napoleone Mambrini, autore della lettera, fu spedito il 24/12/1848 da Garibaldi medesimo a Ferrara e su incarico diretto del “Preside di Ferrara” Carlo Mayr che lo incaricava di occuparsi dell’arruolamento volontario dei fuoriusciti del Lombardo Veneto che si volevano sottrarre alla leva obbligatoria austriaca. Tale funzione divenne operativa dal successivo 2 gennaio 1849 e in poco meno di un mese già 99 volontari si erano arruolati. Già il 10 febbraio un primo distaccamento forte di 120 uomini muoveva verso Rieti dove era predisposto un centro di raccolta importante.

Il percorso più battuto lungo la direttrice nord-sud per raggiungere Rieti (importante punto di raccolta) e poi Roma nel periodo antecedente ed anche durante la vita della Repubblica Romana era il seguente: Ferrara> Bologna> Cento> Imola> Lugo> Ravenna> Senigallia> Macerata> Tolentino> Serravalle di Chienti> Foligno> Spoleto> Terni> Rieti; questo percorso richiedeva una ventina di giorni. Naturalmente questo avveniva più volte in meno di un anno.

A dimostrazione di ciò la lettera interna (fig.2) cita di “6 individui” da portare a Cento, centro di reclutamento poi successivamente spostato a Lugo (RA) a causa dell’avanzata degli austriaci, prima su Ferrara e poi su Bologna; per le questioni pratico-logistiche veniva inviato in appoggio anche un “foriere” (fig. 4).

Fig. 4 - Manifesto di organizzazione logistica
(Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea)



Il Capitano Mambrini il 16 maggio del 1849 arrivò a Roma dove lo stesso giorno venne promosso Maggiore da Garibaldi e dove erano appena cominciate le prime ostilità da parte dei francesi.
Come testimonianza delle difficoltà e della pressione che i francesi portavano alla città di Roma mostro il manifesto del 4 giugno del 1849 inviato al Cittadino Preside di Viterbo (Fig. 5).

Fig. 5 - Manifesto inviato al Cittadino Preside di Viterbo (su cortese concessione di Giuliano Padrin)

Anche durante il percorso di avvicinamento a Roma, il capitano Mambrini, non smise mai di incitare la popolazione ad offrirsi volontaria anche con manifesti affissi nelle citta che attraversava. Cito a puro titolo esemplificativo un manifesto di arruolamento diretto al Cittadino preside di Viterbo (fig.6).

Fig. 6 - Manifesto d’arruolamento del 22 febbraio 1849
(Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea)

Il Mambrini seguì poi Garibaldi anche nella ritirata da Roma, ma dovette fermarsi ad Orvieto per problemi di salute, mentre Garibaldi proseguì sino a Ravenna ove morì la sua compagna Anita.
Questi giovani volontari che credevano fermamente nei valori, negli ideali della libertà e di un’unica bandiera combatterono e morirono valorosamente a difesa di Roma e della sua giovane Repubblica nata il 4 febbraio del 1849 e finita per mano francese il 9 luglio dello stesso anno.


Bibliografia

Ermanno Loevison, Giuseppe Garibaldi e la sua Legione nello Stato Romano 1848-49 (parte seconda), Roma, Dante Alighieri di Albrighi, Segati & C., 1904