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Appunti sulla storia postale di CARPINETO
- dalle origini all’adesione al Regno d’Italia -
di Francesco Maria AMATO

Pur se popolato fin dal paleolitico, e pur se non privo di resti e reperti risalenti al periodo preromano (1) e romano: ville rustiche, cisterne, mura di contenimento in opera poligonale, Carpineto è senza alcun dubbio un paese di chiara origine medioevale risalente forse all’VIII-IX secolo.

Il primo documento ufficiale che menziona il luogo è dell’anno 1077, e si riferisce ad un atto di cessione in affitto effettuato dai Canonici Lateranensi, proprietari del territorio, alla famiglia dei Conti De Ceccano, che lo conserveranno fino al 1299, anno nel quale tornerà in possesso dei Canonici che lo rivenderanno alla famiglia Caetani, nipoti di Papa Bonifacio VIII.

Con l’avvento dei De Ceccano, Carpineto subisce una trasformazione urbanistica che lo divide in due separati rioni spesso in lotta tra loro per motivi padronali: il rione Dammonte con una fortificazione in via Castello (2) e il rione Dabballe con l'attuale Torre civica dell'orologio.

Le due zone sono collegate tra loro attraverso vie strette e selciate, case povere e modeste accanto ad abitazioni eleganti, angoli e scorci suggestivi, portali in pietra calcarea con epigrafi in latino, in italiano, in dialetto, che narrano, spiegano e maledicano fatti ed eventi accaduti nel tempo.

Tornato in mano ai De Ceccano nel 1323, passerà successivamente ai Conti del ramo Segni-Valmontone che lo conserveranno al 1597, quando oberata dai debiti fu costretta a vendere i suoi possedimenti alla nobile famiglia del Cardinale Pietro Aldobrandini e a sua sorella Donna Olimpia, che vi eserciteranno la loro giurisdizione fino alla soppressione dei diritti feudali, ottenendo l’innalzamento del feudo al rango di ducato (3).

Gli Aldobrandini portarono al paese notevoli miglioramenti sia nel campo dell’urbanistica che il quello della sanità e dell’economia agricola e pastorale. In tale contesto rilevante la fondazione del convento e della chiesa francescana di san Pietro Apostolo, dove nel secolo XVII si sviluppò un importante centro culturale che si arricchì della presenza del più grande mistico del secolo nella persona di san Carlo da Sezze.

Per necessità ereditaria, dettata dalla mancanza di eredi maschi, gli Aldobrandini, uniranno il loro nome ai Borghese-Pamphili-Facchinetti-Doria (4) per poi riprenderne il solo titolo ducale nella prima metà del secolo XIX, dopo la rinuncia ai diritti baronali avvenuti nell’anno 1816.

Nel corso della Repubblica Romana del 1798, Carpineto venne amministrativamente e postalmente inquadrata nel Dipartimento del Circeo, sotto la diretta giurisdizione del Cantone di Segni unitamente ai comuni di Gavignano, Monteanico e Gorga (5).

Durante il periodo di occupazione francese dei territori della Chiesa, nel 1814 il sindaco di Carpineto fece uso di un bollo di franchigia postale in negativo con diciture in lingua francese e Aquila imperiale coronata al centro (fig. 1).

fig. 1 - bollo in negativo con aquila coronata al centro in uso dall’amministrazione comunale di Carpineto nel corso della prima Repubblica Romana

Ristabilito il potere temporale del papa sui territori dello Stato della Chiesa a fronte del Bando del Cardinale Pacca del agosto del 1816, relativo all’istituzione delle Direzioni Postali e degli Stradali dei Corrieri Postali, Carpineto venne a costituire il circondario della Direzione di Velletri unitamente a Bassiano, Cisterna, Cori, Fossanova, Giulianello, Maenza, Norma, Piperno, Pisterzo, Prossedi, Roccagorga, Rocca Massima, Rocca Secca, Sermoneta, Sezze e Sonnino.

Con la nuova composizione amministrativa regolamentata dal Moto Proprio di Papa Leone XII del 21 dicembre 1827, Carpineto, unitamente ai comuni di Gavignano, Gorga e Montelanico, venne inquadrato nel Distretto di Anagni costituendo il circondario del Governo di Segni.

Al 1828 e 1845 si riferiscono le impronte di franchigia postale in uso dalla Comunità (fig. 2) e dal Priore (fig. 3) di Carpineto.

fig. 2 - bollo amministrativo della Comunità di Carpineto con al centro lo stemma comunale fig. 3 - bollo di franchigia in dotazione al Priore della Comune di Carpineto

Prestando giuramento di fedeltà all’instaurata Repubblica Romana del 1849, la comunità adattandosi ai dettami burocratici imposti dal neo nato Governo, fece uso dei bolli in figura 4 e 5, ottenuti scalpellando lo stemma pontificio dal preesistente bollo riproposto in figura 3.

fig. 4 - Repubblica Romana 1849. Bollo di franchigia del Priore della Comune di Carpineto fig. 5 - Repubblica Romana 1849. Bollo di franchigia del Priore della Comune di Carpineto con sovrascritta manuale R.R.

Restaurato il Governo Pontificio, nel 1856 l’ufficio di posta di Carpineto ebbe in dotazione un bollo lineare con il toponimo del comune riportato in stampatello diritto (fig. 6).

fig. 6 - Restaurazione Pontificia. Bollo lineare in stampatello diritto di Carpineto

Nell’ambito della successiva riorganizzazione amministrativa che portò all’abolizione dei Distretti, dei Luoghi Baronali e all’istituzione delle Provincie in luogo delle Delegazioni, il comune venne inglobato nella Provincia di Velletri sotto le dirette dipendenze del Governo di Segni unitamente a Gavignano, Gorga e Montelanico.

E tale rimase fino al voto plebiscitario dell’ottobre 1870, con il quale la popolazione di Carpineto espresse la propria volontà di aderire al Regno d’Italia.

 

Note:

1. fu terra dei Volsci;

2. oggi conglobata nel Palazzo Pecci;

3. negli anni a venire unirono al ducato di Carpineto anche i feudi di Gavignano, Gorga, Montelanico e Maenza;

4. cfr. www.carpinetoromano.it/citta-e-territorio/cenni-storici.html (23 maggio 2017);

5. Leggi relative alla Costituzione della Repubblica Romana, Roma, Lazzarini Stampatori Nazionali, anno IV Repubblicano (1798), p. 7.