Storia Postale dello
Stato Pontificio

Stato Pontificio: non solo bolli...
di Francesco Maria AMATO

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Appunti sulla storia postale di GROTTAMMARE
- dalla origini all’adesione al Regno d’Italia -
di Francesco Maria AMATO

Antico paese situato a nord della foce del fiume, Tesino si estende lungo la costa fino alle pendici delle vicine colline dove spicca l'antico borgo medievale.

Il nome di Grottammare appare per la prima volta agli inizi del secolo X con il nome Grocte o Grupte (successivamente divenuto Cripte o Grupte) a mare, e si riferisce allo stesso luogo che, fino a qualche secolo prima, era invece indicato con il nome di Castello Supportica o Subportica.

L’enigma relativo ai due diversi toponimi è stato risolto dagli studiosi scoprendo che le due denominazioni non indicano la stessa località, ma si riferiscono a due castelli limitrofi che sono coesistiti sullo stesso colle.

Il primo, più in alto, è il castello di Grupte, ed essendo un luogo ideale per potersi difendere dagli attacchi nemici, presenta tutte le caratteristiche tipiche della rocca medievale, il secondo, più in basso, alle pendici del monte, è il luogo dove la popolazione si è venuta a sviluppare nel corso dei secoli.

Nel X secolo, per rispondere alle esigenze di espansione, la popolazione residente nel castello di Grupte si stabilì nell’antica sede di Supportica, e da quel momento il paese continuò a coesistere divenendo un fiorente centro costiero. In tale ottica è probabile che il castello di Grupte, sia stato costruito proprio dagli abitanti di Supportica quale luogo per rifugiarsi nel corso delle numerose scorribande ed incursioni saracene.

Nel giro di un paio di secoli tuttavia la popolazione di Grottammare perdette la sua autonomia in quanto i vescovi di Fermo, tornando sotto la soggezione del papato, ottennero dal legato pontificio l’annessione della rocca e del porto di Grottammare quale segno di riconoscimento.

Nel 1259, il re Manfredi cedette definitivamente il paese «cum suo porto» a Fermo, distruggendone così totalmente l’autonomia politica. Dopo la sua cessione, la storia di Grottammare ricalcò quella di molti altri centri dell’Italia che si trovarono coinvolti nei frequenti e disastrosi passaggi di eserciti e nelle numerose e distruttive scorrerie di pirati turchi, corsari inglesi, e via dicendo.

Patria di Felice Peretti, futuro Papa Sisto V, la sua storia è fortemente legata a questa importante figura che, con la sua influenza contribuì ad apportarle benefici e notorietà.

In possesso di un attivissimo porto marittimo, nel 1643 Grottammare fu scelta come sede di un ufficio governativo che controllava gli imbarchi e gli sbarchi nelle spiagge di San Benedetto, Cupra e Pedaso.

Nel corso della Repubblica Romana del 1798 venne amministrativamente inquadrata nel Dipartimento del Tronto, sotto la diretta giurisdizione del Cantone di Ripatransone di cui costituì il circondario unitamente ai comuni di Carassai, Montefiore, Campofilone, Massignano, Marano, Sant’Andrea e Pedaso (1).

Durante l’occupazione francese dei territori della chiesa, Grottammare fu dichiarata «giudicatura di pace» con alle sue dipendenze San Benedetto, Acquaviva e Monteprandone (2).

Al 1813 risale il bollo lineare in stampatello grande proposto in figura 1, al 1821 ed al 1847 rispettivamente quelli in figura 2 e 3. Prestato giuramento di fedeltà alla Repubblica Romana (fig. 4) ne seguì l’illusorio sogno di libertà ed indipendenza fino al 4 luglio 1849 quando tornò in seno all’amministrazione pontificia.

