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APPUNTI SULLA STORIA POSTALE DI CIVITANOVA
- dalle origini all'adesione al Regno d’Italia -
di Francesco Maria AMATO

Studi e scoperte archeologiche hanno portato a supporre che i primi insediamenti umani sviluppatisi nei luoghi ove sorse la città di Civitanova, oggi Civitanova Marche, risalgono quasi sicuramente al periodo paleolitico. Fondata in epoca pre-romana sulla costa adriatica, nella parte nord della foce del fiume Chienti, il nome più antico della città fu Cluana.

Annessa ai possedimenti Romani dopo che i piceni furono da questi sconfitti, i contenuti di una epigrafe di pietra, conservata nell’atrio della Delegazione Comunale, attestano che intorno all’anno 50 d.C., su una collina prossima al mare, localizzata nelle immediate vicinanze di Cluana, sorse un piccolo centro abitato cui venne dato il nome di Cluentis Vicus (attuale Civitanova Alta, frazione di Civitanova Marche). I due centri, uno sul mare e l’altro arroccato sull’altura, vivono, nei secoli a venire un’analoga sorte e storia.

Con l’inizio della decadenza dell’Impero Romano d’Occidente i territori sono soggetti a continui saccheggi e devastazioni barbariche; Cluana, maggiormente colpita, si spopola ed i suoi abitanti trovano un più sicuro rifugio nel Vicus.

Conclusasi la fase delle orde barbariche la vita, seppur lentamente e faticosamente, risorge. Le persone ritornano ad abitare le terre poste in prossimità della costa attestandosi nella zona detta di San Marone, ove fin dal II secolo è presente una Memoria dedicata al santo, divenuto patrono della città.

Superata l’Età medioevale, il comune, menzionato con i nomi di Civitate Nova, Civitatem Novam od anche Novas Civitas, trova finalmente un periodo di rinascita sotto la signoria degli Sforza. Viene costruita una nuova cinta muraria, detta “Scarpata” a difesa degli insediamenti; vengono rafforzate le quattro torri poste alle porte d’ingresso della città: Porta Zoppa, Porta Girone, Porta Mercato, Porta Marina e, mentre si assiste ad un ripopolamento di pescatori lungo la costa, viene anche realizzata una fortezza a difesa del porto contro le incursioni dei pirati.

Nel corso della prima metà del 1500, la città vive un periodo molto difficile dovuto alle continue lotte interne, alle incursioni turche e soprattutto al passaggio di una devastante pestilenza che miete innumerevoli vittime tra la popolazione. Infeudata nel 1551 da Papa Giulio III alla nobile famiglia dei Cesarini (1), sul finire del XVI secolo, Sisto V, natio di Grottammare, non molto distante da Civitanova, trasforma il marchesato dei Cesarini in ducato che, nel 1674, con il matrimonio tra Livia Cesarini e Federico Sforza, assume il nome di Cesarini-Sforza. Il possedimento feudale viene tenuto fino al 1817.

Civitanova cresce soprattutto nel Settecento, secolo in cui si assiste alla riedificazione della Collegiata di S. Paolo e all’ampliamento delle chiese medievali di S. Francesco e S. Agostino, arricchite di notevoli opere d’arte.

Con la proclamazione della Repubblica Romana del 1798-99 la città, elevata a Cantone con alle dirette dipendenze il comune di Montecorsaro (2), viene inquadrata nel Dipartimento del Musone con capoluogo Macerata. All’indomani della restaurazione pontificia, succeduta al periodo di occupazione francese, Civitanova conta una popolazione superiore ai seimila abitanti, dei quali ben più di cinquemila dislocati nella città alta.

La prima impronta postale di cui posso fornire una documentazione risale al 1817, e trattasi di una lettera con destinazione Roma (fig. 1).


Fig. 1) - Lettera del 10 ottobre 1817 da Civitanova per Roma presentante il bollo lineare CIVITANOVA apposto con inchiostro nero. (archivio personale)

Sul fronte della missiva oltre al lineare in stampatello diritto CIVITANOVA, apposto con inchiostro nero, sono visibili la scritta affrancata e il bollo PP/FRANCA, alquanto sbiadito, apposto dall’ufficio di posta di Roma a conferma della franchigia goduta. Nuovi bolli di franchigia, riportanti l’indicazione del toponimo, sono quelli nelle figure 2, 3 e 4 rispettivamente della Brigata dei Carabinieri Pontifici, del Comune e dell’Incaricato Comunale, l’ultimo dei quali con la dicitura Porto Civitanova.