Fig. 1 - Bollo in stampatello diritto GROTTAMARE in dotazione all’ufficio di posta dal 1813 (Gallenga M., I bolli delle Marche, p. 95)


Fig. 2 - Bollo di franchigia CI. PI. / BRIGATA / DI / GROTTAMARE in dotazione ai Carabinieri Pontifici (AA. VV., Studi Storico-Postali sui Carabinieri, Soc. Coop. Ric. Artevisive e Cultura Contemporanea, Macerata 1985)

Fig. 3 - Bollo di franchigia postale in cartella stilizzata MUNICIPIO / DI / GROTTAMMARE

Fig. 4 - Repubblica Romana 1849. Bollo di franchigia PROVINCIA DI FERMO / MUNICIPIO DI GROTTAMMARE / R.R. con aquila romana al centro

Dogana portuale di Riscossione di Terza Classe dal 1832 e di Quarta Classe dal 1837, dipendeva dalla Sopraintendenza di Fermo (fig. 5).

Fig. 5 - Bollo di franchigia DOGANA DI GROTTAMARE con insegne pontificie


Così la descrizione riportata nel manuale ad uso degli impiegati delle dogane pontificie (3):
anche questa Dogana situata sulla stessa spiaggia è di somma importanza per i molti sbarchi di merci estere, ed estrazioni di Generi nostrali. L' aria è salubre, distante dalla Soprintendenza miglia 16, da Roma 190. Trovasi in questo luogo una raffineria di Zuccaro, e la fabbrica del Cremor di Tartaro, e per queste manifatture la Dogana trovasi impegnata ad una particolar vigilanza in lutto l'anno: la spiaggia è molto popolata, e da famiglie facoltose.

Ripristinati i bolli pontifici riportanti le insegne papali (fig. 6) dopo l’adozione dei francobolli nello Stato Pontificio, Grottammare impiegò due tipi di bolli annullatori, entrambi di rara reperibilità, quello in cartella stilizzata con dicitura MUNICIPIO / DI / GROTTAMMARE (fig. 7) utilizzato nel 1852 e quello in stampatello diritto GROTTAMARE (fig. 8) utilizzato dal 1854 al 1860.

Fig. 6 - Bollo di franchigia GENDARMERIA PONTIFICIA / LEG. MARCHE / BRIGATA / GROTTAMMARE con insegne pontificie

Fig. 7 - Bollo di franchigia postale in cartella stilizzata MUNICIPIO / DI / GROTTAMMARE usato come annullatore
(Gallenga M., I bolli delle Marche, p. 96)

Fig. 8 - Bollo in stampatello diritto GROTTAMARE del 1813 usato come annullatore
(Burgisser A., Stato pontificio. Bolli ed Annullamenti Postali, p. 54)

Presente nell’Elenco delle Direzioni e Distribuzioni Postali allegato alla Circolare n. 831 del 26 marzo 1855 come Distribuzione di 2ª Classe dipendente dalla Direzione di Fabriano, nel settembre del 1860 insieme ad altri centri limitrofi insorse contro l’autorità papale facendo più di cinquecento prigionieri (4).

Aderito al Regno di Sardegna, il 12 ottobre 1860 fu teatro di uno storico avvenimento: Vittorio Emanuele II ricevette nel Palazzo dei marchesi Laureati, una delegazione di notabili – composta tra gli altri dai patrioti Ruggero Banghi e Luigi Settembrini – inviata dalla municipalità di Napoli per confermargli la devozione del popolo partenopeo e sollecitarlo a varcare il confine del Tronto, entrare al più presto nella città e assumere la sovranità.

Evento questo che segnerà l’avvio della fase conclusiva del processo risorgimentale (5), che si completerà con l’annessione dell’Italia meridionale e la successiva proclamazione del Regno d’Italia avvenuto il 17 marzo 1861.

 

Note:


1. Leggi relative alla Costituzione della Repubblica Romana, Roma, Lazzarini Stampatori Nazionali, anno IV Repubblicano (1798), p. 19;

2. la “giudicatura” decadde nel 1827 per volere di papa Leone XII;

3. Monti G., Manuale di Legge Organica ossia Istruzione Elementare ad uso degli Impiegati delle Dogane dello Stato Ecclesiastico, Stamperia della Reverenda Camera Apostolica, Roma 1932;

4. cfr. http://www.comune.grottammare.ap.it/ visitato il 16 gennaio 2018;

5. 12 ottobre 1860. Celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Lo storico incontro di Grottammare e il suo contributo all’unità d’Italia, Atti del Convegno 4-5 giugno 2011.