Fig. 2) - Particolare di lettera per Civitanova città del 14 maggio 1818 presentante il bollo di franchigia Ci.Pi./BRIGATA/DI/CIVITANOVA
(Studi Storico-Postali sui Carabinieri, p. 65)
Fig. 3) - Bollo di franchigia COMUNE/di/ CIVITANOVA
(archivio personale)
Fig. 4) - Bollo di franchigia PORTO/CIVITANOVA/INCARICATO/COMUNALE
(archivio personale)

Nel periodo risorgimentale il popolo dà il suo contributo alla causa nazionale partecipando attivamente ai diversi moti rivoluzionari succedutisi negli anni. Ed è proprio a questo contesto che risalgono il bollo del Governo Provvisorio del 1831 (fig. 5) e dei moti del 1848 (fig. 6).

Fig. 5) - Bollo di franchigia GOVERNO PROVVISORIO/DI CIVITANUOVA
(Il Nuovo Corriere Filatelico n. 40)
Fig. 6) - Bollo di franchigia CIRCOLO POPOLARE DI CIVITANOVA/1848/DIO/E/POPOLO
(Il Nuovo Corriere Filatelico n. 40)

Nelle figure 7-8 alcune delle diverse impronte di franchigia utilizzate nel corso della Repubblica Romana del 1849 quali quelle dei Carabinieri ed il negativo con le insegne repubblicane e la scritta Repubblica Romana, a volte presente anche come chiudilettera al verso delle lettere.

 

Fig. 7) - Bollo di franchigia REPUBBLICA ROMANA/CARABINIERI
(Il Nuovo Corriere Filatelico n. 40)
Fig. 8) - Bollo di franchigia in negativo REPUBBLICA ROMANA
(Il Nuovo Corriere Filatelico n. 40)

Sempre dello stesso periodo i bolli che, in applicazione delle direttive emanate dal Governo Repubblicano, erano ottenuti rimuovendo gli emblemi pontifici da preesistenti timbri (fig. 9-10).

Fig. 9) - Bollo di franchigia COMANDO DELLA II COMPAGNIA CIVICA/IN CIVITANOVA/ RR a mano su impronte pontificie scalpellate (Repubblica Romana del 1849) (archivio personale) Fig. 10) - Bollo di franchigia COMANDO CIVICO DEL BATTAGLIONE DEL CIRCONDARIO/DI CIVITANOVA con le insegne pontificie scalpellate
(archivio personale)

Ricordando infine il bollo P.P. (fig. 11) in uso fino a tutto il 1851, ultimo bollo d’epoca pontificia che ho l’opportunità di proporre è il doppio cerchio con ornato al centro e la dicitura CIVITANOVA tutt’intorno (fig. 12) che, utilizzato dal 1855, lo si conosce nei colori nero, azzurro e rosso (3).

Fig. 11) - Bollo P.P. in uso fino al 1851 (archivio personale) Fig. 12) - Bollo a due cerchi con ornato al centro e dicitura CIVITANOVA in uso dal 1855 (Burgisser A., Stato Pontificio)

 

Dopo l’occupazione militare delle Marche da parte delle truppe sarde, con Plebiscito del 4 novembre 1860 la popolazione di Civitanova (4), vota l'annessione alla monarchia costituzionale di re Vittorio Emanuele II, entrando a fare parte del nascente Regno d’Italia.

 

Note:

1. cfr. Civitanova Marche, in Grande Dizionario Enciclopedico, Seconda Edizione, Unione Tipografico-Editrice Torinese, Torino 1955, Volume III, pag. 670;
2. Leggi relative alla Costituzione della Repubblica Romana, Roma, Lazzarini Stampatori Nazionali, anno IV Repubblicano (1798), p. 12;
3. cfr. Gallenga M., I bolli delle Marche, p. 68;
4. Porto Civitanova si distacca dalla Città Alta nel 1913, per riunirsi ad essa nel 1938 con il nome di Civitanova Marche. La sede comunale viene stabilita al Porto, nel Palazzo Sforza-Cesarini prospiciente Piazza XX Settembre. Nel 1945 vi è una nuova separazione, seguita dalla definitiva riunificazione nel 1952. Oggi a Civitanova Alta ha sede, in Piazza della Libertà, la Delegazione Comunale, mentre il Municipio resta nella Città Bassa. Per ulteriori approfondimenti confronta il sito www.turismo.comune.civitanova.mc.it